La Gazzetta dello Sport - Bologna

Daniel Bertoni

- Cuadra.

PANCHINA

13 Tvrdon, 30 Baier, 5 Paluska, 2 Hjelda, 14 Reznik, 44 Holic, 18 Mosquera, 9 Kliment, 25 Hasek, 12 Traoré Koubek nessuno nessuno Sykora, Jirka, Valenta, Souare e Durosimi (fuori lista)

ALLENATORE DIFFIDATI SQUALIFICA­TI INDISPONIB­ILI

«A Bonaventur­a che è intelligen­te, ha ottimi piedi e può arrivare lui stesso al gol. Anche i suoi movimenti sono determinan­ti».

▶La Fiorentina può contare sui propri difensori “bomber”?

«Non so se avrà spazio, però Martinez Quarta è un calciatore capace di un’ottima transizion­e fra difesa e attacco, è molto rapido nel fare questo tipo di lavoro».

▶ Lucas Beltran posizionat­o sulla trequarti le piace?

«Sì perché ha più contatto con il pallone. Quando riuscirà a sorprender­e maggiormen­te gli avversari, farà tanti gol anche da quella posizione. Sta capendo sempre meglio il ruolo e quello che gli viene chiesto dall’allenatore».

▶E il centravant­i?

«I movimenti senza palla sul fronte d’attacco sono indispensa­bili. Portare il difensore sulla fascia e liberare spazi per i compagni è il lavoro più importante che deve fare ora un centravant­i. Belotti, o comunque la punta centrale, deve essere bravo a svariare su tutto il fronte d’attacco, uscire dalla marcatura e muoversi

Il consiglio tattico Per

Nato a Bahía Blanca (Arg), il 14 marzo 1955. Debutta nel Quilmes. Dopo 5 campionati (79 gol) con l’Independie­nte, è in Spagna, al Siviglia. Arriva in Italia nel 1980, alla Fiorentina, dove resta fino al 1984 (27 gol), passa al Napoli (14), e chiude nel 1986 all’Udinese. Campione del Mondo nel 1978, segnò il 3-1 ai supplement­ari nella finale contro l’Olanda verso l’esterno in modo da lasciare i varchi giusti per gli esterni e per i centrocamp­isti che avanzano. Adesso è un calcio in cui la punta non può fare soltanto la punta classica».

▶Ai suoi tempi era diverso?

«Era un calcio molto difficile, era a uomo e venivano realizzati pure meno gol. Io me la vedevo con giocatori come Tassotti, Vierchowod, Bruscolott­i e vi assicuro che non era affatto semplice. Ora invece con la zona, se ti muovi bene, puoi farti spazio e segnare. Vlahovic quando era alla Fiorentina era bravissimo a muoversi in continuazi­one e lo faceva sempre molto bene. Tornava, ripartiva e la squadra giocava «Nico ha le qualità per diventare sempre decisivo, con le sue giocate ma anche di testa. In generale e in futuro, io lo vedrei bene pure come seconda punta».

▶ Vincenzo Italiano ha detto che potranno essere importanti i calci da fermo. La pensa allo stesso modo?

«Sono una soluzione fondamenta­le e in rosa ha dei calciatori che possono risolverla su punizione. Nella mia Fiorentina c’ero io così come Antognoni e Passarella e tante volte abbiamo vinto le gare in questo modo. E poi sarà importanti­ssimo calciare da fuori, come sa fare ad esempio Mandragora, perché il Viktoria Plzen è molto chiuso e sono degli specialist­i della fase arretrata».

▶Si aspetta una gara simile all’andata da parte dei cechi?

«Penso che al Franchi saranno ancora più chiusi di una settimana fa e punteranno ad arrivare ai calci di rigore. L’importante per i viola sarà non subire un gol perché risegnare sarebbe un problema enorme. La Fiorentina non deve preoccupar­si, ma allo stesso tempo deve rispettare l’avversario e mantenere sempre alta l’attenzione per tutta la sfida».

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Bisogna giocare in transizion­e come il Dortmund contro l’Atletico

il quarto di finale

Ottimi Quarta per la rapidità e Beltran che può stupire tutti

Gli altri uomini chiave Nella sfida al Viktoria Plzen

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