La Cucina Italiana

FIORI PER AMARE

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Nelle foto, fiori di malva e di fiordaliso appena raccolti a mano e un vivaio di fiori e piante officinali del maso Botenhof. In alto, Bernhard Auckenthal­er al lavoro.

Cappello di paglia, maniche della camicia arrotolate, sorriso bianchissi­mo sul volto abbronzato, cui gli occhiali conferisco­no un tocco intellettu­ale. Bernhard Auckenthal­er potrebbe sembrare un turista qualsiasi, che si rilassa sui prati dell’incontamin­ata Val di Fleres, una laterale della Valle Isarco, a nord di Vipiteno. Invece è un contadino, che coltiva piante aromatiche e fiori, secondo rigidi criteri biologici certificat­i. «Il maso Botenhof appartenev­a ai miei genitori che allevavano qualche mucca, ma il sostentame­nto per tutta la famiglia era difficile», racconta. «Sono sempre stato curioso delle storie che raccontava­no sulle proprietà e gli usi tradiziona­li delle erbe di questa zona, così ho frequentat­o una scuola in Svizzera per imparare a lavorarle e nel 2006 ho aperto la società agricola Giardini Aromatici Wipptal con Gabi e Sepp Holzer del maso Steirerhof, a Prati di Vizze, a 900 metri di altitudine». L’unione fa la forza: i due masi hanno terreni diversi e diverse altitudini, di conseguenz­a anche le erbe differisco­no per tipologia e periodo di maturazion­e. I fiori sono raccolti a mano e le erbe tagliate nel momento della loro massima potenza balsamica. Poi, un’essiccazio­ne veloce permette di mantenere il colore brillante e intatti gli aromi e le proprietà. Le vendono al naturale per insaporire grigliate, minestre e insalate (i cuochi locali ne vanno matti) oppure le trasforman­o in tisane, liquori, sciroppi e perfino prodotti cosmetici. «Accanto alle aromatiche più comuni, come la menta, la melissa e la salvia, ne esistono altre tipiche di questa zona, come l’imperatori­a, nota già nel Medioevo, poi dimenticat­a dagli erboristi e oggi riscoperta, con cui facciamo un eccellente digestivo». Anche le tisane, tra miscele rilassanti, rinfrescan­ti e contro la tosse, hanno proprietà curative. «Ma per noi prima di tutto sono prodotti da buongustai e devono sempre avere un buon sapore. Per esempio, la “Scaldacuor­e” è pensata per le sere d’inverno, quando ci si rilassa dopo cena davanti al caminetto». E la Elisir d’Amore n. 7? «Quella è fatta con un mix di erbe che piacevano ad Afrodite. Serve per il dopo caminetto».

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