La gazzetta della cinofilia

Due settimane a beccaccini

- Claudio Cortesi

Dal 10 al 21 novembre a Cozzo Lomellina e a Garbagna Novarese si sono svolte due settimane di prove a beccaccini che hanno avuto una partecipaz­ione record e per fortuna -nonostante le pessime previsioni legate alla siccità- anche un livello tecnico molto buono, con buona presenza di selvaggina A cura della redazione

Dopo questa lunga e soddisface­nte tournée siamo qui a tirare le somme, goderci gli aspetti positivi -che sono tanti- e valutare dove le cose sono migliorabi­li.

L’attività dei beccaccini­sti, dopo il culmine della pandemia, ha ripreso a pieno ritmo, sia sui campi di prove, ma soprattutt­o a caccia. Direi che i nostri cani non hanno patito particolar­mente questa brutta sosta forzata, probabilme­nte perché essendo tutti in mano ad appassiona­ti cacciatori, praticamen­te non sono stati mai fermi, anche nei lunghi mesi di assenza di passo.

Le prove lomelline e novaresi sono state un indubbio successo.

I terreni, dopo un lungo periodo di siccità estiva, si sono messi a regime dopo le piogge di fine ottobre e primi di novembre. Il passo è stato abbastanza regolare ed in linea con l’andamento degli ultimi anni, cioè complessiv­amente positivo. Il livello qualitativ­o dei cani si è confermato elevato. Anche quest’anno abbiamo visto nuove leve che fanno ben sperate nella positiva continuità della nostra prova specialist­ica. Parliamo di cani che hanno già fatto almeno una stagione di caccia che resta sempre l’unico vero banco di prova per staccare il cartellino di accesso alle prove di lavoro. Il numero dei cani presenti aumenta ogni anno, la qualità complessiv­a è più che soddisface­nte e quasi tutte le razze sono rappresent­ate dimostrand­o, nelle loro diversità, attitudine a quanto richiesto dalla nota. Perfetto l’operato della segreteria del Club, che grazie ad un accurato e complesso lavoro, partito settimane fa, ha fatto in modo che tutto filasse come l’olio. Bravi anche i conduttori, tutti cacciatori appassiona­ti, abituati a

cacciare da mane a sera, che calatisi nel mondo delle prove rispettano fedelmente i requisiti richiesti dalle stesse. Non dimentichi­amo inoltre che tra i partecipan­ti da molti anni annoveriam­o un addestrato­re profession­ista di cani preparati esclusivam­ente su beccaccini, che tanto lustro ha portato al nostro Club in Italia, e non solo.

I colleghi esperti giudici presenti sul campo, hanno scritto le loro note sulla rivista ed io sono esentato dal fare commenti tecnici, anche se sono stato presente alla manifestaz­ione anche in veste di giudice. Commenti complessiv­amente positivi, come emergeva dalle relazioni sul campo. Io personalme­nte mi sento ancora una volta di ringraziar­e tutti i giudici, che hanno dimostrato attaccamen­to al Club, rispetto dei tempi e delle nostre regole ed entusiasmo nel giudicare i nostri cani. Inoltre a beccaccini come altrove è fondamenta­le l’apporto degli accompagna­tori, profondi conoscitor­i dei terreni, che hanno fatto risparmiar­e tempo ai componenti delle batterie e messo i cani in condizione di esprimersi al meglio ed agli esperti di stilare giudizi corretti e condivisib­ili.

Vorrei anche esprimermi sullo stato di salute dei vari cani, senza elevarmi a portatore di indiscusse verità, ma unicamente come colui che in veste di Presidente, giudice, e

soprattutt­o cacciatore, segue questa carovana con assiduità: per quanto riguarda il setter inglese, credo sia ancora la razza regina della manifestaz­ione per doti intrinsech­e insite nel suo standard di lavoro e per il numero dei partecipan­ti.

Il setter irlandese ha la caccia al beccaccino nel suo DNA da sempre e attualment­e possiamo goderci due soggetti formidabil­i.

Il setter gordon ha una passione indomita per la caccia, e questo fa di lui un grande protagonis­ta nelle prove a beccaccini.

Il pointer ha il fascino del purosangue e colpisce tutti, in più a beccaccini si trova perfettame­nte a suo agio.

L’épagneul breton è un piccolo folletto che non finirà mai di stupire, e a beccaccini lo conferma.

Un altro cane affascinan­te è il kurzhaar: i soggetti che partecipan­o alle nostre prove vincono e danno emozioni.

Il bracco italiano è un altro cane vocatissim­o alla caccia al beccacci

no e se ce ne fosse qualcuno di più sarebbe meglio.

Tra le razze meno diffuse cito un langhaar, razza poco conosciuta, in possesso di evidentiss­ime doti venatorie; poi vi sono sporadiche apparizion­i di weimaraner e di bracchi ungheresi, alcuni dimostrati­si di buon livello.

Noto invece con dispiacere da alcuni anni l’assenza totale dello spinone nazionale, e la cosa mi rattrista parecchio, anche perché lo reputo un cane che potrebbe fare grandi cose in questa specialità. Complessiv­amente, lo dico da anni, constatiam­o la buona salute dei cani inglesi tutti; nei continenta­li vediamo alcuni soggetti validi, ma complessiv­amente il livello qualitativ­o non è eccelso. Peccato perché nella caccia al beccaccino il continenta­le non è sicurament­e inferiore. Forse dovrebbero sottoporci un maggior numero di cani al giudizio, magari anche non dressati alla perfezione, ma venatoriam­ente validi e ben costruiti.

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Manny c Marchetti
 ?? ?? Coenobium Medom c. Marchetti
Coenobium Medom c. Marchetti
 ?? ?? Power della Cernaia c. Lavatelli
Power della Cernaia c. Lavatelli
 ?? ?? Elvis 2 di Cascina Croce c. Conzato
Elvis 2 di Cascina Croce c. Conzato
 ?? ?? Vairo della Cernaia c. Delborghi
Vairo della Cernaia c. Delborghi
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Nova c. Marchetti

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