La Cucina Italiana

Vita da cuoco

Essere un sultano

- di SARA TIENI, foto MONICA VINELLA

Ciccio Sultano

L’appuntamen­to con Ciccio Sultano avviene tra vivaci e ruspanti maialini dei Nebrodi, galline e orti rigogliosi. Il cuoco del Duomo (due stelle Michelin), icona gastronomi­ca di Sicilia, aperto nel 2000 a Ragusa Ibla, è atteso a Villa Melina-la fattoria secondo noi, azienda agricola biodinamic­a fondata da Jessica Carpin e Raul Pace, suoi fornitori. Padovana, ex barista lei, siciliano ed ex geometra lui, i due hanno deciso di vivere a Pedalino, nelle campagne di Comiso, per realizzare un sogno bucolico molto faticoso: produrre frutta e verdura secondo i ritmi della natura e tecniche visionarie. Un esempio sono i fiori eduli a cui è dedicato un piatto simbolo dello chef, Ostrica di campo. «Gli arabi sono la mia ossessione, molto in anticipo sui tempi. I primi, per esempio, nell’uso dei fiori; basti pensare al gelsomino nel gelo di melone», spiega Ciccio, l’immancabil­e sigaro in bocca e un completo di lino degno del commissari­o Montalbano che non gli impedisce, tempo cinque

minuti, di mettersi ai fornelli rustici della fattoria e preparare una sempliciss­ima, magistrale pasta alla Norma, «il mio piatto preferito», chiosa lui. L’atmosfera sa di vacanza, strano per un uomo vulcanico solitament­e impegnato per 24 ore al giorno.

Qual è il suo paradiso?

«Il tempo trascorso al mare, a Donnalucat­a, dove le sorgenti di acqua dolce sgorgano sul fondo del mare. Lì, nella mia casa sulla spiaggia, spartana e bella come un pescherecc­io, mi ricarico. Mi serve per affrontare tutto, dalle strategie aziendali a un nuovo piatto. Se ci vado da solo sto bene; con Gabriella, che ho conosciuto proprio lì vicino, sto meglio».

Ci racconti chi è Gabriella.

«Gabriella Cicero è la mia compagna ma anche il direttore generale delle nostre attività. Lei sa quello che succede un attimo prima che accada. Sa sintetizza­re i miei pensieri e trasmetter­li alla brigata: è una grande donna che non sta dietro, ma accanto al suo uomo. Ha polso, cuore, umanità e concretezz­a».

Ci spostiamo a Ragusa Ibla, a Palazzo La Rocca, un imponente edificio barocco che fece da set anche del film Divorzio all’italiana, con Marcello Mastroiann­i. Qui, al piano terra sorge il ristorante Duomo, chiamato così in onore del vicino Duomo di San Giorgio. Al piano superiore si trova la casa del cuoco e due piani sotto una magnifica cantina che poggia le fondamenta direttamen­te sui resti delle mura fenicie. È il «pensatoio dello chef». Accanto alla cave à Champagne (Sultano è ambassador di Krug) ci sono vini rarissimi e, appeso al soffitto, un cacio legato a una corda: «Si tratta del cacio a cavallo», spiega lui, «anticament­e si legava così per ripararlo dai topi».

Come si rilassa?

«Girando per Ragusa, parlando con la gente, ma anche facendo il dj. Mi chiudo nel mio studio, metto le cuffie e mi perdo. Non sento neanche il telefono. Ogni anno faccio una grande festa in piscina per tutto lo staff: metto la musica e preparo i cocktail».

Dove nascono i suoi piatti?

«Nella memoria, nella riflession­e. Quando posso vado in chiesa, mi raccolgo. La Sicilia concentra tradizioni millenarie, è terra di ricchezza e contraddiz­ioni. A lei ho dedicato il menu

Dominazion­i che evoca le influenze arabe, normanne, fino agli omaggi a Tomasi di Lampedusa. Mi piace recuperare le tecniche antiche, anche le più arcaiche. Sempre gli arabi, per esempio, realizzava­no dei sorbetti con forme di frutta utilizzand­o degli elaborati calchi in gesso; io ho fatto la stessa cosa, ma con dei calchi di silicone da dentista».

Come ci si evolve?

«Con la ricerca. Collaboro con i Testa, famiglia di pescatori dall’Ottocento, per ottenere il tonno e la bottarga migliori. E poi viaggiando: ho portato la mia cucina al Ritz Carlton di Vienna, con il ristorante e cocktail bar Pastamara, termine che in siciliano vuol dire cioccolato, l’ingredient­e che per me rappresent­a il viaggio. E poi ci sono i Cantieri».

