La voce fuori dal coro
Roberto Guenaga, ex presidente Setter club spagnolo
“La cinofilia, come tutte le attività che non sono ritenute essenziali, in questo momento vivono in una grande incertezza, ma dal mio punto di vista tra poco questa situazione cambierà. Credo che prima della pandemia ci fossero già stati cambiamenti importanti nell’ambiente della cinofilia, di cui dovremmo tenere conto. La base della cinofilia agonistica è la caccia e in questo si sta verificando il grande cambiamento: sempre meno giovani vedono nella caccia una forma di intrattenimento, questo un po’ per l’aumento dei costi della caccia e anche per via dell’educazione che ricevono, in cui l’attività cinegetica non è molto ben vista, a volte fin neppur considerata. Non so come si possa o si debba articolare questo avvicinamento, ma credo che andrebbe fatto un lavoro di avvicinamento verso partiti politici, associazioni ed enti influenti: enti ambientalisti, autorità locali e nazionali, gestori del territorio e associazioni naturaliste per renderli partecipi del nostro amore per la natura e insieme raggiungere lo scopo comune di una ambiente sano, dove lo sfruttamento vada di pari passo con la sua tutela. Come ho detto in precedenza, la caccia è alla base della cinofilia e sicuramente nei prossimi anni dovremo lavorare di più sulla “caccia no kill”, che sarà senza dubbio il nostro futuro. Per quanto riguarda la cinofilia stessa, dobbiamo cercare di avvicinarla al maggior numero di persone, e soprattutto ai proprietari dei cani; la difficoltà sta nel fatto che i terreni dove si svolgono i concorsi sono molto distanti dai centri abitati. Dobbiamo riportare la cinofilia sotto agli occhi di tutti quanti potrebbero sostenerla e appassionarsi. Dovremo fare sforzi in questo senso e lo sforzo che sta facendo la cinofilia italiana con l’introduzione della starna ad Altamura è lodevole. Questo non significa che non dobbiamo sostenere i terreni che attualmente stiamo utilizzando -Spagna, Francia, Grecia, Polonia e Serbia- che sono e rimarranno un elemento fondamentale per lo sviluppo della cinofilia europea. Un altro concetto importante -ai fini di un avvicinamento della cinofilia al dilettante- è l’utilizzo di sistemi audiovisivi, idee come Enci Tv, se si generalizzassero, farebbero crescere esponenzialmente il numero dei tifosi, creando una lega simile alla Champions, che -a mio parereavrebbe un effetto moltiplicatore nel mondo della cinofilia. Per quanto riguarda il tipo di caccia, l’unico Paese in cui le prove di
La caccia è alla base della cinofilia, e sicuramente nei prossimi anni dovremo lavorare di più su un modello di caccia più sostenibile, come quella “no kill”
Grande cerca e di Caccia a starne sono fatte su pernici rosse e non su starne (pernici grigie), è la Spagna, che ha la fortuna di avere una buona consistenza di pernici rosse. All’inizio c’erano dubbi sulla possibilità di farlo, per la loro tendenza a sottrarsi di pedina; ma già negli anni ‘90, quando iniziarono le prime prove in Andalusia, abbiamo visto che era assolutamente possibile farle, e che questo selvatico richiedeva ai cani una grande capacità fisica e mentale, il che favoriva la selezione dei grandi trialler, che successivamente sarebbero stati utilizzati nella riproduzione. La diversità dei terreni e del comportamento quindi dei selvatici -la Spagna con le sue monocolture e le pernici rosse, la Francia con monocoltura e grandi terreni popolati da starne, la Grecia con la ricchezza dei suoi terreni e una buona presenza di starne, la Polonia con i suoi incredibili terreni e il comportamento delle pernici in branco, e ultimamente la Serbia, con la sua grande densità di starnesoddisfano quasi tutti i bisogni degli amanti della cinofilia agonistica.
Mancava solo che il paese più importante per numero di partecipanti facesse uno sforzo per fare dei concorsi nelle sue terre per completare questo circuito, e credo che con l’iniziativa di Altamura si conseguirà questo obiettivo. Vista la nostra necessità di utilizzare terreni -e selvatici- che abbiamo bisogno che i proprietari quindi ci cedano, affinché vi si possano organizzare delle prove, dobbiamo comportarci sempre bene e rendere partecipi tutti della nostra passione e degli obiettivi zootecnici che ci portano a praticarla. Senza dimenticare che gli allenamenti e i pernottamenti di proprietari, concorrenti e appassionati apportano ricchezza e quelle zone, che nella maggior parte dei casi vivono essenzialmente di agricoltura. I club e le associazioni cinofile locali dovrebbero pubblicizzare il più possibile la nostra attività, affinché si possa fare una mappa da condividere in rete con tutte le zone dove ci sono le condizioni per poter allenare e fare le prove. Un’altra cosa importante è valorizzare i cani che fanno risultati su terreni e selvatici diversi; il Trofeo Latino nasce come risposta proprio a questa esigenza di creare un circuito - con le migliori prove che si svolgono in Spagna, Italia e Francia- da cui potrebbero emergere i soggetti migliori che si confronteranno in una finale. Credo che sia giunto il momento di
È giunto il momento di rivedere i calendari delle prove internazionali, per poter conciliare gli interessi particolari di ogni paese con gli interessi generali e permettere l’integrazione di nuovi paesi
rivedere i calendari delle varie prove internazionali, per poter conciliare gli interessi particolari di ogni paese con gli interessi generali. Dobbiamo permettere l’integrazione di nuovi paesi -purché abbiano capacità organizzative, terreni e starne- e aiutare tutti a sviluppare una buona cinofilia. Per fare questo dovremmo cambiare il modo di selezionare i cani per i campionati: il primo requisito per essere selezionabile dovrebbe essere l’aver partecipato alle prove in almeno il 60% dei paesi in cui si organizzano. Sommando i punti dei tre migliori risultati di ogni soggetto si dovrebbe fare una classifica da cui prendere i venti soggetti migliori (a prescindere dalla nazione) e ogni Paese membro del Club Internazionale potrebbe aggiungere a questi un cane a scelta. Inoltre si potrebbero fare due Campionati: uno in autunno e uno primavera. A parte la Grande cerca e la Caccia a starne, per quanto riguarda i diversi Campionati, c’è una maggiore difficoltà di presenza dei partecipanti, perché la maggior parte dei partecipanti sono dilettanti. Credo che i club di ogni paese dovrebbero
Dovremmo cambiare il modo di selezionare i cani per i campionati: il primo requisito dovrebbe essere l’aver partecipato alle prove in almeno il 60% dei paesi in cui si organizzano
sostenere maggiormente i conduttori, in questo caso dovremmo ancora seguire il formato precedente con un numero definito di cani per club. I paesi in cui la razza è maggiorente rappresentata si potrebbe pensare abbiano diritto a un numero maggiore di cani, che comunque potrebbe esser stabilito da tre a otto”.