Belle maniere
Il fascino discreto della spa
State per sborsare una cifra piuttosto impegnativa, perciò deve esservi chiaro che cosa cercate. Ci sono strutture che offrono sia un soggiorno «normale» sia «spa». Ma siete pronte a vedervi passare sotto il naso piatti diretti a chi è in spensierata vacanza, senza soffrire e/o cedere? È una delle nuove «spa dell’anima»? Ci sono buone probabilità che la cucina sia un tripudio di torte casalinghe. È una spa che vanta i cosiddetti superfood? Ricordatevi che semi oleosi e impasti integrali sono molto, molto calorici. Volete sperimentare il digiuno liquido? Sappiate che se non ce la fate e chiedete di passare a una dieta umana, l’aggiunta-pasti è costosissima. Perciò la buona regola è porvi e porre molte domande dirette, anche se le amiche o il settimanale di salute assicurano generiche meraviglie. Fatta la scelta, l’alternativa è: da sole, col cosiddetto «compagno», col marito o con le amiche?
DA SOLE
Prima di scegliere la destinazione, chiedete se lì si pratica la simpatica consuetudine di organizzare, per chi lo desidera, un tavolo comune in sala da pranzo. La minestrina diventa quasi buona se è condita con chiacchiere e risate di autocompassione tra compagni di merende come voi in missione solitaria. Anche il trasferimento in salotto dopo cena per il caffè d’orzo o la canonica infusione (rifiutate il termine tisana, fa ottuagenaria) diventa un rito piacevole da spartire. Per il resto, la settimana detox da sole è pura beatitudine: nella vostra stanza (doppia uso singola) godrete di libertà dimenticate, come fare zapping selvaggio o abbandonarvi alla visione delle sitcom più trash.
COL FIDANZATO
La soluzione elegante è: camere separate comunicanti. Varcare la porta solamente quando entrambi siete al meglio evoca l’atmosfera eccitante di una relazione illecita ed evita di condividere le miserie collegate alle funzioni corporali di cui le spa abbondano: purghe, impiastri di erbe, pediluvi disintossicanti somministrati da infermiere senza pietà. A pranzo, ignorate la mancanza di urbanità di quelli che si siedono a tavola in accappatoio e ciabatte, con i capelli avvolti nella stagnola e la maschera in faccia: voi scendete vestiti comodi ma carini. È una pausa di civiltà che tira su l’umore, produce sguardi invidiosi e, per poco che possa valere, regala dignità al cameriere che vi serve vestito di tutto punto. A cena, poi, evitate il ridicolo sfoggio di guardaroba di quante, prive di una adeguata vita mondana a casa propria, riservano a questa occasione l’esibizione di mise imbarazzanti per tentata eleganza: gioielli, paillettes, décolleté spinti.
COL MARITO
Business as usual, ma un po’ peggio. Solo i duchi di Windsor durante l’abituale settimana di depurazione risiedevano in due palazzi fronteggianti conversando dai rispettivi balconi. I mariti normali, di solito poco verbosi, alla spa diventano loquaci con continui aggiornamenti sulla situazione dei propri circuiti intestinali, girano in mutande, esigono il dominio del telecomando. Ma la cosa peggiore è che, in previsione degli imminenti sacrifici, all’andata prenotano, giusto lungo l’itinerario, il ristorante famoso per i pizzoccheri al triplo burro; e lo stesso fanno al ritorno, malgrado il virtuoso cestinetto da viaggio offerto dalla spa (mela, acqua minerale, bustina di cracker al miglio). E voi? Inutile litigare: sedetevi, sorridete e ordinate un’insalata mista. C’è anche chi corrompe il cameriere facendosi portare panini farciti avvolti nel quotidiano e cocktail nella teiera. Qui però, conoscendo il vostro pollo, avrete avuto cura di manovrare in modo da scegliere una clinica detox in qualche ameno borgo in Germania o in Austria dove le strutture di questo tipo hanno uno speciale accordo coi bar e i negozi di alimentari che si rifiutano di servire cibi proibiti ai curanti in (libera) uscita, e riferiscono a chi di dovere. Al secondo tentativo sarete rispediti a casa senza restituzione del peculio. Saldato in anticipo.
CON LE AMICHE
Ottima scelta. Optate per due stanze singole per essere da sole quando è meglio e in compagnia quando fa piacere. Vale a dire per le passeggiate (sostenute) fatte la mattina presto o prima della cena, per lo shopping (vestitini, non salamini), per i commenti sulla muscolatura del massaggiatore. A tavola condividerete un sacco di spunti su come riprodurre a casa in stile alta cucina ingredienti virtuosi come rape, cicorie amare, steli di aglio orsino e, chiacchierando, mangerete più lentamente (anche per via delle quantità irrisorie) col formidabile effetto di aver acquisito, a fine soggiorno, un palato sensibile alle più sottili sfumature di sapore. Cioè da gourmet.