Viaggio nel dubbio
Il dubbio come arma contro i pregiudizi, come posizione privilegiata per iniziare un dialogo dove la speranza è di ottenere risposte che smuovano le nostre conoscenze, che ci facciano formulare nuove idee, perché il mondo cambia e se non siamo pronti a cambiare, se restiamo fissi nelle nostre posizioni non riusciamo a interpretarlo, a viverlo con la consapevolezza di quello che sta accadendo e con l’astuzia di riuscirne a cavalcare l’onda. La mancanza di occasioni di confronto è frustrante e pericolosa, non solo per i cani, ma anche per le persone che perdono quell’abitudine a mettersi in discussione, a dialogare per il gusto di crescere, di imparare. Chiedere un dialogo, fare delle domande e pretendere delle risposte, non è per ledere la maestà: l’ora della deferenza è finita, eppure pochissimi sono disposti a mettersi in gioco condividendo le proprie competenze. Nella cinofilia italiana si sono da tempo inceppati i tradizionali meccanismi di formazione e il risultato è una pericolosa casta in cui non entra più nessuno che non sia già ruota del carro. Bisognerebbe rivitalizzare l’associazionismo, la formazione di base e introdurre quella continua... Ricordiamo che dove c’è ignoranza, dove c’è crisi, c’è dittatura perché chi governa, con la scusa di fare scelte per il bene di tutti, si accaparra sempre più potere. In questo numero ci siamo posti la domanda se certi titoli siano indice di una buona selezione, e abbiamo realizzato una piccola inchiesta sul riproduttore selezionato. Tanti hanno preferito non partecipare, e questo ci ha detto molto di più che certe risposte senza contenuto, perché non è sintomo di mancanza di coraggio, ma di mancanza di fiducia. Era imprevedibile che sarebbero state sospese le prove per oltre un anno, però certi titoli, che prevedono comunque delle verifiche, forse in questo periodo potevano venire in soccorso. Chi sono i riproduttori se non abbiamo la possibilità di vedere i loro figli in campo? Due Derby saltati sono praticamente un’intera generazione di cani sconosciuti. La nostra zootecnia non ha mai conosciuto un momento così buio, con un’incertezza da far tremar le gambe ai professionisti che l’hanno sempre onorata. Solo una stagione di Classiche, e un tavolo con un vero dialogo aperto e trasparente a cui ci dobbiamo sedere fisicamente o figurativamente tutti, ci possono salvare.