La Gazzetta dello Sport - Bologna
Il signore in rosso
Gran folla agli allenamenti, il 40% dei biglietti venduti in Italia: in attesa del debutto, Jannik è già la star del torneo SINNER IL PIÙ AMATO E LA TERRA PROMESSA «AMO LA BATTAGLIA»
Questo è il torneo degli italiani. Da sempre. Il confine a meno di 20 chilometri, l’atmosfera inebriante della Costa Azzurra che invita ad abbinare l’esperienza del tifo con quella del viaggio di piacere, la magia di uno dei circoli più belli del mondo. Ma dopo l’ascensione al cielo degli ultimi quattro mesi, questo è diventato indubitabilmente il torneo dell’Italiano. E cioè di Jannik Sinner, che a Montecarlo vive e su questi campi si allena quando non è in giro per il mondo a vincere partite, e ha trascinato fin qui la passione ribollente di un Paese ai suoi piedi. L’anno scorso, i biglietti del primo Masters 1000 stagionale sulla terra venduti in Italia rappresentarono il 31% del totale: nel 2024 sono saliti al 40% pur beneficiato solo di striscio dell’onda lunga della rivoluzione sinneriana, visto che vengono messi in vendita a ottobre e si esauriscono quasi subito: e allora Jannik stava solo iniziando a esplorare le vie dell’esplosione definitiva, ma non era ancora il più forte giocatore del mondo, secondo il fresco copyright di Djokovic (e non solo).
Il più amato
Basta vederlo arrivare al Country Club per comprendere cosa significhi la Sinnermania e perché sia già il numero uno nel cuore dei fan, anche se per quello della classifica bisognerà probabilmente aspettare l’estate: pur non essendo ancora giorno da tutto esaurito (il torneo vero comincia oggi), le due sessioni di allenamento di mezzogiorno e delle sei di sera si trasformano presto in un bagno di folla. Lui, sorriso sempre stampato in volto, ascolta i consigli di Vagnozzi, lavora su tutti i particolari tecnici e la sera si concentra soprattutto sui colpi a rimbalzo e il rovescio in back in attesa di debuttare martedì o mercoledì, mentre intorno lo ammirano in religioso silenzio fino a quando non ripone la racchetta nella sacca. È il segnale tanto atteso: piccoli e grandi si riversano all’uscita in attesa di un autografo, una foto, un saluto. Jannik non allontana nessuno ed è disponibile con tutti: d’altronde la gentilezza è un suo tratto distintivo e una delle chiavi di volta del suo straordinario appeal sulla gente. Insieme ad Alcaraz, è il più amato dai teenager, secondo quanto ha raccontato un raccattapalle anonimo di Indian Wells, dove Jannik resse l’ombrello a una ball girl durante un’interruzione per pioggia: «Le ha chiesto se giocasse a tennis e da quanto tempo, poi era curioso di sapere come noi raccattapalle ci muovessimo in campo», ha rivelato il ragazzo su Reddit. Non a caso, la brochure di presentazione del torneo gli ha dedicato una lunga intervista, da cui emerge un campione sensibile all’affetto dei tifosi ma anche molto determinato: «Considero questo torneo quasi un evento di famiglia, mi alleno spesso su questi campi, l’ambiente è incredibile e si respira la storia, e poi ci sono tanti italiani che vengono alle partite. In campo però amo la battaglia, è la ragione per cui mi piace giocare a tennis, trovare le soluzioni ai
Jannik Sinner Numero 2 del mondo
tanti scenari che una partita ti può presentare. Attraverso le difficoltà impari, cresci, migliori e formi il carattere che può portarti ai risultati a cui aspiri».
Dominio
Abituato fin da piccolo alla nobile arte della pazienza, Sinner ha raccolto i frutti del suo enorme talento senza fretta, imparando da ogni match, da ogni dettaglio magari anche insignificante, affidandosi a un team, dai coach Vagnozzi e Cahill passando per il fisioterapista Naldi e il preparatore atletico Ferrara, che è diventato una seconda famiglia e la cui comunione d’intenti è uno dei segreti della straordinaria esplosione di Jannik. Ora atteso da un altro esame, il passaggio dai fasti del Nord America alla terra europea della tradizione, con appena cinque giorni di tempo per adattarsi al cambio di superficie. Ma il ragazzo ama le sfide: «La terra richiede variazioni, tattica, strategia: qui si vedono i veri giocatori». Proprio a Montecarlo giocò per la prima volta contro Djokovic. Era il 2021, secondo turno, finì 6-4 6-2 per il serbo nella stagione del Grande Slam fallito solo per una partita. Tuttavia, le parole di allora di Sinner suonavano quasi profetiche: «Mi piace giocare con i più forti perché riesco a capire a quale livello sono rispetto a loro. Io lavoro per essere numero uno del mondo, ma avrò bisogno di quattro o cinque anni». Ne sono bastati tre, perché non è questione di se, ma so
Questo torneo ha un’atmosfera magica e ci sono tanti tifosi italiani
Mi piacciono le difficoltà in partita: formano il carattere
Sul sito segui in tempo reale il torneo di Montecarlo con live score, croanche, analisi e le parole dei protagonisti
lo di quando la Volpe Rossa diventerà numero uno del mondo: nella Race, la classifica che tiene conto dei risultato stagionali e che alla fine dell’anno confluisce nel ranking, ha 2990 punti di vantaggio sul Djoker. Qui nell’unico torneo sul rosso in cui difende più punti dei diretti avversari Nole e Alcaraz, dovrà guardarsi soprattutto dalle mire di Carlitos, che può scavalcarlo al numero 2, ma dal prossimo torneo sarà tutta discesa. E intanto le voci del passato raccontano già storie da sovrano: «Per trovare un altro giocatore capace di dominare le fasi finali di un 1000 come lui a Miami dobbiamo tornare alla vittoria di Nadal a Montecarlo nel 2010», dice Roddick. E Wilander, di rimando: «Non vedevo una crescita così rapida e un dominio tale sul circuito dei tempi di Djokovic nel 2011, in questo momento non esiste superficie sulla quale Sinner non sia favorito». La rivoluzione gentile.
⏻ TEMPO DI LETTURA 4’27”