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Per quasi un secolo, mese dopo mese, questa rivista ha servito il fashion system, raccontando le storie degli stilisti e delle persone che hanno cambiato il modo in cui guardiamo la moda e pensiamo allo stile. Anche durante momenti difficili, come la guerra, le pagine de L’OFFICIEL ci hanno regalato una via di fuga e hanno agito come uno specchio della realtà dei tempi, documentando costantemente l’evoluzione dell’identità femminile e maschile. L’OFFICIEL Hommes, che ha iniziato le sue pubblicazioni nel 1972, è stata una delle prime pubblicazioni al mondo a concentrarsi e a dedicarsi all’immagine dell’uomo, illustrando perfettamente i cambiamenti nell’identità maschile dopo la rivoluzione femminista e l’inizio dell’età del consumo. Sfogliare i cinque decenni di questa pubblicazione, dal machismo patriarcale dei suoi inizi fino all’edonismo e alla fluidità di genere degli anni più recenti, è un promemoria di quanto è cambiato il menswear. Ma anche di quanto deve ancora cambiare. La pandemia in corso, i recenti movimenti sociali che denunciano e mettono in discussione le norme di genere e razziali, ma anche il cambio della guardia alla guida degli Stati Uniti hanno segnato la fine di un’era e, forse, la fine del regno del maschio alfa. I designer non sono nuovi nel creare abiti per un tipo di uomo più gentile e delicato, ma questa primavera hanno mostrato il desiderio di cambiamento con una passione e un impegno mai visti prima. La moda maschile ha imboccato un sentiero verso un’idea di innocenza e di libertà, lasciandosi alle spalle per scelta o per necessità, armature e uniformi, sartoria strutturata e colori scuri e solidi. Come raccontano anche i nostri shooting moda giocosi e funny, come “Last Stop” o “Artistic License”. Profili di artisti e attori, registi e musicisti (come “Driver’s Seat” e “Prophetic Visions”) offrono un’ampia varietà di visioni di ciò che la mascolinità può essere oggi, ognuna fedele a se stessa e priva di stereotipi. Non resta che accogliere a braccia aperte un nuovo gentler man.