ANACAPRI
caesar augustus
Cosa dà più soddisfazione del raccogliere dalla pianta una melanzana che qualcuno ci cucinerà per cena? Ecco la versione veg dell’andare a caccia o a pesca per poi gustare il frutto della battuta.
Al Caesar Augustus di Anacapri è un’abitudine. Guidati dallo chef Eduardo Vuolo, gli ospiti dell’hotel camminano lungo i sentierini ordinati dell’orto per scegliere gli ingredienti che mangeranno a cena: asparagi, melanzane, pomodori, zucchine, fagiolini oppure finocchi, carciofi, cavoli di tutti i tipi, secondo la stagione. E poi ci sono le erbe aromatiche, gli ulivi (alcuni, piantati in onore degli ospiti più affezionati, riportano su una targhetta il nome del dedicatario e l’anno) e una collezione di Capsicum (peperoncini) da far invidia a un istituto botanico sperimentale. Per questi però bisogna chiedere a Francesco, il figlio del proprietario e maître de maison, grande conoscitore delle varie specie e delle relative conseguenze in bocca... L’orto si sviluppa su due ettari di terra, coltivati con successo già dal 1930, quando la famiglia Signorini acquistò l’edificio da un principe russo.
La storia di questa casa, che sarebbe diventata il Caesar Augustus, è piena di colpi di scena. Bisogna ascoltarla raccontata da Paolo Signorini, il proprietario, mentre si guarda il tramonto sul mare, così sarà evidente la missione che lui stesso sa di avere: conservare l’anima di questo posto. Nel 1995, quando varcò il cancello della villa, aveva un solo obiettivo, venderla. Ma la forza magnetica del luogo ha stravolto il suo progetto e invece di dedicarsi a un viaggio intorno al mondo ha scelto di spendersi quotidianamente da allora, con la moglie e il figlio, affinché ogni ospite si senta qui come a casa propria. La luce, il silenzio e il verde pacificatore sono gli ingredienti di una ricetta che riesce sempre alla perfezione. caesar-augustus.com/it