Due settimane a beccaccini
Dal 10 al 21 novembre a Cozzo Lomellina e a Garbagna Novarese si sono svolte due settimane di prove a beccaccini che hanno avuto una partecipazione record e per fortuna -nonostante le pessime previsioni legate alla siccità- anche un livello tecnico molto buono, con buona presenza di selvaggina A cura della redazione
Dopo questa lunga e soddisfacente tournée siamo qui a tirare le somme, goderci gli aspetti positivi -che sono tanti- e valutare dove le cose sono migliorabili.
L’attività dei beccaccinisti, dopo il culmine della pandemia, ha ripreso a pieno ritmo, sia sui campi di prove, ma soprattutto a caccia. Direi che i nostri cani non hanno patito particolarmente questa brutta sosta forzata, probabilmente perché essendo tutti in mano ad appassionati cacciatori, praticamente non sono stati mai fermi, anche nei lunghi mesi di assenza di passo.
Le prove lomelline e novaresi sono state un indubbio successo.
I terreni, dopo un lungo periodo di siccità estiva, si sono messi a regime dopo le piogge di fine ottobre e primi di novembre. Il passo è stato abbastanza regolare ed in linea con l’andamento degli ultimi anni, cioè complessivamente positivo. Il livello qualitativo dei cani si è confermato elevato. Anche quest’anno abbiamo visto nuove leve che fanno ben sperate nella positiva continuità della nostra prova specialistica. Parliamo di cani che hanno già fatto almeno una stagione di caccia che resta sempre l’unico vero banco di prova per staccare il cartellino di accesso alle prove di lavoro. Il numero dei cani presenti aumenta ogni anno, la qualità complessiva è più che soddisfacente e quasi tutte le razze sono rappresentate dimostrando, nelle loro diversità, attitudine a quanto richiesto dalla nota. Perfetto l’operato della segreteria del Club, che grazie ad un accurato e complesso lavoro, partito settimane fa, ha fatto in modo che tutto filasse come l’olio. Bravi anche i conduttori, tutti cacciatori appassionati, abituati a
cacciare da mane a sera, che calatisi nel mondo delle prove rispettano fedelmente i requisiti richiesti dalle stesse. Non dimentichiamo inoltre che tra i partecipanti da molti anni annoveriamo un addestratore professionista di cani preparati esclusivamente su beccaccini, che tanto lustro ha portato al nostro Club in Italia, e non solo.
I colleghi esperti giudici presenti sul campo, hanno scritto le loro note sulla rivista ed io sono esentato dal fare commenti tecnici, anche se sono stato presente alla manifestazione anche in veste di giudice. Commenti complessivamente positivi, come emergeva dalle relazioni sul campo. Io personalmente mi sento ancora una volta di ringraziare tutti i giudici, che hanno dimostrato attaccamento al Club, rispetto dei tempi e delle nostre regole ed entusiasmo nel giudicare i nostri cani. Inoltre a beccaccini come altrove è fondamentale l’apporto degli accompagnatori, profondi conoscitori dei terreni, che hanno fatto risparmiare tempo ai componenti delle batterie e messo i cani in condizione di esprimersi al meglio ed agli esperti di stilare giudizi corretti e condivisibili.
Vorrei anche esprimermi sullo stato di salute dei vari cani, senza elevarmi a portatore di indiscusse verità, ma unicamente come colui che in veste di Presidente, giudice, e
soprattutto cacciatore, segue questa carovana con assiduità: per quanto riguarda il setter inglese, credo sia ancora la razza regina della manifestazione per doti intrinseche insite nel suo standard di lavoro e per il numero dei partecipanti.
Il setter irlandese ha la caccia al beccaccino nel suo DNA da sempre e attualmente possiamo goderci due soggetti formidabili.
Il setter gordon ha una passione indomita per la caccia, e questo fa di lui un grande protagonista nelle prove a beccaccini.
Il pointer ha il fascino del purosangue e colpisce tutti, in più a beccaccini si trova perfettamente a suo agio.
L’épagneul breton è un piccolo folletto che non finirà mai di stupire, e a beccaccini lo conferma.
Un altro cane affascinante è il kurzhaar: i soggetti che partecipano alle nostre prove vincono e danno emozioni.
Il bracco italiano è un altro cane vocatissimo alla caccia al beccacci
no e se ce ne fosse qualcuno di più sarebbe meglio.
Tra le razze meno diffuse cito un langhaar, razza poco conosciuta, in possesso di evidentissime doti venatorie; poi vi sono sporadiche apparizioni di weimaraner e di bracchi ungheresi, alcuni dimostratisi di buon livello.
Noto invece con dispiacere da alcuni anni l’assenza totale dello spinone nazionale, e la cosa mi rattrista parecchio, anche perché lo reputo un cane che potrebbe fare grandi cose in questa specialità. Complessivamente, lo dico da anni, constatiamo la buona salute dei cani inglesi tutti; nei continentali vediamo alcuni soggetti validi, ma complessivamente il livello qualitativo non è eccelso. Peccato perché nella caccia al beccaccino il continentale non è sicuramente inferiore. Forse dovrebbero sottoporci un maggior numero di cani al giudizio, magari anche non dressati alla perfezione, ma venatoriamente validi e ben costruiti.