Caffè etico
«Da chicco a chicco»: così si chiama il percorso virtuoso reso possibile dal progetto messo in atto da Nespresso
Parte dal chicco di caffè, dalla sua selezione e lavorazione, per arrivare al chicco di riso: come? La polvere contenuta nelle capsule viene riciclata, compostata e utilizzata come fertilizzante in una risaia nel Pavese, dove rinasce in forma di chicco di riso. È un esempio di economia circolare molto chiaro quello lanciato da Nespresso, che oltre alla trasformazione «fisica» della principale materia prima trattata, il caffè, mette in campo altri importanti valori che un sistema ecosostenibile dovrebbe avere, prima e dopo i chicchi menzionati dal «titolo» del progetto. Innanzitutto, oltre alla qualità della materia prima, è salvaguardato il benessere sociale di tutti i lavoratori coinvolti nella coltivazione e lavorazione. Grande attenzione è riservata anche a una gestione ambientale responsabile.
Nella fase di riciclo vero e proprio, Nespresso si impegna nella raccolta delle capsule usate che, grazie a collaborazioni con Cial (Consorzio imballaggi alluminio), Federambiente e CIC (Consorzio compostatori italiani) vengono avviate a un recupero completo, alluminio da una parte, caffè dall’altra.
Una volta arrivati al chicco di riso, Nespresso riacquista il riso che poi dona al Banco Alimentare della Lombardia, associazione che raccoglie e distribuisce alimenti alle strutture che aiutano persone e famiglie bisognose.