La Cucina Italiana

Vigne di una volta

Piloni di granito in piedi da seicento anni. Grappoli rari. Giovani determinat­i a far rinascere le tradizioni. Benvenuti in Val Camonica

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Vite da salvare

UTesti MICHAEL LOOS, Foto ALESSANDRO ESPOSTO Americano, in Italia da quasi trent’anni, Michael Loos ha fondato 20 Mondi, progetto che racconta in video i vini autoctoni e le culture delle nostre 20 regioni, sostenendo i piccoli produttori nella salvaguard­ia delle usanze enogastron­omiche locali. n caldo aroma invitante si diffonde dalla cucina di Cinzia fino al nostro tavolo. Ci serviamo un piatto di coniglio brasato con la polenta, le verze e le patate dell’orto. Sono in estasi da comfort food, quando l’uomo seduto di fronte a me, riportando­mi alla realtà, mi racconta che il coniglio lo ha macellato lui quella mattina. Capisco subito che Enrico Togni, il compagno di Cinzia, è una persona a cui piace fare.

Camuno autentico, 38 anni e chioma scompiglia­ta, ci racconta l’emozione di quando ha iniziato a lavorare nelle vigne ereditate dal nonno, che le aveva piantate più di 70 anni fa. Ricorda la prima cosa che ha notato di quelle piante: le uve non erano tutte uguali. Così, insieme con sua mamma, ha fatto una mappa dettagliat­a dei filari del vigneto. Dopo aver identifica­to nebbiolo, barbera e marzemino, rimanevano delle piante misteriose. Successive analisi hanno dimostrato che erano rari esemplari di erbanno, antico vitigno autoctono camuno a bacca rossa, che deve il suo nome alla località della Val Camonica ai piedi del monte Altissimo dove è stato coltivato per generazion­i.

Proprio ora lo stiamo assaggiand­o, in purezza ma vinificato in rosa. Fresco e piacevole, sorprenden­temente capace di accompagna­re i nostri piatti saporiti.

Dopo la scoperta, l’erbanno è stato iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà della Vite all’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Quel giorno Enrico ha abbandonat­o gli studi in giurisprud­enza per dedicarsi alla terra. Era il 2003.

Nel tempo, vivendoci accanto, ha imparato a conoscere a fondo questo vitigno con maturazion­e tardiva, resistenti­ssimo alle avversità climatiche e alle malattie. Una super roccia, perfettame­nte adatto a una vita naturale, e poco bisognoso di trattament­i.

Le caratteris­tiche dell’uva, come quelle di qualsiasi essere vivente, sono formate dal clima, dal suolo e dall’uomo e con il tempo si trasforman­o. È il concetto che i francesi hanno condensato in una sola parola: terroir. Una pecora bergamasca è diversa da una pecora sarda, pur essendo entrambe ovini. E così è per l’erbanno che, pur geneticame­nte uguale al lambrusco Maestri, vitigno emiliano, è mutato, adattandos­i al territorio in cui si è trovato a vivere, e ha dato origine a una nuova varietà.

Oggi Enrico custodisce circa 3 ettari di vigneto, di cui 2 di erbanno, che producono nelle annate migliori circa dodicimila bottiglie. Biologico certificat­o, biodinamic­o per natura (e senza certificat­o).

Ha regalato le barbatelle (i «cuccioli» della vite) ad alcuni amici viticoltor­i che stanno piantando nuove vigne. Non è geloso, vuole diffondere quest’uva, condivider­la e vedere come gli altri la interpreta­no. Così facendo, con lo sforzo di Le torri pendenti della Val Camonica pesano ognuna 300 chili e sostengono le vigne di specie autoctone. Si trovano lungo la Via Valeriana, la strada romana che percorre la valle per 130 chilometri. A destra, prima della vendemmia Enrico Togni cerca il «sorriso», quel piccolo segno che hanno sulla buccia gli acini ancora acerbi. CARTA D’IDENTITÀ Varietà: erbanno, vitigno antico autoctono della Val Camonica che ha la stessa origine genetica del lambrusco Maestri. Caratteris­tiche: bacca nera, maturazion­e tardiva, elevata resistenza alle avversità del clima e alle malattie. Diffusione: solo  ettari nel comune di Erbanno, vicino a Darfo Boario Terme. Vini prodotti: un rosso profondo, un rosato e uno spumante.

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