Ma, si, però, forse…
Non è che posso salire in cima alla montagna con il cane al guinzaglio e cacciare poi scendendo, solo perché quel giorno il vento spira all’insù!! Se è intelligente, il Full, saprà lui come meglio muoversi per trovarsi al cospetto del selvatico, nelle condizioni migliori per inchiodarlo a terra. Se è intelligente... Come avrete potuto notare, io cacciatore chiedo poco o punto al mio Full; o meglio chiedo poche cose a chi è deputato alla selezione, a chi è deputato a migliorare i miei cani da caccia. Poche cose, ma fondamentali. Questo circa il cosa. Riguardo al come, ne parleremo magari in altra occasione. In tutto ciò, e mene rendo conto solo ora, ci siamo persi per strada l’addestrabilità. Non è che a volte sia meglio lasciare certe vecchie strade, per intraprendere percorsi nuovi, che possano rivelarci panorami inediti, nonché affascinanti, oltreché maggiormente veritieri, che viceversa non avremmo mai l’opportunità di poterne godere? Chiedo venia per aver osato. Perdonatemi se potete.
Io cacciatore ho bisogno di un cane che abbia passione, volontà, che non molli mai
lungo andare avrebbero giovato alla riproduzione. Sicuramente su alcuni aspetti certamente si. L’addestrabilità, dote altamente trasmissibile ed importante, la sopportazione a esercizi ripetuti come lo sgancio, il dopo quaglia eccetera... ma, siccome per carattere mi piace approfondire le cose che mi interessano, in Francia, gli addetti ai lavori, parlo per i kurzhaar, hanno prediletto da anni cani facili da addestrare con il risultato di aver ottenuto ausiliari perfettamente in mano, corretti sulla selvaggina di ogni tipo, con cerche anche troppo regolari e condizionate, hanno perso però in venaticità, nella determinazione di voler andare all’incontro, nel così detto senso del selvatico, che erano le loro caratteristiche principali ed importanti. Ritornando a Campo Felice, trovo l’ingegner Procaccini, uomo di cani, giudice internazionale, persona sensata e subito gli chiedo cosa pensa delle prove a quaglie. La risposta è stata immediata e condivisa anche da me: le quaglie per i cani sono un valore aggiunto. Ed io su questo sono perfettamente d’accordo. Stabilito questo, si apre il quesito di quante Classiche fare in un anno. Ho visto cani stanchi, come i loro conduttori, più di due mesi estivi ininterrotti a mio modesto parere sono troppi. Si parla di fare una Coppa Europa su quaglie, anche per la partecipazione di dresseurs provenienti dalla Grecia, Serbia,
Portogallo e Spagna, quindi allungare ancora i tempi. Perfettamente consapevole che le Classiche siano un grande spettacolo, una vetrina importantissima per vedere la preparazione e la qualità stilistica dei nostri cani, diminuire secondo me di qualche prova, distanziandole, dando la possibilità a cani e conduttori di rifiatare, permetterebbe, anche al pubblico (parte essenziale in questo tipo di manifestazione) di non disperdersi, frazionandosi nelle troppe prove. Altro argomento interessante, di cui ho avuto modo di parlare, è
Il fenomeno delle quaglie è cresciuto negli anni in modo esponenziale, sia nei partecipanti che nella durata di tutto il circuito. Ma hanno un fondamento zootecnico?