Coppa di primavera kurzhaar
Ho scelto di arrivare solo per gli impegni assunti anche per evitare le solite polemiche che hanno investito le selezioni partite dalle nostre prove. Finora abbiamo sempre goduto di un’ottima coesione che ci ha portato a raggiungere risultati importanti, in questo momento l’aria è un po’ meno serena, proprio per questo, in questo momento, c’è da lavorare sotto l’aspetto sociale. Non a caso il selezionatore demandato dal Club a formare la squadra è uno spirito libero come Piero Frangini, che oltre ad essere competente è anche assolutamente indipendente.
Prima della nostra Coppa c’è stata anche la prima riunione post covid della commissione continentali della Fci, di cui sono presidente. All’ordine del giorno i problemi di ogni nazione riguardo alla situazione covid e allo stop alle prove che tutti abbiamo un po’ sofferto (e lo stato di salute delle razze in generale lo riflette). Quarantene e lockdown hanno rallentato il lavoro di sele
zione di ogni nazione. Anche l’Italia ha subito la situazione pandemica, perché la preparazione dei cani non è ottimale: non tutti sono riusciti a lavorare con tranquillità, molti soggetti hanno pagato la mancanza di esperienza, molti dei “vecchi” sono stati messi in pensione e i giovani hanno perso almeno un anno e mezzo. Questo pesa sulla carriera di un cane, che è breve. La manifestazione però è stata un grande successo, perché c’erano 15 nazioni (Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svezia, Ucraina, Croazia), quindi la voglia di tornare a riunirsi era palpabile, con un ottimo clima di amicizia; unico handicap -se vogliamo per forza trovarne uno- è stato che per effetto del covid non abbiamo potuto fare cene di gala e ritrovarci tutti insieme. Anche la presentazione delle squadre è stata fatta molto frettolosamente proprio per evitare assembramenti.
L’organizzazione quest’anno è stata a carico del Kennel club croato, che ha il bravissimo Branko Sare come presidente e il dottor Sruk Velimir, che è vice presidente del Kennel club e presidente del Kurzhaar club croato, sempre presenti e sempre sul pezzo. Una manifestazione organizzata benissimo, con tutti i partecipanti suddivisi in quattro batterie, con un nume
ro importante di cani (12-13 soggetti ciascuna). Ci ha assistito una bora persistente, che ci ha sfiancato, ma i cani hanno avuto l’occasione di fare bene, anche se le condizioni erano al limite, con un gran secco e vento fortissimo, le starne si faticava un attimo a reperirle, ma non sono mancate per il risultato della manifestazione. Un fatto particolare è che su 15 nazioni tutte hanno avuto almeno un cane qualificato, e questa è la prima volta che succede; addirittura anche l’Islanda -che era la prima volta che partecipava- è entrata in classifica. È mancata, invece, per la prima volta l’Olanda, non c’era una motivazione particolare, semplicemente non sono riusciti a comporre la squadra; peccato perché 16 nazioni sarebbe stato un bel record di partecipazione.
Ho visto dei bravi kurzhaar, tra le nazioni che stanno crescendo va segnalata la Romania, che ha un gruppo di ragazzi giovani che hanno voglia di fare e nutrono grande interesse. Cristian Misici è un po’ il perno del gruppo e sta lavorando anche alla divulgazione della razza e della cultura del cane da ferma in Romania. Serbia, Montenegro e Ucraina hanno per lo più cani di allevamento serbo e hanno dimostrato forse non un’eccelsa finezza, ma di sicuro un gran rendimento.
I soggetti di Cakic sono molto positivi, un lotto di cani che stanno portando alta la bandiera della Serbia che ha vinto il titolo a squadre. Anche i cani dell’Ucraina sono due soggetti del Cakic. Bisogna dargli onore e merito.
Al secondo posto il Montenegro (con quattro soggetti di allevamento serbo) e terza la Romania (con un soggetto del Rade Savic). L’Italia non ne esce bene, nonostante la squadra selezionata da Frangini fosse forte. I cani ci sono, ce ne sarebbero stati per fare più squadre,
tutte parimenti promettenti. Sia la nota che la razza in italia ci sono, noi abbiamo un tipo che ci distingue, una morfologia molto raffinata che indubbiamente rappresenta meglio la razza. L’emergenza selvaggina, la pandemia e i vari divieti hanno indubbiamente influito sulla prestazione. Bisogna fare attenzione perché se ci tolgono le palestre croate e serbe siamo davvero in crisi. La Francia, selezionata dall’amico Gerlet, non ha avuto gran fortuna: in questi terreni rotti, con cespugliati e con tante interruzioni, loro che vengono dalla monocoltura pagano un po’ nel rendimento.
