La Gazzetta dello Sport - Cagliari
OSIMHEN È FENOMENALE EINTRACHT DEMOLITO ANCHE SPALLETTI AI QUARTI
Doppietta del nigeriano e rigore di Zielinski, gli azzurri raggiungono Inter e Milan. Prima volta nell’Euro-G8: meglio di Maradona
Haaland chiama e Osimhen risponde. E che meraviglia di risposta. Di quelle che entrano nella storia: due gol e il Napoli è nei quarti di Champions per la prima volta. Non c’era riuscito neanche con Maradona. Due gol, non cinque, ma il biondo norvegese è un alieno: Osimhen, però, è il primo dei terrestri, è Flash Gordon che si oppone all’invasione dallo spazio. Osimhen, Kvara, Lobotka, Di Lorenzo e tutti gli altri. Non c’è un peggiore, nessuno gioca a questi livelli con questa continuità. Il Napoli fa paura all’Europa, nessuno sa come prenderlo. Forse soltanto il Benfica, l’altra grande sorpresa, è nella stessa situazione. Tutti conoscono la solidità tedesca del Bayern, la manovra ultra-tecnica del City, la superiorità gestionale del Real Madrid. Ma quello di Spalletti è un gioco indecifrabile, velocissimo, creativo, spettacolare, a più voci, collettivo e individuale. Anche l’Eintracht è travolto in 180 minuti nei quali mai la qualificazione è stata in pericolo. Mai.
Superiorità totale Il sorteggio aveva dato una mano, ma il Napoli ha neutralizzato l’Eintracht del tanto decantato Glasner di scuola Red Bull. Due gol a Francoforte, ma potevano essere quattro, e tre in un Maradona acceso di gioia, con gli ultrà tedeschi fuori dopo la sfuriata bestiale del pomeriggio. Anche Ceferin poteva risparmiarsi le parole sul divieto di ingresso degli ultrà: si sapeva che sarebbe finita così. Una partita da grande, di totale superiorità mentale, fisica, tecnica e tattica. Un po’ di controllo all’inizio, assalti improvvisi per mettere paura alla difesa tedesca e, segnato il primo gol, il gioco preferito: aggressione, ripartenza in velocità e gol. Due, splendidi, di Osimhen, uno su rigore di Zielinski. Non c’è pronostico in questa Champions. Il Napoli vale le più forti e ha meno da perdere.
Contromisure tedesche Illusoria è stata, ancora una volta, la partenza dei tedeschi. A Francoforte un’aggressione improvvisa presto aggirata dal Napoli in contropiede. Qui, per lo meno, Glasner ha il coraggio di correggere alcuni errori: in primis la difesa a tre che lassù aveva esposto i suoi centrali a “uno contro
Dominante Una partita da grande, di totale superiorità mentale, fisica, tecnica e tattica
uno” letali. Qualsiasi mossa ha naturalmente la sua reazione uguale e contraria in un gioco simmetrico quale il calcio: il 42-3-1 allarga la protezione sulle fasce ma finisce con l’impoverire i corridoi centrali dove gli incursori di Spalletti volano che è un piacere. L’avvicinamento all’area è collettivo, nessuno cerca il tiro egoista se ha un compagno meglio piazzato, e la ragnatela di passaggi non ha niente a che vedere con l’abusato e dimenticato tiki-taka: è una circolazione avvolgente e velocissima che fa girare la testa all’Eintracht.
Gestione e colpo letale Altro che gabbia su Lobotka: era
fallita all’andata e neanche a Glasner è sembrato il caso di ripetere l’equivoco. Piuttosto, questo sì, un discreto pressing sulla trequarti che, nel primo tempo, ha limitato l’impostazione del basso schermando qualche linea di passaggio. Ma, anche qui, il discorso va allargato al Napoli che non aveva nessun interesse a scatenare una battaglia. Meglio gestire la situazione e colpire scientificamente. Strategia che uno come Lobotka trasforma in un’arte. Quando l’Eintracht prova a soffocare il Napoli, è lo slovacco che fa respirare inventandosi spiragli che gli umani non vedono. Da una di queste visioni nasce il gol che chiude definitivamente il discorso, nel recupero del primo tempo.
Strategia vincente Sarebbe meglio dire che l’1-0 è la sublimazione di questo Napoli. La riconquista del pallone – in teoria punto di forza dell’accademia frequentata da Glasner – è pensata, strategica, da scacchista. Lobotka sulla trequarti destra s’inventa così un esterno che libera Politano: cross al centro e Osimhen, di testa, scavalca il pur bravo Trapp. Fine. Stop. The end. L’Eintracht ne doveva segnare due per i supplementari, ma il Napoli ne ha presi due nelle ultime nove, anzi dieci con quella di ieri. Dopo il vantaggio ai tedeschi non resta che sbilanciarsi e allora sono guai. Kvara fa grandi cose in velocità, ma trova due volte Trapp. Osimhen però è sotto porta, da 9 perfetto, quando il cambio di campo del georgiano ispira il duetto Politano-Di Lorenzo: il gol è la cosa più semplice. A questo punto anche il 3-0 sul rigore che Zielinski si procura e segna.
Sorteggio Non è una grande d’Europa questo Eintracht, senza Kolo Muani non c’è attacco, un solo tiro in porta, ma a questo punto è forte il sospetto che sia il Napoli a rendere piccole le altre. Se l’attacco è terrificante, la difesa pare blindata al netto di un paio di errori da non commettere contro squadre meglio attrezzate davanti. Sette successi in otto partite di Champions, Liverpool, Ajax, Rangers ed Eintracht atterrate. Rispetto all’andata, Politano e Mario Rui per Lozano e Olivera, ma non cambia niente, il copione è così bello che nasconde qualche inciampo. Gli ottavi però non sono finiti del tutto. Domani a Nyon i supplementari del sorteggio con tre italiane: non succedeva dal 2006. Non c’è da scegliere, solo da prepararsi. Se il Napoli facesse calcoli, tra Real e Chelsea, perderebbe la sua forza. Non farà questo errore.
La tattica Glasner passa dalla difesa a tre a quella a quattro, ma così gli azzurri volano nei corridoi centrali