La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Il tris nei quarti mancava dal 2006 Solo il Milan avanti
4 Le reti segnate
in questa Champions da Olivier Giroud: a quota 4 gol ci sono anche i napoletani Osimhen, Simeone e Raspadori
17 Le stagioni passate
dall’ultima volta di Inter e Milan entrambe nei quarti di finale di Champions: nel 2005-06 i nerazzurri poi persero con il Villarreal; il Diavolo superò il Lione e perse in semifinale con il Barcellona uattro allenatori italiani tra i primi otto d’Europa: Spalletti con il Napoli, Pioli con il Milan, Inzaghi con l’Inter e Ancelotti con il Real. La nostra scuola di tecnici, pur con le ovvie differenze, si distingue per qualità e Arrigo Sacchi applaude questo rinascimento: «Il calcio, nel nostro Paese, sta un po’ cambiando e mi sento di dire che possa essere d’insegnamento ad altri settori, ad esempio la politica, dove fare squadra è praticamente impossibile».
Q▶ Che cosa dice dell’exploit degli allenatori di casa nostra? Partiamo da Spalletti.
«Un maestro, uno stratega. Ha compiuto quel salto in avanti per cui da tempo lavorava. A Napoli, grazie anche all’aiuto del club, ha realizzato le sue idee. E il suo Napoli è una squadra che gioca da protagonista, domina il campo, esalta il pubblico».
▶ La mano di Spalletti è evidente nel processo di evoluzione.
«Direi proprio di sì, visto che in estate erano stati ceduti pezzi importanti come Mertens, Insigne e Koulibaly e tutti credevano che il Napoli si fosse indebolito. Invece è accaduto il contrario, perché Spalletti punta sul gioco, sulle forti motivazioni, sullo spirito di gruppo».
▶ Di Pioli e del suo Milan che cosa pensa?
«Pioli è stato uno stratega nella passata stagione, quando ha conquistato uno scudetto che nessuno immaginava possibile. Poi, dopo il trionfo, ha incontrato qualche difficoltà, anche perché la qualità dei singoli non è eccelsa. In Champions, però, ha fornito due ottime prestazioni contro il Tottenham».
▶Ottimi◻mo per il futuro, dunque?
«Sì, perché i rossoneri sono sulla strada giusta e perché Pioli ha saputo rimettere in piedi una situazione non semplice. Certo, a volte la squadra dovrebbe essere più compatta, ma con il tempo credo che migliorerà. A Londra ha dimostrato una forte personalità».
▶ Anche l’Inter ha passato il turno senza subire gol contro il Porto.
«Sì, ma ha sofferto. E non poco. Come sarebbero stati i giudizi sui nerazzurri, oggi, se non ci fossero state le parate di Onana e i salvataggi
Era da 17 anni che il nostro calcio non portava tre squadre ai quarti di Champions. Allora ci riuscirono Inter (battuto l’Ajax negli ottavi), la Juve (Werder) e il Milan (Bayern). In semifinale arrivarono solo i rossoneri (Lione), poi eliminati dal Barcellona. Inter fuori col Villarreal, la Juve contro l’Arsenal
È bravo, però mi piacerebbe se fosse più coraggioso
sulla linea? Inzaghi è un bravo allenatore che si affida alla tattica, e dunque ai singoli. L’Inter ha valori individuali che sono nettamente superiori a quelli di Napoli e Milan, però il valore collettivo la rende inferiore. Io penso che possa fare di più».
▶Di certo, però, Inzaghi è uno che studia gli avversari e li incarta. È d’accordo?
«In parte sì. Però mi piacerebbe se fosse più coraggioso, se non schierasse sempre un uomo in più in difesa indebolendo il centrocampo e non consentendo così l’azione di pressing. I giocatori ci sono, chi si può permettere gente come Brozovic o Lukaku in panchina? Ma adesso serve un gioco più offensivo. Inzaghi è bravo, aspetto il suo salto di qualità».
▶ E poi c’è Ancelotti, il suo figlioccio.
«Carlo è un fenomeno. Io lo considero un professore. Del calcio conosce tutto perché ha vissuto tantissime esperienze, ha lavorato con tanti tecnici e con tanti giocatori: non ci sono segreti per lui. Sa gestire perfettamente le situazioni sul campo e nello spogliatoio. Per lui, ormai, non riesco più a trovare aggettivi. Lo descrivo così: un bravo allenatore, bravissimo, ma prima ancora una bravissima persona che ama il suo lavoro. Il Real Madrid, come tutte le sue squadre, ha un’identità precisa, uno stile, un gioco. Questo è il massimo risultato che un allenatore possa raggiungere. E Carlo ci è riuscito in tutti i Paesi d’Europa, mica semplice».