La Cucina Italiana

Per tutti i gusti

-

I tipi di riso coltivati in Occidente appartengo­no in genere alla varietà Oryza sativa sottospeci­e japonica, mentre quelli orientali, con chicco vetroso, duro e sottile, alla sottospeci­e indica. I risi japonica si classifica­no in base all’aspetto del chicco in quattro tipi: comune/originario, opaco o perlato, piuttosto cedevole in cottura (Balilla); semifino, perlato, più resistente alla cottura (Maratelli, Vialone Nano, Rosa Marchetti); fino, vitreo e resistente in cottura (Roma); superfine, vitreo con la migliore tenuta sul fuoco (Arborio, Carnaroli).

1. CARNAROLI

A chicco lungo, selezionat­o negli anni Trenta, è consigliat­o per quelle ricette in cui l’elevata percentual­e di amido (amilosio) diventa un pregio, per esempio i risotti, che saranno cremosi ma non collosi. Con questo nome possono essere vendute varietà simili come il Carnacchio o il Carnise.

2. RIBE

Una volta chiamato Euribe, ha chicco affusolato. Normalment­e si trova in vendita in versione parboiled (vedi la nota sul trattament­o) per ovviare alla perdita di amido che si avrebbe durante la cottura tradiziona­le.

Per insalate di riso, piatti freddi e anche per gli arancini.

4. ROMA

Chicco lungo semiaffuso­lato perlato, simile al Baldo. Versatile, assorbe bene i condimenti. Per i timballi oppure in bianco.

5. THAI

È un japonica che arriva dalla Thailandia e profuma di gelsomino (è noto anche come riso Jasmine). Ottimo contorno per spezzatini di carne e verdure stufate.

6. ROSA MARCHETTI (INTEGRALE)

Prende il nome dalla moglie di Domenico Marchetti, a cui si deve anche la selezione dell’Arborio. Con chicco semilungo, quasi trasparent­e, è indicato per zuppe e creme di verdura e per i dolci. Da provare anche per una versione italiana dei maki giapponesi.

7. INTEGRALE

Il chicco di ogni riso viene sempre sottoposto a sbramatura per eliminare la buccia a più strati chiamata glumelle o lolla. Se il rivestimen­to intermedio, pula o pericarpo, non viene tolto, il riso è integrale.

8. VIALONE NANO

Ottimo per i risotti: con chicco di media grandezza, tondeggian­te e perlato, ha buona percentual­e di amilosio che garantisce una buona cremosità. È protetto dal marchio Igp.

9. NERO

Tra le tante varietà di riso nero la più nota è il Venere. Ibridato in Italia, si coltiva solo in Piemonte e in Sardegna. Integrale, profumato, non adatto ai risotti. Richiede almeno 40 minuti di cottura.

10. SANT’ANDREA

Varietà storica piemontese a chicco lungo che rientra nella Dop Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. Adatto a risotti e minestroni perché tiene molto bene la cottura. È usato per la panissa vercellese, il tipico piatto a base di riso, fagioli e salame della duja (salame conservato nello strutto).

11.16. BASMATI

Della sottospeci­e japonica, integrale e raffinato, arriva dalle pendici dell’Himalaya. Chicco affusolato, resistente in cottura, molto aromatico e con profumo quasi floreale.

12. BALDO

Il chicco semiaffuso­lato è simile a quello della varietà Roma. Se ne differenzi­a perché più cristallin­o. Varietà selezionat­a negli anni Settanta, è tra gli Igp del Delta del Po. Consigliat­o per le insalate.

13. ORIGINARIO

Colloso in cottura perché povero di amido, è adatto alle preparazio­ni dolci, per esempio cotto nel latte.

14. ARBORIO

Prende il nome dal paese, Arborio, dove fu selezionat­o nel 1946. Chicco lungo un po’ squadrato con buona quantità di amido. Perfetto per i risotti.

15. RISO ROSSO

Tipico della Camargue e noto come Riz rouge, si coltiva anche in alcune zone in provincia di Vercelli. È integrale e richiede una lunga cottura (quasi 1 ora), di sapore lievemente dolce.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy