La Gazzetta dello Sport - Bologna
L’allenatore giallorosso
«Vincere e proseguire il percorso per la felicità» «Ci crediamo La chiave? Difendere bene e di squadra»
SVILAR
24 anni
MANCINI
28 anni
BOVE
21 anni
DYBALA
30 anni 20 16 40 6 38 1 31 14
CELIK
Leao sa come si fa
40 18 senso anche alla luce di quella vittoria all’alba del campionato, perché Loftus-Cheek, arretrato in mediana con Reijnders, trovò campo da cavalcare, procurò il rigore di Giroud, infierì in progressione e fu tra i migliori. Ma, almeno all’inizio, sembra deciso a non cambiare. La filosofia scelta per il match dell’anno: non cambiare abitudini tattiche, ma svolgerle meglio di quanto a San Siro, nella convinzione che la vera chiave dell’andata non sia stata tattica, ma etica. Concordiamo. Bravo El Shaarawy a raddoppiare su Rafa, ma il portoghese non ha mai avuto la voglia e la forza per strapparsi la rete di dosso e cercarsi altrove lo spazio per far male. Nessun rossonero, sulle seconde palle, ha dimostrato la fame e la rabbia dei giallorossi. Questo chiede Pioli prima di entrare nell’arena romana, snobbando la lavagna: cuore torrido, attenzione feroce, fame di gloria. La scelta del più fisico e agonistico Musah, per Bennacer, va in questa direzione. Spiega il tecnico: «Se ci difendiamo bene, di squadra, possiamo vincere». Guarda più all’orchestra che ai primi violini. Poi, è chiaro, per ribaltare il destino, servono i gol e, di conseguenza, serve un grande Leao.
Leao ieri ha parlato in conferenza, come fa raramente. Quasi che, dopo la partitaccia dell’andata, la squadra lo avesse spinto avanti: «Mettici la faccia, a parole e in campo. Tocca a te». Rafa ha giurato che lo farà, consapevole di vivere il momento chiave della stagione. In quel 2-1 di campionato, il portoghese giocò un partitone e segnò una perla in rovesciata. Al Milan serve un remake. Ha buoni ricordi dell’Olimpico anche Pioli, tutto sommato. Nel suo primo anno al servizio del Diavolo, passeggiò sulla Lazio con gol di Calhanoglu, Ibrahimovic e Rebic. Al secondo anno, schienò la Roma con sigilli di Kessie e Rebic. Nella stagione dello scudetto, passò trionfalmente due volte: 2-1 alla Roma con gol di Ibra e Kessie e, soprattutto, superò la Lazio nel cuore della volata tricolore, quando un gol al 92’ di Tonali portò il Diavolo in vetta a +2 sull’Inter. Il mediano, alzato ad altezza punte, fu la mossa spiazzante, decisiva. Pioli sa inventarsi cose del genere e Reijnders ha la qualità per spostare le proprie funzioni all’interno del campo. De Rossi lo sa. L’assenza di Cristante, dominante a San Siro, è sottovalutata. Bove non può avere l’esperienza e la bussola tattica del compagno. Il Milan potrebbe trovare più varchi in transizione. Dybala e Lukaku proveranno a restituire l’offesa contro una squadra sbilanciata dalla necessità di rimonta. In copertina ci sono loro, gli attaccanti, gli eroi. Non si scappa. E’ notte da gladiatori.
⏻ TEMPO DI LETTURA 4’28’’ i tiene a sottolinearlo. Perché sa bene che la sfida di stasera vale molto anche per lui. «Ma tutte le partite sono un crocevia – dice Daniele De Rossi –. Questa con il Milan è importante perché non voglio che il nostro percorso finisca. È un percorso per essere felici, il che vorrebbe dire vincere un trofeo. Ma poi c’è anche il resto che regala gioia. E se penso a quanto sono a rischio, a quanto durerà questa gioia non mi godo l’attualità. Penso a ciò, non alla possibilità di rinnovo...».
CL’attesa
Già, anche perché sarebbe ingeneroso ancorare il suo futuro ad una partita. «Ho dimostrato di essere all’altezza, ottenendo buoni risultati, che però non ci hanno dato trofei o qualificazioni. Dobbiamo pedalare, gli obiettivi sono lì». Compreso il sogno di vincere la coppa. Prima, però, c’è il Milan. «Ma non è che all’andata abbiamo vinto 7-0. Pioli qualcosa cambierà, lì li abbiamo sorpresi. Di certo stasera giocheremo per vincere e non per gestire». È allora è facile pensare che si possa replicare la mossa di El Shaarawy a destra, ma è stato provato pure il doppio terzino, con Spinazzola e Angeliño sulla stessa fascia. Mancherà Cristante, al suo posto Bove. E il percorso verso la felicità lo insegue anche Lorenzo Pellegrini: «Negli ultimi anni abbiamo fatto molto bene in Europa, ma siamo mancati in campionato. Il nostro obiettivo è riportare la Roma dove deve stare. De Rossi? Per lui ci butteremmo nel fuoco...»
⏻ TEMPO DI LETTURA 1’12’’ tefano Pioli, pacato quanto basta, a modo suo risponde. Daniele De Rossi in conferenza stampa ha parlato di «Milan all’ultima spiaggia» e Pioli, a distanza, replica: «Ultima spiaggia? Sì,
Sperché l’occasione di superare il turno è domani. Noi però giocheremo sicuramente la Champions il prossimo anno e siamo pronti per domani». Il contrasto con la Roma, che la Champions 2024-25 deve ancora guadagnarsela, non è casuale.
Difesa
Pioli punta tutto sulla fiducia e dà una chiave particolare, la difesa: «Certo che ci crediamo, ho fiducia. Sono sicuro che metteremo in campo tutto, fino all’ultima goccia di sudore. Per vincere dobbiamo difendere bene e di squadra. Il tema è proprio questo».
Leader
Rafa Leao, al suo fianco, è disinvolto, sereno, maturo: «Roma e Inter sono le partite più importanti della stagione. Voglio essere leader sul campo e far vedere ai compagni che sono con loro. Le critiche? Quando sei al Milan è così, è una pressione buona. Così si cresce. Siamo tutti carichi per questa partita, io voglio incidere e la giocherei già oggi». Poi un complimento a Pioli: «Sono con un grande allenatore. Vogliamo vincere la coppa per essere felici insieme, tutti». Pioli in conferenza ha sorriso assieme a lui - soprattutto parlando della musica di Rafa - ma quel sorriso vuole rivederlo oggi dopo le 21, mentre la palla sta andando in porta.
⏻ TEMPO DI LETTURA 1’12’’