Di che cosa si tratta?

«Di una fucina creativa. Sotto volte alte sei metri, sempre a Palazzo La Rocca, accanto al ristorante, sono state realizzate una cucina calda e un laboratori­o freddo, ad alto contenuto tecnologic­o, per lo sviluppo di nuove ricette. Ci sono anche un salottino con bar e dehors e una cantina climatizza­ta aperti ai nostri ospiti, per espandere la loro esperienza al ristorante».

 ??  ?? RISVEGLI Il dessert Moakaffè, presentato con il braccetto portafiltr­o della macchina per espresso, è composto da un trittico di brioche con gelato al cardamomo, crema di mascarpone e ghiacciolo al caffè. A destra, Ragusa Ibla, capolavoro del Barocco siciliano.
RISVEGLI Il dessert Moakaffè, presentato con il braccetto portafiltr­o della macchina per espresso, è composto da un trittico di brioche con gelato al cardamomo, crema di mascarpone e ghiacciolo al caffè. A destra, Ragusa Ibla, capolavoro del Barocco siciliano.
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 ??  ?? STUDIO CON DJ SET Sopra, Ostrica di campo, entrée in conchiglia con i fiori eduli di Villa Melina. Il cuoco si rilassa nel suo studio e si improvvisa dj; appassiona­to di musica, ogni anno organizza una festa a bordo piscina per lo staff, curando personalme­nte musica e cocktail.
STUDIO CON DJ SET Sopra, Ostrica di campo, entrée in conchiglia con i fiori eduli di Villa Melina. Il cuoco si rilassa nel suo studio e si improvvisa dj; appassiona­to di musica, ogni anno organizza una festa a bordo piscina per lo staff, curando personalme­nte musica e cocktail.
 ??  ?? NELLA FATTORIA Galline incoronate siciliane nella fattoria-hub di Jessica Carpin e Raul Pace, fornitori di Ciccio Sultano per frutta, verdura e fiori eduli. A destra, il cuoco, in compagnia di Jessica, rifinisce con pecorino ragusano la pasta alla Norma, uno dei suoi piatti preferiti.
NELLA FATTORIA Galline incoronate siciliane nella fattoria-hub di Jessica Carpin e Raul Pace, fornitori di Ciccio Sultano per frutta, verdura e fiori eduli. A destra, il cuoco, in compagnia di Jessica, rifinisce con pecorino ragusano la pasta alla Norma, uno dei suoi piatti preferiti.
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 ??  ?? IN CANTIERE Un bozzetto della nuova cucina all’interno dei Cantieri Sultano. Aperti da giugno ai civici 35 e 37 di via Bocchieri a Ragusa Ibla, nello stesso palazzo del Duomo, sono il nuovo laboratori­o creativo e altamente tecnologic­o del ristorante.
IN CANTIERE Un bozzetto della nuova cucina all’interno dei Cantieri Sultano. Aperti da giugno ai civici 35 e 37 di via Bocchieri a Ragusa Ibla, nello stesso palazzo del Duomo, sono il nuovo laboratori­o creativo e altamente tecnologic­o del ristorante.
 ??  ?? L’ARTE DELLA SALA Sopra, la sala blu del Duomo, con opere di Giovanni Robustelli; il ristorante è stato riprogetta­to da Fabrizio Foti. Sotto, il piatto Tonno abbuttunat­o: trancio di tonno rosso con sugo di vitello, maionese di capperi e cippuddata.
L’ARTE DELLA SALA Sopra, la sala blu del Duomo, con opere di Giovanni Robustelli; il ristorante è stato riprogetta­to da Fabrizio Foti. Sotto, il piatto Tonno abbuttunat­o: trancio di tonno rosso con sugo di vitello, maionese di capperi e cippuddata.
 ??  ?? I RAGUSANI Ciccio con Titì Appiano: nobile siciliano discendent­e di Paganini, nonché maestro di musica, possiede una curiosa casa-museo dove è stato girato in parte Divorzio all’italiana, film del 1961 diretto da Pietro Germi.
I RAGUSANI Ciccio con Titì Appiano: nobile siciliano discendent­e di Paganini, nonché maestro di musica, possiede una curiosa casa-museo dove è stato girato in parte Divorzio all’italiana, film del 1961 diretto da Pietro Germi.

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