L’isola promessa
La Sardegna da cinofilo è la prima volta che la visito, perché in passato il calendario delle prove non coincideva con le mie esigenze lavorative. Avevo sentito i racconti dei vari interpreti, che hanno sempre riferito di un luogo dove la natura non aveva sopportato tutte le angherie dell’esasperato lavorio delle macchine che migliorano la redditività della terra.
Le attese erano tante, anche perché alcune telefonate di fine anno parlavano di un’ottima presenza di beccaccini e di risaie ben bagnate. Entusiasmo elevato pervaso da
una aspettativa che per quanto alta non riusciva a realizzare quanto poi la realtà ci ha regalato. Un’organizzazione perfetta, dove il gioco di squadra fra il Gruppo cinofilo di Oristano ed il Club del Beccaccino hanno giostrato quattro batterie di inglesi e una di continentali, con la presenza di cinque giudici, in modo che la singola batteria cambiasse giudice tutti i giorni e girava fra la quattro zone disponibili.
Il mio esordio è stato nella zona
“sinistra dell’ospedale”. Arrivato sul terreno si è riavvolto in un attimo il nastro del film della mia infanzia venatoria; incredulo nel vedere ancora le barriere di canne alte oltre tre metri a segnare il confine tra le risaie. Poche risaie grandi, ma tante ancora medio-piccole e incastrate fra loro, con argini ancora con erba che facevano da riparo nelle situazioni di vento deciso e con la presenza ovunque di quattro dita di fango, che rendono queste risaie diverse, rispetto a quelle della Pianura Padana.
E in questo scenario si elevavano le prestazioni di quei soggetti che sempre nel vento, con coraggio, determinazione e la sicurezza nel discernimento, osavano sfidare i beccaccini che facevano gli attori un po’ agitati e nervosi.
È stata una cinque giorni intensa ed entusiasmante, con il tempo clemente e la presenza di beccaccini notevole, frammischiati, specialmente nei primi giorni, a una quantità di frullini che inserivano ulteriori difficoltà alle prove.
Pochissimi i turni conclusi senza l’incontro. I migliori attori sono stati quei soggetti che hanno saputo adeguarsi, nelle varie giornate, alle mutevoli condizioni di vento e nell’interpretare la cerca quasi come una vela per mare, prestando attenzione in prossimità degli argini e dei frangivento che sottraevano di colpo il flusso dell’aria, ma tenevano al riparo i beccaccini, leggeri pronti a involarsi al minimo disturbo. Il collegamento fra conduttore e ausiliare in queste situazioni è governato da gesti e dalla reciproca fiducia, dove si evidenzia la passione di questi soggetti. L’intervento con il fischietto più volte è stato deleterio, perché ha allarmato beccaccini che forse sarebbero stati altrimenti utilizzati.
In questa cornice le qualifiche sono state significative, e hanno portato alla ribalta anche nuovi soggetti, tra cui anche alcuni giovani. Si è ampliato il numero dei partecipanti: non più solo soggetti specialisti, ma anche ausiliari che si sono distinti in altre situazioni con selvatici diversi. Oltre alla novità legata all’ambiente, ho apprezzato alcuni turni vissuti con il piacere di soggetti che hanno affrontato le risaie e il vento con spavalderia e coraggio, consci della rischiosità del loro atteggiamento ma con la concentrazione di prendersi quella bava d’aria giusta che gli permetteva, dopo una breve filata, di inchiodare a terra i beccaccini. E non sempre ci riuscivano.
Con soddisfazione sono riuscito ad assegnare un Cac a Lotar Reno, per l’importanza del turno con una prestazione di cerca di alto livello e di pregevole intensità e attenzione, con cinque punti conclusi correttamente, di cui solo due validi su beccaccini; tutti con bella espressione tipica, con il secondo su beccaccini di una qualità raffinata per filata e ferma, in un
contesto di risaia con stoppia molto bassa e quindi con difficoltà ambientali elevate, anche se in presenza di buona ventilazione.
Così come nella Speciale pointer, giudicata venerdì pomeriggio, ho certificato con Cac Blues, che si è aggiudicato un punto in bella espressione, uscendo da un fosso con prontezza e reazione statutaria su un gruppo di otto beccaccini che si sono involati davanti e ben indicati, all’arrivo sulla sponda al di qua del fosso del conduttore, dopo un turno svolto nella grande nota.
Ho avuto l’onore per la prima volta, grazie ai due colleghi che mi hanno espresso la loro fiducia, di giudicare da Presidente un barrage con tre di setter delle tre varietà: inglese, gordon e irlandese. Cacit all’Inglese Uber della Cernaia e riserva all’Irlandese Nothing Des Solos De Rory. Terra di Sardegna grazie per la disponibilità di un ambiente pieno di risorse per queste verifiche zootecniche. Agli amici che ci hanno accolto e accompagnato e svelato un po’ delle loro tradizioni un grazie nella speranza che il loro impegno sia sempre disponibile, negli anni. Ai concorrenti un grazie per averci dato la possibilità di apprezzare turni sempre emozionanti e per la correttezza sul terreno.
Ai beccaccini, che seppur nervosi e un po’ agitati hanno reso le nostre giornate colme di emozioni, sottostando qualche volta al volere dei cani, che spesso sono riusciti a fermarli, un arrivederci a presto.