Il setter ieri e oggi
lascia delle pecche, lo userò su una femmina che ha fatto bene da più generazioni e mi dà un tipo di meccanica e di fenotipo di alto profilo, ma le manca una marcia.
Pur essendo così coinvolto nel mio lavoro, sono sempre rimasto un po’ ai margini della cinofilia, non sono mai entrato troppo nel sistema. Preferisco prendere le distanze da una certa cinofilia di oggi, dove l’immagine è determinante. Personalmente mi piace più parlare di contenuti. L’immagine la lascio a chi crede sia determinante per manifestare se stesso. La mia essenza si palesa con più concretezza, come ci hanno insegnato i nostri vecchi. Per me, la cinofilia migliora con il tuo esempio e non con la tua opinione. Parlare va bene, ma poi devi dimostrare che le tue idee sono valide e che le riesci a mettere in pratica.
Aldilà del numero di cani Campioni che uno ha fatto, credo che la capacità di allevare non sia palesata solo dai campioni e dai risultati raggiunti, ma dal prodotto medio dell’allevamento. Per me è la qualità del prodotto medio dell’allevamento che ti fa capire se qualcuno sa allevare o no.
I soggetti più rappresentativi non sono quelli che hanno ottenuto più titoli, ma sono quelli con una continuità genetica. Quelli che trasmettono alle successive generazioni quelle qualità ritenute necessarie al proprio programma selettivo. Ci sono cani che sono straordinariamente vincenti, ma dal punto di vista riproduttivo non valgono nulla.
L’antropologia è lo studio dei cambiamenti degli aspetti umani, ma si può applicare a tutti gli esseri viventi, perché studia tutti gli aspetti dal punto di vista morfologico, fisiologico e psicologico.
Il setter inglese è un cane che è cambiato, è un cane da un punto di vista psicologico meno sereno, meno tranquillo dei setter che ho visto negli anni Settanta e Novanta. Fortunatamente, chi ci ha lavorato prima ha creato lo zoccolo duro, perché senza quel lavoro fatto in modo certosino, oggi non avremmo questi risultati.
Il setter di oggi è un cane costruito in un modo diverso rispetto a quelli selezionati da chi ci ha preceduto. Per me oggi ci sono cani costruiti un pochino troppo raccolti, sono cani quasi nel quadrato, hanno una linea superiore praticamente rampante e hanno questo angolo glenoideo (che non è altro che l’angolo scapolo-omerale) particolarmente aperto, che purtroppo determina un accorciamento dell’escursione dell’anteriore, che dà un movimento non troppo tipico, perché nel galoppo del setter inglese l’ampiezza del compasso articolare è determinante rispetto alla sequenza di battuta. Questa è una caratteristica peculiare di razza.
Un altro aspetto su cui lavorare è l’omero accorciato con degli avambracci esagerati, che vanno a inficiare la meccanica, non solo da un punto di vista di stile (soggetti così costruiti non hanno la scorrevolezza classica del setter inglese), ma anche per quanto riguarda l’efficienza dell’azione, perché il setter ha un galoppo meno impetuoso, rispetto ad altre razze, ma anche più redditizio e meno faticoso.
La cinofilia migliora con il tuo esempio, non con la tua opinione. Parlare va bene, ma bisogna poi dimostrare la validità delle idee e che le riesci a mettere in pratica