La Gazzetta dello Sport - Bologna

Passa di mano il 99,6% delle quote della società

Suning non ha restituito il debito di 380 milioni: stamattina l’escussione del pegno, nel pomeriggio l’annuncio del fondo come nuova proprietà

- Di Filippo Conticello e Davide Stoppini

Èl’alba di un mondo nuovo per l’Inter fresca di stella. Da oggi il club cambia definitiva­mente bandiera, senza se e senza ma: arrivederc­i al rosso cinese, sventola quella dello zio Sam. Con atto ufficiale la società diventa statuniten­se ed è ancora presto per dire quanto tempo lo sarà: il fondo california­no Oaktree Capital Management è qui per restare, almeno per un po’. Intanto, stamattina escute formalment­e il pegno messo da Suning sulle azioni del club nel lontano 2021. Poi, a borse chiuse, nel tardo pomeriggio pioverà l’annunciato comunicato ufficiale su un fatto che sarà comunque accaduto qualche ora prima. È atteso uno “statement” sobrio, non molto diverso da quello con cui il fondo Elliott prendeva le quote milaniste di Yonghong Li nel luglio del 2018.

Scadenza

Ecco dunque la procedura standard nei casi in cui un debitore non restituisc­e per tempo il denaro a un creditore. In questo caso sono 275 milioni prestati tre anni fa e lievitati grazie ad interessi del 12% fino a diventare circa 380 milioni. L’affannarsi dell’ormai quasi ex presidente Steven Zhang nel tentativo di ottenere soluzioni alternativ­e non ha portato a un gol nel recupero. L’arbitro ha ormai fischiato, si volta pagina dopo sette trofei arrivati con guida da Nanchino. Lì, nella sede Suning, sono state settimane di inevitabil­e tensione per evitare questa fine beffarda, mentre tra Los

In base al prestito del 2021, Oaktree non ha solo in pegno le quote dell’Inter in mano a Suning (nella foto Zhang Jindong), ovvero il 68,55% nella controllan­te lussemburg­hese Grand Tower, ma anche il 31,05% di proprietà LionRock. “Fuori” solo lo 0,4% circa in mano ai piccoli azionisti.

Angeles e Londra, centri operativi di Oaktree, hanno mantenuto fino all’ultimo secondo la stessa calma olimpica dettata da una evidente posizione di forza. Hanno atteso lungo la riva che l’Inter passasse sul fiume: è successo ieri quando le 17, orario di chiusura delle banche lussemburg­hesi, sono state superate. E anche nelle ore decisive non è stato calato alcun asso nella manica dalla famiglia Zhang.

Linee guida

Ieri in viale della Liberazion­e è stato un giorno febbrile, di quelli che si vivono quando tramonta un’era e ne inizia un’altra. Arriverà il momento delle conference call transocean­iche a tutti i livelli, ma intanto ad essere già operativi sono i due amministra­tori delegati, quello per la parte corporate Alessandro Antonello e quello per la parte sportiva Beppe Marotta. Antonello era già nerazzurro nel 2016, quando sulla porta di ingresso c’era Suning, ma con compiti da direttore finanziari­o. Il ruolo di Marotta sarà, invece, ancora più strategico di prima per la prosecuzio­ne del progetto sportivo, cosa cara a Oaktree. Dovrà passare qualche settimana per tornare alla gestione “straordina­ria” del club, ma la squadra mercato formata dall’a.d. e dal d.s. Piero Ausilio continuerà ad agire con gli stessi presuppost­i ed uguale creatività: niente nuovi capitali dall’alto e saldo sempre positivo tra entrate e uscite.

Procedura

Marotta e Antonello fanno ancora parte di un Cda destinato a decadere in tempi brevissimi attraverso la dimissione dei due consiglier­i (indipenden­ti) in quota Oaktree, Carlo Marchetti ed Amedeo Carassai. Caduto il Consiglio di Amministra­zione in orbita Suning, sarà un susseguirs­i di passaggi tecnici verso la formazione di un nuovo organo. Verrà richiesto dal collegio sindacale al presidente Zhang (ancora in pectore) di convocare una nuova assemblea dei soci. Se non sarà Steven, sarà l’organo di controllo in sua vece a compiere questo atto: plausibile poi aspettare una ventina di giorni per eleggere in assemblea il nuovo Cda, nel quale è probabile che rientrerà la coppia Carassai-Marchetti, oltre ad Antonello e Marotta. Il cuore della partita, però, si sposta già in Lussemburg­o dove un perito dovrà presto dare un valore all’Inter. In base a quella cifra, sarà calcolata la quota che il fondo Oaktree dovrà aggiungere ai 380 milioni mai ricevuti: il totale sarà il cosiddetto Fair Value. A decidere sarà una figura “terza” e non di parte, per questo qualsiasi valutazion­e al momento rischia di essere fuorviante. Certo, però, che su questo punto e sulla valutazion­e della società potrebbe accendersi la battaglia legale tra le due parti in commedia: più alta sarà la cifra che Oaktree dovrà versare a Suning per chiudere la partita, meno “dolorosa” sarà l’uscita di Zhang. E ancora: più alta sarà la cifra totale spesa dai california­ni per prendersi l’Inter (tra prestito iniziale e aggiunta decisa dal perito), più Oaktree potrebbe allungare i tempi della propria gestione del club finalizzat­a a un semplice obiettivo. Del resto, è quello di ogni fondo che si avvicina al calcio: aumentare il valore del proprio club e poi rivendere. Servirà tempo, ma intanto da oggi sventola una nuova bandiera sulla cima di viale della Liberazion­e.

Situazione

Il valore del club sarà stabilito da un perito “terzo”: qui si rischia la battaglia legale

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GETTY Festa e saluti L’ultima immagine sportiva ufficiale dell’Inter di Zhang: la consegna della coppa scudetto di domenica scorsa
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