La Gazzetta dello Sport - Bologna
Darderi e Cobolli show I nuovi eroi del Foro Ma Berrettini rinuncia «Non ho recuperato»
Primi successi a Roma per Luciano e Flavio, l’Italia però perde Matteo: «Spero di tornare a Parigi»
L’estasi e il tormento, i sorrisi e le lacrime. Darderi e Cobolli, i nuovi guerrieri colorati d’azzurro, esaltano il Foro e rendono meno opprimente l’assenza forzata di Sinner, ma evidentemente è destino che la tristezza debba rimanere una sgradita compagna per gli Internazionali. E così, in una conferenza stampa convocata a metà pomeriggio, Matteo Berrettini stoppa le voci che si rincorrevano insistenti da qualche ora e annuncia la cattiva novella ormai nell’aria da un po’: non è nelle condizioni di giocare dopo il malanno delle ultime settimane, e perciò rinuncia al torneo per la terza edizione di fila. Oggi, al suo posto, contro Napolitano, giocherà il lucky loser americano J.J. Wolf. Un’altra mazzata della sorte cala sul Martello, che si innamorò definitivamente del tennis proprio respirando l’atmosfera di questo luogo magico: «Ho messo da parte il cuore per fare quello che è giusto. Non sono pronto per competere e rischio di farmi male e fermarmi di nuovo, che è l’ultima cosa che voglio. Per fortuna non è un infortunio, non è un trauma, ma la sensazione che potrebbe succedermi qualcosa perché ho preso qualcosa che mi ha debilitato tanto. Con i medicinali con cui mi sono curato e quello che ho fatto per recuperare, non mi sento pronto a giocare tre ore domani e altre tre dopo due giorni. Questo torneo lo voglio giocare per essere competitivo e sentirmi bene, se non posso non è giusto che giochi, c’è solo tantissima tristezza perché questo è il torneo che mi ha fatto scegliere questo mestiere e negli ultimi tre anni qualcuno me l’ha portato via». Sui tempi di rientro, però, Berretto vuole professare ottimismo: «Nella mia testa è difficile da dire, spero di tornare prima di Parigi o per Parigi, non sono lontanissimo».
Gioia Roma prende, Roma dà. Ad esempio, l’energia a Flavio Cobolli, capitolino verace nonostante i natali fiorentini, di risalire dalla solita partenza balbettante e poi triturare il tedesco Marterer per la prima vittoria in carriera agli Internazionali: «Sto cercando di lavorarci, inizio sempre male, è vero, e non è una cosa buona. Sto approcciando i riscaldamenti in modo diverso e stavolta era una partita un po’ diversa e ho cominciato un po’ contratto». Ma poi uscirà dall’impaccio con il solito gioco aggressivo che gli regalerà 23 vincenti a fronte di appena 7 gratuiti. Ora lo aspetta Korda, sicuramente un cagnaccio, ma l’ex terzino destro delle giovanili della Roma ormai non si pone limiti, sempre sotto l’occhio attento di papà-coach Stefano: «Non è sempre facile avere un genitore che ti allena, è un processo, qualcosa che va coltivato nel tempo. Sto lavorando molto con lui, anche se abbiamo caratteri molto simili e per noi scontrarci è più facile. Per migliorare, penso che bisogna ascoltarsi un po’ di più e mi sto mettendo sotto per farlo».
Leone Anche Darderi è allenato da papà, Luciano senior detto Gino, un passato da discreto giocatore in Argentina dove lui e il figlio sono nati. Il nonno, però, era emigrato nel dopoguerra e ha conservato casa vicino a Firenze, dove Luciano junior è sempre tornato, dividendosi tra le due patrie pur scegliendo il passaporto italiano. Contro la cicala Shapovalov, Darderi conferma esimie qualità da combattente, giocando un game perfetto quando il canadese va a servire per il match sul 5-4 del terzo: «Sono contento, il mio è stato un percorso lungo, attraverso i tornei minori, una scelta un po’ diversa. Era la mia prima volta al Foro, è stata una partita davvero speciale, la chiave è stata la solidità. All’ultimo ero un po’ teso, credo di essere stato bravo tatticamente e di aver fatto le scelte giuste, in campo mi trasformo, ma non sono così competitivo fuori e non sempre la cosa mi aiuta». Gli applausi più calorosi li ha presi dalla fidanzata Brianna, 20 anni, ex ballerina classica, che si è esibita anche al Teatro dell’Opera di Roma ed è una star sui social. Lui, intanto, si prepara al mezzo derby con il gaucho Navone, ma da quarto azzurro nella Race to Paris sogna l’Olimpiade con il tricolore: «È un obiettivo». Avanti tutta.
Maledizione Matteo, no al torneo per il terzo anno di fila: «Ho messo da parte il cuore, troppi rischi»