Innocenza e felicitˆ
VILLA DELLA PERGOLA ALASSIO (SV) Capability Brown, l’architetto paesaggista che nel Settecento aveva creato i parchi delle grandi dimore a perfetta imitazione della campagna inglese, questo giardino l’avrebbe disegnato così com’è oggi. Di fatto Lord Hanbury, all’inizio del Novecento, ereditando la Villa della Pergola ad Alassio, aveva continuato lo stile impresso ai Giardini Botanici della Mortola a Ventimiglia, seguendo le fasce della collina e facendo spazio, tra glicini, gelsomini e aranceti, a piante esotiche lì felicemente acclimatate. Infine, i due ettari di parco, da tempo abbandonati, hanno trovato un nuovo appassionato proprietario in Antonio Ricci, il notissimo autore di Striscia la Notizia, che li ha affidati a Paolo Pejrone, maestro dell’arte del giardino naturale. Cioè della creazione di un viaggio immaginario fatto di vialetti, pergolati, piccoli stagni, grotte coperte di muschio, l’angolo delle piante esotiche, il belvedere aperto sul golfo, la «folly», il padiglione appartato dove leggere e meditare.
Al centro del parco, la villa riflette i gusti anglo-indiani dei suoi proprietari: cupole, loggiati, marmi, camini. E mostra una straordinaria raccolta di memorabilia dei personaggi famosi che hanno sostato lì tra una partita di tennis e una tazza di tè. La tazza di tè, con rinforzi appropriati, oppure un aperitivo o un calice di vino si possono sorseggiare anche oggi al ➝
bar sotto la veranda o nelle sale, seduti comodi in poltrone very english.
In più, la Pergola vanta un ristorante, il Nove, che possiede due caratteristiche fondamentali. Primo: il cuoco, Giorgio Servetto, è ligure, cresciuto nella cascina di famiglia, e perciò ottimo conoscitore di quegli orti, quel mare, quelle colline. Per dire: fagioli di Pigna, cipolline di Calizzano, carciofi di Albenga. Secondo: sa cucinare, e le migliori guide gastronomiche lo hanno premiato con cappelli e forchette. Potrete scegliere fra tre menu degustazione, di cui uno vegetariano, più la carta. Si mangia così ligure che una delle proposte è in dialetto: brandacujun (stoccafisso, patate, ceci); crâva e faxêu (carré di capra con fagioli e scalogno; a cimma (la cima). E si procede tra Zuppa d’ortiche; Carpaccio con erbe amare e acciughe salate; Coniglio con olive taggiasche, pinoli, erbe del giardino. Aggiungete, a cena, il tramonto con vista privilegiata sul golfo di Alassio.