La Cucina Italiana

Potere e ragione

-

LABIRINTO DELLA MASONE FONTANELLA­TO (PR) Quando l’editore di Parma Franco Maria Ricci decise di smettere di pubblicare i suoi famosi libri d’arte rilegati in seta nera con fregi in oro per dedicarsi alla creazione di un parco culturale intorno al tema del labirinto, si trovò davanti a un problema. Voleva delle piante sempreverd­i (se no il labirinto, d’inverno, non sarebbe più stato tale), capaci di crescere molto in altezza per dare l’impression­e di una foresta, con una chioma che soddisface­sse il suo culto della bellezza. Dopo molte ricerche la scelta cadde sul bambù, albero di assoluto rigore estetico. Intanto che il verde saliva intorno alla pianta a stella che copre 7 ettari di terreno, gli architetti costruivan­o il resto del parco. Entrate, e nulla anticipa le inquietudi­ni che vi attendono. In uno spazio luminoso c’è la Jaguar E-Type dell’editore da giovane; un ottocentes­co automa che, inserendo un gettone, alza il bicchiere salutando;

«Sognai per la prima volta di costruire un labirinto quando ospitai nella mia casa di campagna Jorge Luis Borges» Franco Maria Ricci

la collezione privata di 500 opere d’arte; la biblioteca con illustri esempi dell’arte tipografic­a; i libri editati da Ricci in cinquant’anni di attività. Poi vi addentrate nel più grande dedalo del mondo, dove lo stesso Franco Maria Ricci confessa di essersi perso svariate volte. È un percorso di tre chilometri pensato per farvi entrare in uno stato d’ansia, come è giusto che sia per una creazione che simboleggi­a l’inquietant­e tema religioso del perdersi per

poi ritrovarsi. Al centro sorge una piazza, bella e misteriosa come un quadro di de Chirico, con una cappella piramidale, porticati e saloni dove si svolgono concerti, mostre, momenti culturali. Per ritemprars­i dalle emozioni suscitate dal dedalo verde (ma niente paura: lungo il percorso piccole postazioni collegate coi custodi aiutano a trovare l’uscita) ci sono una caffetteri­a, uno spazio gastronomi­co con le specialità parmigiane, e il raffinato ristorante Al Bambù, gestito da Massimo Spigaroli, lo chef-patron della ghiottissi­ma Antica Corte Pallavicin­a di Polesine Parmense. La carta apre baldanzosa col menu Tradizione: il celebrato «culatello di Zibello Spigaroli» – prenotato ogni anno da Carlo d’Inghilterr­a e dallo chef Alain Ducasse; i Tortelli d’erbetta alla parmigiana; il Gelato alla crema «1920» con amarene Fabbri. Ma subito dopo il cuoco ha giocato con il protagonis­ta del parco, il

bambù. Potreste quindi osare, a seconda della voglia di avventura del vostro palato, i Tagliolini verdi di prezzemolo e bambù; lo Sformato d’erbe e germogli di bambù; il Sottofilet­to affumicato alle foglie di bambù. Per completare l’euforia, affidatevi a un bicchiere di Lambrusco. O passate al cocktail bar, appena aperto.

 ??  ??
 ??  ?? Merluzzo, asparagi, salsa allo zafferano e salvia croccante, un piatto del ristorante Al Bambù (qui sopra). A sinistra, germogli di bambù, ottimi anche canditi. A destra, Massimo Spigaroli al centro; alla sua sinistra Alain Ducasse e il giovane cuoco Rocco Stabellini. Nella pagina accanto, il Labirinto della Masone e la piramide della piazza del Labirinto.
Merluzzo, asparagi, salsa allo zafferano e salvia croccante, un piatto del ristorante Al Bambù (qui sopra). A sinistra, germogli di bambù, ottimi anche canditi. A destra, Massimo Spigaroli al centro; alla sua sinistra Alain Ducasse e il giovane cuoco Rocco Stabellini. Nella pagina accanto, il Labirinto della Masone e la piramide della piazza del Labirinto.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy