L’ASPIC È TORNATO
Dolce e salata, dalle tavole dei grandi cuochi agli hashtag su Instagram, la gelatina fa tendenza
DA MUSEO
Scenografiche architetture trasparenti, alte come torte nuziali e precise come mosaici: ai primi dell’Ottocento gli aspic appaiono sulle tavole dei banchetti di Napoleone e diventano un fenomeno di massa (ma per le élite) in tutta Europa. Il merito è del cuoco francese Antonin Carême, l’inventore della haute cuisine.
COME ERAVAMO
L’aspic diventa pop nel Dopoguerra: la gelatina è in polvere, veloce da fare, bella da vedere, economica… adatta ai nuovi ritmi della società. Basta aprire un vecchio numero de La Cucina Italiana dagli anni Sessanta in poi: ce ne sono a decine. Le nostre ricette di ieri (e quelle di oggi) sono sul sito lacucinaitaliana.it
#JELLYART
L’aspic contemporaneo è dolcissimo, divertentissimo e coloratissimo, come un arcobaleno. Per i seguaci del cake design, la nuova frontiera sono le gelatin cake: bavaresi con uno strato trasparente in cui intrappolare le decorazioni. Su Instagram gli hashtag giusti da seguire sono #jello #jellyart #aspic
ALTA CUCINA
Matteo Baronetto, cuoco del ristorante Del Cambio di Torino, serve un aspic di spaghetti: «Mi ricorda gli involtini di prosciutto in gelatina di quando ero bambino e il pâté gelatinato di Peck a Milano. Per anni la gelatina è stata abbandonata nell’alta ristorazione ma negli ultimi tempi i cuochi ne stanno reinterpretando l’utilizzo».