Dei kurzhaar italiani io ho visto Pradellinensis Noé e Ira dei Briganti Sardi, che ha avuto un terreno difnon ficile, ha faticato a prendere le misure, una ferma in bianco sostenuta e accenni di non grande concentrazione le hanno precluso il richiamo. Anche P. Noè aveva una ferma in bianco, ma aveva fatto una prestazione lodevole e lo abbiamo portato al richiamo, dove purtroppo un’altra ferma in bianco con lunga guidata lo hanno portato all’eliminazione. Abbiamo quindi chiuso con due qualifiche di Brack della Chiusa (il primo giorno 2 Mb e il secondo giorno il Cac), che è andato al barrage per il titolo individuale con Karice del Cakic. Purtroppo Brak in quell’occasione si esprime bene in partenza, perchè si è fermato su un’emanazione. Quindi il titolo di Campione a Karice condotto dal suo allevatore Aleksandar Cakic per la Serbia, e quello di Vicecampione a Hani od Bube del Montenegro.
Ringrazio tutti i kurzhaaristi che si sono messi a disposizione del selezionatore, tutti i Club che hanno presenziato con le loro rappresentative e l’organizzazione croata nelle persone di Branko, Velimir e tutto il loro super staff, così attivo.
Il Kurzhaar club italiano, che sentitamente ringrazio, mi ha affidato l’incarico di formare la rappresentativa nazionale che ha partecipato alla Coppa Europa riservata al bracco tedesco a pelo corto.
Sfrutto l’occasione delle prove con qualifiche italiane che si svolgono a Zara a fine febbraio per far parte della giuria e per dare un’occhiata panoramica ai cani disponibili. Occasione ghiotta, poiché la Coppa si svolgerà su quegli stessi terreni. A questo proposito è giusto sottolineare che i terreni di Zara sono tutt’altro che facili; premesso che non li praticavo da molti anni, li ricordavo tuttavia maggiormente coltivati, invece nel frattempo si sono coperti di molti gerbidi, boschetti e vegetazione spontanea. Non mancano buone aperture, ma questa variabilità di vegetazione pretende dai cani attenzione costante, metodo e collegamento. E devo dire che, nei giorni delle prove, i cani da me adocchiati hanno risposto positivamente a queste necessità, ottenendo anche buoni risultati. Un’ultima carrellata selettiva nella zona delle antenne mi permette di chiarirmi definitivamente le idee, e quindi di formare la nazionale in questo modo:
Brak della Chiusa, conduttore Venturelli: serio ed esperto; anche in questa occasione darà il suo contributo con un Molto buono il primo giorno e un Cac il secondo.
Elvis della Costanza, conduttore Festa: mi è piaciuta la sua sicurezza e la tipicità nell’andare a punto. Purtroppo la forte bora di quei giorni ha tradito il suo olfatto e le ferme senza esito hanno invalidato prestazioni per il resto di ottimo livello.
Ira dei Briganti Sardi, conduttore Pezzulli: in piena forma fisica, un po’ a rischio per la grande avidità, ma aveva ottenuto buoni risultati; purtroppo non si è ripetuta in Coppa.
Pradellinensis Noé, conduttore Ca
pelli: la classe non si discute, la nota neanche. Ho seguito il suo turno del secondo giorno: semplicemente perfetto! Tant’è che, nonostante una ferma senza esito, è stato portato al richiamo. Altre ferme con stesso risultato chiudono la partita. Pradellinensis Cobra di Bottani e Orfeo di Pra’ Capone di Armaroli erano state designate riserve di lusso, inutilizzate perché il primo ha declinato l’incarico ed il secondo per mia scelta, poiché a mio avviso nessuno dei titolari aveva offerto prestazioni che meritassero la sostituzione per la prova del secondo giorno. Ad Augusto e Claudia i miei sinceri complimenti per la sportività cristallina.
A questo punto risulta inutile specificare che non è stato ottenuto alcun risultato positivo, ma se per caso ci fosse qualcuno gongolasse per questo, mi preme precisare che, personalmente, non sono rimasto deluso da quello che i nostri cani hanno fatto vedere. Circostanze avverse non hanno permesso loro di ottenere ciò che potenzialmente potevano. E sottolineo che erano i nostri cani. Nostri. Che sentitamente ringrazio insieme a proprietari e conduttori.