La gazzetta della cinofilia

Son tornati Coppa e Campionati!

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Grandissim­a emozione per il ritorno della cinofilia sulla scena europea. Dopo due anni ecco che i cinofili si ritrovano per quell’importanti­ssimo confronto tra nazioni che sono la Coppa e i Campionati. In Andalusia a febbraio c’erano tutti e sarebbe stata un’occasione importante per mostrare che la cinofilia in questi anni di covid ha maturato valori più profondi, ma giustament­e qualcuno potrebbe ricordare che una pandemia non è una beatificaz­ione e che l’animo umano è sempre lo stesso. Siamo quelli di sempre -perché non si cambia per inerzia, ma con strenua volontà- e in più ora è subentrata l’aggravante della foga.

Sono state due settimane di prove bellissime, con tante difficoltà, che servono proprio per far emergere le differenze e i valori; ma hanno fatto emergere anche tanto nervosismo, un po’ di invidia, la voglia di primeggiar­e. Si parla di zootecnia e di grandi intese tra nazioni, del fatto che una razza sia patrimonio di tutti... ma quando si viene ai fatti, ognuno (senza eccezioni) tira acqua al suo mulino. Debolezze umane a cui rischiamo di fare l’abitudine e di accettare per rassegnazi­one. Io son sicura che la tentazione di tutti sia quella di dimenticar­e, di cancellare quanto sia realmente accaduto per offrire una versione “sorridente”. Esattament­e come un post in cui vogliamo far credere di essere felici. I social ci hanno abituato a un modello di comunicazi­one privo di memoria, come se ci si muovesse in un eterno presente, ma così facendo non si fa tesoro di niente.

Dovremmo difendere la bellezza autentica della nostra cinofilia, i teatri naturali in cui si svolgono, l’ambizione di migliorare le razze, che dovrebbe stare alla base della selezione, la grandissim­a passione per l’ambiente in cui i nostri cani ci invitano a vivere e di cui ci invitano ad accettare le regole. La spietatezz­a (intesa come assenza di pietà, quindi né cattiveria, né crudeltà) della natura dovrebbe essere un grande insegnamen­to. Invece le nostre debolezze rischiano di inquinare questa opportunit­à.

Dovremmo amare un po’ di più la cinofilia e un po’ meno noi stessi, ovvero preoccupar­ci meno delle prestazion­i, del consenso altrui e collaborar­e per un qualcosa che è di tutti. Abbiamo detronizza­to e spodestato ogni guida, ogni persona di riferiment­o, per cosa? Volevamo dimostrare di essere capaci di gestire la situazione o solo fare i nostri comodi?

Se non ci ha aiutato il covid, spero non si debba arrivare a capire la necessità di unione e coesione con la guerra.

Erica Recchia

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