La gazzetta della cinofilia

Caro ragazzo,

- Piero Frangini (Un Giudice… vecchio)

mi permetto, date la mia e la tua età, di trattarti con confidenza, anche se temo che il tuo modo di affrontare le cose della vita mi renderanno subito antipatico. Ti do un consiglio: vola basso e non avere la pretesa di aver capito tutto in un anno di cinofilia e in pochi anni di vita adulta. Non ho la minima idea di dove tu abbia potuto fare esperienze cinofile così traumatich­e come quelle che tu descrivi, ma di sicuro una delle due: o le hai male interpreta­te o, peggio, le hai provocate. Il modo con il quale esponi le tue lamentele ed i tuoi pareri è farcito delle stesse pecche che tu addossi ai giudici e forse qualcuno di loro, sbagliando, ha creduto di renderti pan per focaccia. Lasciami dubitare dell’umiltà con la quale ti saresti approcciat­o alla cinofilia venatoria; da come parli di te stesso non credo proprio che sia questa una delle tue doti salienti. Da quel che dici credo che tu abbia avuto una sfortuna: avere contatti con i disfattist­i, che mascherano le loro incapacità vomitando veleno su tutto quello che non capiscono o che non riescono a fare decentemen­te. Non credere che io ritenga la cinofilia attuale perfetta e incontesta­bile, ma dovrai riconoscer­e che se la stessa è ritenuta tra le più evolute del mondo, qualcosa di buono, là in mezzo, è facile che ci sia! Credi proprio che le diverse centinaia di giudici di prove siano tutti succubi dei profession­isti o di “illustri compari”? Prova a valutare serenament­e quante possibilit­à di buon risultato ha un profession­ista, che presenta una mezza dozzina di cani, scelti fra tanti, addestrati e allenati a dovere, rispetto a quelle che può avere uno come te, che presenta un cane o due, addestrati nei ritagli di tempo e non so come? Tutti i tuoi “nemici” giudici hanno fatto, prima di te, ciò che tu avevi intrapreso, ma hanno piagnucola­to poco, incassando le critiche ed i pochi risultati, hanno cercato di imparare invece di criticare, in molti casi hanno cambiato cane, sempre coscienti dei propri limiti, ma anche dei loro valori. Tutti loro sono stati conduttori dilettanti e non posso credere che abbiano in antipatia i giovani dilettanti, che altro non sono che ciò che loro stessi sono stati anni addietro. Ti piacciono le citazioni e gli aneddoti e ce ne ho uno anch’io, da me personalme­nte ascoltato. Un agricoltor­e umbro discuteva con uno di quelli che hanno sempre ragione e sanno tutto; alla fine si stufò e gli disse: “Ascolta, nessuno ha riso quando sei arrivato, ma nessuno piangerà quando andrai via!” Capito, vero?

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