La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Mosse e reazioni
Dopo il crac negli Usa di Silicon Bank, sprofonda il titolo elvetico, affossato dalla mancata ricapitalizzazione da parte del fondo saudita che detiene il 37% della banca. I timori in Italia e le rassicurazioni del Tesoro: «Le nostre banche sono solide». Intanto, la presidente della Bce, Lagarde (nella foto), oggi annuncerà il nuovo rialzo dei tassi di interesse, che però potrebbe essere di 25 punti anziché di 50 Dopo il fallimento della Silicon 1 Valley Bank, ieri è stata Credit Suisse ad affossare le Borse internazionali.
Non si era ancora spento il clamore per il repentino fallimento della Svb, la banca californiana che finanzia startup e progetti green, chiusa venerdì dalle autorità degli Stati Uniti. E non si erano diradate le paure dei mercati, per il rischio di un contagio globale simile a quella che scaturì dal crac di Lehman Brothers. Ed ecco scoppiare la “bomba” di Credit Suisse, il secondo istituto di credito della Svizzera, dopo Ubs. Il caso nasce dalla mancata ricapitalizzazione dell’istituto svizzero, che si regge su ingenti fondi arabi. Il maggiore azionista, Saudi National Bank, che detiene il 37% delle quote, ha escluso la possibilità di fornire supporto finanziario in caso di ulteriori richieste di liquidità. Questo ha fatto crollare il titolo di Credit Suisse in Borsa a Zurigo, con una perdita finale del 24,24% (dal picco del -30%). Da ieri, per comprare un’azione di Credit Suisse servono solo 1,55 franchi svizzeri. Secondo l’a.d. del fondo americano BlackRock, Larry