Paolo Festa: impegno e amore
Paolo Festa si sta godendo una bellissima stagione a quaglie, con pochi soggetti che però stanno dimostrando la finezza di un addestramento molto equilibrato e impartito con naturalezza. Gli abbiamo chiesto di raccontarci chi sono questi cani e soprattutto l’impegno di una nota che non tutti i professionisti se la sentono di affrontare
“Le Classiche sono un lavoro che se vogliamo da un punto di vista economico per uno come me che ha tre cani propri e tre di clienti e amici non sono propriamente un “affare”, ma in cinofilia non esistono “affari” e la questione economica è sempre assolutamente in secondo piano. Questa per me è la prima regola. Io sono affezionatissimo ai miei cani e quelli che presento, e l’ho dimostrato recentemente, sono miei e non li cedo. Gli voglio troppo bene. Il lato positivo della Classica è la vetrina che offrono, la gratificazione per i proprietari e gli appassionati e la serietà che garantiscono: posso di dire di aver una gran cane, ma finché corre da solo e “nel bosco” son solo chiacchiere. All’estero a volte è presente qualcuno ai barrage, ma a seguire le prove ci sono proprio pochi appassionati, per questo per me le Classiche diventano un dovere per i professionisti. In Classica non puoi presentare un cane mediocre, non puoi raccontare a nessuno il fenomeno che non è. La fortuna ti può assistere o meno, c’è sempre il terrore del comportamento del selvatico (volerà o non volerà?), ma il cane è sotto gli occhi attenti di una giuria plurima, su un prato al pulito e sotto gli occhi di decine, o più spesso centinaia, di appassionati. Quest’anno sto raccogliendo diverse soddisfazioni perché i due bracchi italiani di Mario Crescenti, Suncli del Falso e suo figlio Vasco del Falso nelle prime prove sono andati benissimo, sto presentando anche un bracco francese (che
in Classica io sinceramente non avevo mai visto), Major di Roberto Tamagna che anche lui sta figurando bene. Major mi è stato affidato alla fine di marzo, ma è un cane facilissimo, piacevole, assolutamente spontaneo e naturale, se vogliamo manca di un pizzico di distinzione, ma un cane che è sempre e solo andato a caccia, che fa un percorso equilibrato con un destra-sinistra regolare e ferma le quaglie, è corretto e consente, dimostra di avere grandissimo equilibrio e delle doti che meritano di essere valorizzate davanti a una platea come quella
delle Classiche. Come Vasco del Falso, che “nella vita” è un cacciatore di beccaccini, Cac in expo, e anche in Classica è un incontrista micidiale, riesce a fare quattro punti in un turno, lui lo presento anche in mista, perché per me il confronto deve essere aperto e i cani bravi non temono nessuno. Poi ci sono i miei due épagneul breton, Ciano e Ninò, e Gusto, kurzhaar, anche loro sempre sul pezzo, pronti a dir la loro in campo. Oltre questi soggetti che sto presentando ora, ho poi i cani cacciatori, soggetti non meno importanti, pronti anche loro a far la felicità dei loro padroni non appena si aprirà la stagione della caccia”.