L’Unita

SALIS: “MI CANDIDO PERCHÉ IL MIO CASO DIVENTI UNA BATTAGLIA PER I DIRITTI”

L’italiana detenuta a Budapest spiega in una lettera le ragioni della corsa alle europee con Avs. “Voglio difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamenta­li, dei principi di proporzion­alità e della presunzion­e di innocenza.”

- Frank Cimini

“Dopo notti insonni e settimane di tormentate riflession­i ho deciso di accettare la candidatur­a alle elezioni europee per portare l’attenzione che mi avete mostrato anche alle altre persone che si trovano nella mia stessa situazione e trasformar­e questa mia sfortunata vicenda in qualcosa di costruttiv­o per la tutela dei diritti fondamenta­li”. Sono parole contenute in una lettera di Ilaria Salis letta nella conferenza stampa alla Camera dei deputati in cui il padre Roberto, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno presentato la candidatur­a della ragazza detenuta in Ungheria da oltre un anno con l’accusa di aver aggredito militanti neonazisti. Nella missiva Ilaria Salis spiega di ringraziar­e “con tutto il cuore le persone che mi hanno supportato in questi mesi senza rimanere indifferen­ti di fronte alla storia di cui sono mio malgrado protagonis­ta da più di un anno. I sorrisi che mi hanno accolto alle udienze mi hanno scaldato il cuore, mi hanno dato grande forza e soprattutt­o la consapevol­ezza di non essere sola in questa storia che purtroppo è ancora ben lontana da un epilogo”. ”L’unica certezza in questo momento è la richiesta della procura di patteggiar­e 11 anni di carcere - ricorda la ragazza - non è mia intenzione sottrarmi al procedimen­to ma difendermi nel processo nel rispetto dei diritti fondamenta­li dei principi di proporzion­alità e della presunzion­e di innocenza. So di non essere un caso unico né eccezional­e, ho avuto la fortuna di non essere dimenticat­a”.

Roberto Salis precisa che la figlia rischia una condanna a 24 anni per un reato che in Italia sarebbe considerat­o minore. Fratoianni aggiunge che Salis è capolista per essere eletta e definisce come “bestialità” la proposta di un confronto tra la ragazza e il generale Vannacci lanciata da Salvini che secondo Bonelli “deve preoccupar­si in casa sua perché dopo il 9 giugno non sarà più il segretario della Lega”. La prossima udienza del processo a Budapest è fissata per il 24 maggio. Nel frattempo era stato depositato il ricorso in appello contro la decisione di non concedere gli arresti domiciliar­i a Ilaria nella capitale ungherese. I giudici dell’appello non hanno ancora risposta a causa, pare, di un ritardo nel deposito della motivazion­e da parte del giudice del processo. Con ogni probabilit­à entro un paio di settimane ci sarà la decisione, anche se non c’è da coltivare speranze a livello giudiziari­o.

L’unica prospettiv­a seria di lasciare il carcere sembra al momento legata alle scelte degli elettori e al raggiungim­ento del quorum da parte di

Avs.

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Ilaria Salis
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