Aria di beccaccini
Quasi un sogno iniziare il 2022 tra gli amici beccaccinisti in quel di Oristano. Il gusto di togliersi la maschera e (non quella di carnevale o della Sartiglia, ma quella stramaledetta anti Covid) almeno nelle risai, non è cosa da poco. Poi in Sardegna, nel meraviglioso gruppo degli appassionati, si respira aria purificata dal mare, aria di beccaccini!
Sono più di trent’anni, praticamente dalla sua istituzione, che partecipo a questo importantissimo e molto sentito evento cinofilo che prende il nome di la ‘Settimana Sarda’, ma quest’anno direi di aver trovato una ricchezza di selvaggina che non avevo mai trovato, in tutte le precedenti edizioni. Direi che la specie beccaccino è in buona salute e per questo, al termine della manifestazione, ho augurato convinto ‘lunga vita’ al Club, a cui mi sento affettivamente legato fin dal 1968.
L’attività cinofila del Club del Beccaccino si è incrementata nei numeri, e anche nella qualità dei soggetti: lo dicono anche le qualifiche assegnate. Oggi, la maggior parte dei soggetti, non solo sa fermare il beccaccino, ma si presenta con tipicità ed andatura consona alla razza.
È un risultato fortemente voluto dal direttivo del Club, che negli anni ha sensibilizzato i propri aderenti a trasformarsi da semplici cacciatori a veri amatori del cane, in grado
quindi di portare un contributo alla selezione delle razze da ferma. E non dimentichiamo che, nel nostro Paese, le prove specialistiche poco alla volta rischiano di rimanere le sole su selvaggina ‘vera’! Tra queste la prova su beccaccini per l’ampiezza dei terreni, la cerca impostata sempre sul vento, l’approccio con il selvatico... può essere considerata la più classica delle classiche!
Per le abbondanti piogge di dicembre le risaie non erano state lavorate e quindi si trovavano quasi tutte in condizioni ottimali; con un record di presenze di quasi 50 cani non mancavano certo i terreni per far correre quattro nutrite batterie di Inglesi e una di tre soli continentali. Con l’avvicendamento delle batterie ho avuto la possibilità di visionare tutti i soggetti iscritti alla manifestazione; ciò mi ha offerto la possibilità di avere un quadro generale del valore -vorrei dire del patrimoniocanino in grado di misurarsi in una caccia specialistica particolarmente difficile. Il quadro si evince dalle relazioni e dalle qualifiche rilasciate. Se -come ho già detto- l’aderenza al tipo è diventata una costante in quasi tutti i soggetti presentati, tutti -senza eccezione- hanno rispecchiato la nota della caccia al beccaccino, affrontando con disinvoltura e impegno, la risaia, indipendentemente dalla razza di appartenenza. Bello e significativo è stato il confronto tra le diverse razze. In questa edizione erano presenti setter inglesi, irlandesi, gordon e pointer, mentre i tre continentali erano tipici e validi rappresentanti di tre razze diverse: kurzhaar, langhaar e bracco italiano. E sarà proprio un bracco italiano a vincere il trofeo Sergio Lapi in virtù del maggior punteggio accumulato nei cinque giorni di prove. Classifiche e qualifiche non hanno quindi deluso, l’organizzazione è stata perfetta anche in virtù della consolidata esperienza degli addetti ai lavori e di una giuria particolarmente vocata a... calpestare la risaia! I concorrenti, molto sportivi, hanno contribuito a creare quel clima di affiatamento e di gruppo che ha reso oltremodo piacevole la manifestazione.
Come giudice e come ex presidente del Club mi sono esaltato per la riuscita di questa edizione della Settimana Sarda, più che positiva sotto tutti gli aspetti. L’auspicio è che si possa continuare con questo trend di crescita. Con la saggia guida di Claudio Cortesi, con l’entusiasmo di Mauro Delborghi, con un ambiente ospitale e sempre ben popolato da beccaccini, sono certo che l’impegno cinofilo del Club del Beccaccino avrà lunga vita e potrà diventare l’emblema di una sana attività, in linea con le più nobili tradizioni da cui si originò il Kennel club italiano.