(MOLTO) OCCUPATI
Si presenti. «Floriano Pellegrino, 28 anni, cuoco al ristorante di famiglia, i Bros’, a Lecce. Compagno di Isabella». Tre sapori per descrivere Isabella. «Acida, amara, salmastra». Il primo incontro, dove? «In un locale di Lecce, lei stagista, io consulente. Notai la sua grande determinazione e resistenza alla fatica». Piatto preferito di Isabella? «Carota, mandarancio e cardamomo». Miglior pregio della sua fidanzata? «La costanza. Ed è paziente». Difetti? «Non è abbastanza cattiva (ride, ndr), diciamo severa, come me». Qual è il suo mantra, in cucina? «Background gustativo contro qualsiasi omologazione culinaria». Il suo menu ideale? «Ispirato alla mia terra, la Puglia: un’insalata acida per iniziare, carne o pesce e frutta fresca per finire». Il piatto immortale? «Pasta al pomodoro. E poi il foie gras dello chef René Redzepi, il mio mentore». L’ingrediente da condividere? «Il limone, entrambi siamo un po’ acidi». Parola più usata in cucina? «Si può dire? “Fucking!”. C’è anche in menu: il Fucking Cold Egg di Isabella è un dessert in carta dal 2013. Le parole le uso come uno psicologo, per spronare». La cucina mondiale dove sta andando? «Ovunque. Parola d’ordine: essere cittadini del mondo. Cosmopoliti e radicati». Per che cosa si emoziona? «Per la stella Michelin, per esempio. Mi hanno telefonato prima del servizio del pranzo. Ho aspettato che la brigata finisse di lavorare, li ho radunati e poi li ho spruzzati tutti con lo Champagne». Lei e Isabella avete annunciato che vi sposerete: romantici? «L’abbiamo deciso insieme, un giorno, a casa. Niente di eclatante, siamo due “freddi”, noi. Io mi commuovo per altre cose, una pasta e patate perfetta, una nuova ricetta». Quale? «L’anatra frollata nell’orzo fermentato. Mio zio lo dà da mangiare ai cavalli. Dona alle carni un aroma pazzesco: l’ho scoperto facendo qualche esperimento e lì, lo confesso, mi è scesa una lacrima di commozione».