Il riproduttore selezionato per il Pci
Giovani Bernabé, Presidente PCI
Quando fu istituita la Riproduzione selezionata, il Pointer club d’Italia -dopo che il Consiglio aveva analizzato la situazione della razza- diede all’Enci dei parametri che fu deciso non fossero troppo stringenti, in quanto in quel momento la nostra razza non aveva -e per fortuna non ha- problematiche particolari, dunque si pensò non necessitasse tanto oltre alle verifiche zootecniche organizzate da Enci. La nostra organizzazione sul territorio, tramite i rappresentanti, inoltre, permette l’organizzazione abbastanza capillare nelle diverse regioni di Prove Speciali di razza, a cui il Club rilascia nulla osta. Seguendo con attenzione e monitorando i risultati di queste Prove Speciali, di cui condividiamo la scelta delle giurie con i comitati organizzatori, abbiamo degli indicatori abbastanza trasparenti sullo stato della razza. Alla fine avere una popolazione contenuta offre il vantaggio di avere il pieno controllo su questa. I dati raccolti da ogni prova vengono annualmente analizzati in consiglio e, in base a questi, si programma l’attività per l’anno successivo. Questa attenzione che il Club ha dato, soprattutto alle prove di caccia e alle prove specialistiche, ha fatto sì che negli anni il livello qualitativo dei pointer in dette note sia notevolmente migliorato, e che sia anche aumentato il numero di partecipanti, indi di pointer coinvolti nell’attività di selezione. Questa attenzione all’allevamento e ai suoi frutti da parte del Club, tramite trofei regionali, rassegna femmine, e tutte le altre manifestazioni che il Club organizza su tutto il territorio -oltre alle blasonate prove a Grande cerca e di Caccia a starne, dove effettivamente i nostri cani statisticamente ottengono grandi risultati- ha probabilmente fatto sì che l’istituzione della Riproduzione selezionata sia stata poco usata dagli allevatori, che avendo a cuore la razza già la selezionano con scrupo
lo e con la massima attenzione per ogni suo aspetto. Noi Italiani sicuramente abbiamo un eclettismo e un senso estetico che ci fa primeggiare anche nell’allevamento canino; per contro, purtroppo, siamo poco propensi a regole, ricerca e raccolta di dati e informazioni. Ciò non toglie, comunque, che l’amore e la competenza che da sempre hanno dato alla nostra razza gli allevatori, ha fatto sì che di poco si siano sbagliati, anzi è grazie a loro che abbiamo il pointer di oggi. Il pointer è complessivamente una razza in salute, ma occorre non abbassare mai la guardia, soprattutto nel momento in cui una popolazione canina non ha numeri elevatissimi: i nostri 2000 cuccioli circa ogni anno ci consentono ancora una certa tranquillità, e al momento non sono state riscontrate o evidenziate patologie di carattere genetico. Per quanto riguarda invece costruzioni e morfologia, l’indirizzo preciso e rigoroso degli esperti giudici deve fare in modo di dare indicazioni chiare ad allevatori e a utilizzatori, oltre che al Club di razza. Non abbiamo mai avuto occasioni di rapportarci direttamente con la Ctc in quanto al momento non si sono evidenziate problematiche particolari da dover ricorrere a un consulto con la commissione tecnica, ma costantemente ci rapportiamo con l’Enci. Comunque è intenzione del nostro Club farsi carico dell’informare, i soci e gli allevatori tutti, di questa possibilità per valorizzare strategie di allevamento particolarmente virtuose.
Monitorando i risultati delle prove speciali che il club organizza su tutto il territorio nazionale e condividendo la scelta delle giurie con i comitati organizzatori, abbiamo degli indicatori abbastanza trasparenti sullo stato della razza