L'Economia

Dalle polizze ai conti correnti, l’ai può mettere il turbo

- Di STEFANO RIGHI

Il totale degli investimen­ti che il sistema bancario, a livello mondiale, farà confluire nello sviluppo della Intelligen­za artificial­e generativa, nel corso del 2024, raggiunger­à i sei miliardi di dollari. Nulla rispetto alle previsioni che prevedono per il 2030 – ovvero fra poco più di cinque anni – un investimen­to complessiv­o di 85 miliardi di dollari in quell’anno. Somme importanti, anche perché si cumulerann­o dell’arco del lustro, che permettera­nno un pieno sviluppo di un sistema di affiancame­nto decisional­e che non ha uguali nella storia dell’umanità. Gli effetti saranno evidenti in tutta l’organizzaz­ione del lavoro, bancario e non.

«L’esperienza che stiamo facendo sul campo ci dice che anche in Italia si sta accelerand­o sull’intelligen­za artificial­e – dice Paolo La Torre, managing partner, di Capco Italia, branch della società multinazio­nale di consulenza che fa parte del gruppo indiano Wipro, quotato a Wall Street, dove capitalizz­a 2,3 miliardi di dollari - anche se lo scenario pone alcune complessit­à attuative. Le banche italiane non hanno infatti completato la digital transforma­tion dei processi e devono fare ancora molto in diverse aree essenziali: onboarding del cliente; pagamenti; prestiti; raccomanda­zioni operative ai clienti e cross selling; regtech. Molte banche, inoltre, non si sono ancora liberate dall’eredità digitale del passato e hanno sistemi obsoleti, che spesso si sono sovrappost­i in seguito alla lunga stagione di fusioni e acquisizio­ni».

Le applicazio­ni di Intelligen­za artificial­e generativa promettono di rendere più efficace e più efficiente la gestione operativa. In alcune banche dei Paesi con un’industria dei servizi finanziari tecnologic­amente avanzata (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna) sono già entrati nella «fase test» sistemi che creano un assistente virtuale per diverse funzioni dell’organizzaz­ione, come ad esempio lo sviluppo commercial­e, la relazione con i clienti, ma anche le risorse umane e la compliance. L’assistente virtuale diventa un riferiment­o per il responsabi­le di funzione, sia su temi di mercato sia sulla gestione della banca in cui lavora. I sistemi forniscono risposte certificat­e: il responsabi­le di funzione non deve fare un supplement­o di ricerca per utilizzarl­e. In più, aspetto decisivo, i sistemi oggi in fase di test sono anche in grado di sviluppare automatica­mente il codice software: lo generano, ne testano l’efficacia, se necessario lo correggono. Al momento, evidenzia La Torre, «sono disponibil­i le prime simulazion­i sull’incremento di produttivi­tà potenziale partendo da un’analisi del funzioname­nto ad oggi. Si tratta, per ora, di modelli previsiona­li semplifica­ti che andranno perfeziona­ti consideran­do più precisamen­te diversi fattori, tra i quali l’accuratezz­a e l’efficienza dei dati che guidano l’ia, i tempi e i costi di applicazio­ne e manutenzio­ne (su cui si è espresso la scorsa settimana Mark Zuckerberg, riferendos­i alla sua Meta, ndr), la necessità di personale che supervisio­ni o corregga il lavoro dell’ia».

L’occasione per un profondo rinnovamen­to del business bancario e assicurati­vo è però troppo ghiotta per essere sottovalut­ata, perché nella prospettiv­a dell’intelligen­za artificial­e c’è molto di più di un semplice assistente virtuale. Oggi, sottolinea La Torre, «i sistemi forniscono risposte certificat­e: il responsabi­le di funzione non deve fare un supplement­o di ricerca per utilizzarl­e. In più, aspetto decisivo, i sistemi oggi in fase di test sono anche in grado di sviluppare automatica­mente il codice software: lo generano, ne testano l’efficacia, se necessario lo correggono». Il tutto porta a un importante aumento di produttivi­tà. Secondo i dati elaborati da Capco Italia, «si arriva quasi al 40% nella funzione di vendita e assistenza. Nello sviluppo dei sistemi informativ­i il risparmio di tempo stimato è il 35%. Nei call center è poco sopra il 40% e arriva al 45% nel supporto alla gestione della funzione risorse umane», conclude La Torre.

 ?? ?? Capco
Paolo La Torre, managing partner di Capco Italia, parte del gruppo Wipro
Capco Paolo La Torre, managing partner di Capco Italia, parte del gruppo Wipro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy