La Gazzetta dello Sport - Bologna
Casini: «Gravina? Parole sconcertanti» Lunedì le società tornano in assemblea
Edoardo Bove a costruzione di una squadra, o in questo la ricostruzione, passa dall’insegnamento e poi dal consolidamento dei princìpi che un allenatore intende adottare. In meno di un mese dall’arrivo di Daniele De Rossi al posto di Mourinho, la Roma in questo senso ha fatto già passi da gigante. DDR ha trasformato una formazione speculativa, abituata al duello individuale e all’aggressività, di grande compattezza difensiva ma con limitate opzioni offensive, in una squadra di palleggio, che mette in relazione tecnica i suoi giocatori migliori avvicinandoli uno all’altro. La nuova Roma ha ottenuto tre vittorie consecutive sempre con la stessa proposta di gioco, e quasi sempre con gli stessi uomini. Facile immaginare che DDR voglia proseguire sulla stessa strada. Però, c’è un però. Finora i giallorossi hanno affrontato, dominato a lungo e battuto tre avversarie di basso cabotaggio come Verona, Salernitana e Cagliari. Peraltro in crescendo: un’ora buona e poi sofferenza con l’Hellas, un controllo più ampio all’Arechi e un assolo pieno di gol contro i sardi di Ranieri. Stavolta invece c’è l’Inter, ed è tutta un’altra storia.
L(a.g.) «Siamo rimasti tutti sconcertati» ha detto Lorenzo Casini, presidente della Lega di A, al programma “Giù la maschera” su Rai Radio1. Sconcertati dalla risposta del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che aveva chiuso al proposito di una Serie A autonoma: «Per lo stile Premier non esistono i presupposti, è uno strumento di distrazione di massa». Altro passo indietro: lunedì scorso, al termine dell’assemblea di Lega, i club avevano espresso la volontà comune di un’indipendenza dalla Federazione, un’autonomia decisionale rapportata alla
Al vertice Lorenzo Casini, 47 anni, presidente della Lega di A
potenza economica della A. Riprende Casini: «La nostra proposta è stata pacata e di collaborazione, non di contrapposizione. La risposta sembra non dare considerazione a quella che è la componente più importante. La A finanzia tutto il sistema ed è impensabile che la governance federale non le riconosca il giusto ruolo».
Casini esprime il sentimento comune dei club: una posizione così unanime – è il pensiero delle società - non può non essere presa in considerazione. Sul progetto di autonomia le stesse società continueranno a lavorare nell’assemblea di lunedì e poi nelle tappe successive. Fino ad arrivare all’assemblea straordinaria dell’11 marzo, in cui verranno discusse le riforme. Ma è impossibile lasciare fuori il capitano, che per la prima volta ha segnato per tre partite consecutive e sembra rinato. Il 7 giallorosso starebbe a sinistra nel tridente in una posizione che ha ricoperto in Nazionale con Mancini: lì stringeva sulla trequarti lasciando l’ampiezza a un terzino di spinta, cosa che la Roma fa dall’altra parte, dove Dybala si accentra e lascia la fascia alla spinta di Karsdorp. Niente impedisce a De Rossi di ribaltare il campo: Angelino largo e alto a sinistra, Dybala all’ala destra per tenere basso il “quinto nerazzurro” con Karsdorp più bloccato e l’aggiunta di Cristante nel mezzo spazio di destra, Bove e Paredes a protezione. Vero che l’Inter fa male quando attacca perché sa muovere gli avversari, ma va in difficoltà soprattutto se attaccata in rapidità e verticalità. Cose che la Roma di De Rossi ha già imparato a fare molto bene.
⏻ TEMPO DI LETTURA 2’42” e come potrebbe essere
La continuità Giusto insistere sui titolari, però la mediana è l’arma in più dei nerazzurri
I progressi
I principi di gioco di DDR sono già chiari: più palleggio con i piedi buoni vicini tra loro
Contro l’Inter De Rossi potrebbe riproporre l’undici visto con il Cagliari, con El Shaarawy da corsa nel tridente, oppure inserire Bove in mediana e alzare Pellegrini, dando spazio alla spinta di Angelino