Vuotare il sacco
Una nota conduttrice radiotelevisiva, pioniera della vita a impatto zero, e un maestro della cucina vegetariana spiegano le loro scelte. Radicali e antispreco
PAOLA MAUGERI Conduttrice di Virgin Radio
Lei ha vissuto per un anno usando solo risorse rinnovabili. A casa sua avanza del cibo? Quasi mai. Quando si sperimenta uno stile di vita così attento, è difficile tornare indietro. Come riesce a limitare lo spreco? Compro solo quello che mi serve. Se oggi dovesse rimanermi la voglia di radicchio, tornerò a comprarlo domani. Quanta plastica c’è nella sua pattumiera? Praticamente niente. Mi nutro solo di vegetali e di cereali, che si comprano sfusi o avvolti nella carta. La tecnologia in cucina è di aiuto per sfruttare al meglio e conservare gli ingredienti? Certo. Ho anche disegnato una linea di estrattori, ma questo non toglie che la capacità di riciclare è tipica dell’uomo dalla notte dei tempi. Le nostre nonne con un passaverdura sapevano comunque fare meraviglie. Che cosa si può fare di concreto per migliorare la situazione? Per me la via è quella di ridurre il consumo di carne e di prodotti di origine animale. Non basta spegnere la luce e chiudere l’acqua del rubinetto, la differenza la si fa scegliendo con reale consapevolezza quello che si mangia.
PIETRO LEEMANN Chef del ristorante vegetariano Joia
In un ristorante il cibo avanzato è una realtà. Al Joia come fate? Abbiamo creato una struttura a catena: tra il ristorante gourmet, il bistrot, i pasti di chi lavora al Joia e un nostro vicino di casa che aiuta una comunità di bisognosi, niente di quello che produciamo viene buttato. Neanche le bucce davvero inutilizzabili, che trasformiamo in compost per il nostro orto. Come si può limitare lo spreco di cibo? Organizzando il menu settimanale, in modo da non comprare ciò che non serve e che probabilmente andrebbe a male. Quanta plastica c’è nella pattumiera del ristorante Joia? In un giorno produciamo un sacco da 30-40 litri di plastica. Poca, per un ristorante. La tecnologia aiuta a usare bene e a conservare gli ingredienti? Certo. Frullatori, estrattori, abbattitori ci facilitano, però bisogna avere attenzione a quanta energia si consuma. Noi, per esempio, accendiamo il forno e l’abbattitore solo se dobbiamo usarli. Cosa bisogna fare per migliorare la situazione? Penso che il cambio di marcia sia la reale presa di coscienza dei produttori: non trovo giusto che la responsabilità sul riciclo sia solo sulle spalle del consumatore finale.