È
l’anno di piazza della Signoria. Nel salotto più bello di Firenze, arredato con il David di Michelangelo, Giuditta e Oloferne di Donatello e altre sculture del Rinascimento assoluto, sono appena arrivati due nomi blasonati: Massimo Bottura e Frescobaldi. Il primo ha portato una costola dell’Osteria a Palazzo Gucci (o della Mercanzia) e ha curato anche il progetto del ristorante, dalle boiserie verde pisello ai divanetti bottiglia, ai trompe-l’oeil dipinti sul pavimento. In questo giardino immaginario, di suo c’è il nome, il pensiero e qualche piatto di gloria, come i tortellini in crema di parmigiano. La cucina però è firmata da Karime Lopez, moglie di Taka Kondo, braccio destro dello chef alla Francescana di Modena. La gentile chef messicana ha un curriculum di tutto rispetto in Perù: apertura del ristorante del lussuoso Belmond Hotel a Cusco e cinque anni come sous chef di Virgilio Martinez al Central di Lima, emblema dell’alta cocina novoandina, sempre attuale e influente. Il menu salta di palo in frasca con una tale leggerezza che si gusta ogni piatto come unicum, senza rigide divisioni in antipasti, primi, secondi e dolci, senza cercare una logica. Che poi, è forse obbligatorio? Al contrario! Provare per credere: un roll di tiramisù tradizionale (a parte la forma) si mangia volentieri dopo un’esotica «tostada di palmita», un ceviche di pesce azzurro marinato con scorze di agrumi, crema di avocado. I marchesi Frescobaldi invece (frescobaldifirenze.it), nobili a Firenze dal XV secolo, hanno spostato in piazza il loro ristorante toscano. Ora che si affaccia su uno degli scenari più belli del mondo, è stato pensato come un foyer, con divanetti in velluto rosso, specchi, manifesti di vecchie Turandot, Traviata e Valse. L’aria rétro è deliziosa, i tavoli sono sempre apparecchiati con tovaglie di lino inamidato, bicchieri smerigliati e calici da grandi bevitori, per dire che non c’è il canonico orario dei pasti. Da mezzogiorno alle dieci di sera si può sempre ordinare un risotto agli asparagi, una tartare di gamberi rossi con finocchi e arancia, due carciofi alla giudea in stile bistrò o un menu completo dai pici al ragù di cinghiale ai cantucci col vin santo. Il cuoco Roberto Reatini dichiara una cucina genuina, con pane e pasta fatti in casa e ricette ispirate alla tradizione e alla carta dei vini, al 95% delle tenute Frescobaldi. LA CUCINA È COME LA FERRARI Sofisticata e pop, così è Firenze oggi, e anche la sua cucina, di ricerca da un lato, casual e social dall’altro. In ➝