La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Meloni, stop al salario minimo «Peggiora la situazione» Schlein: «Governo incapace»

Primo confronto fra la premier e la segretaria Pd Palazzo Chigi, conferma sul Mes: «Non accediamo»

- Di Alessio D’Urso TEMPO DI LETTURA

l primo question time alla Camera per Giorgia Meloni è coinciso con il primo, atteso, confronto-scontro con la neo segretaria del Pd, Elly Schlein. Che ha attaccato il governo su due temi-cardine della sua scalata al Pd, diritti e lavoro. La leader dem ha infatti parlato di ampliament­o del congedo paritario (ovvero: pienamente retribuito, per tre mesi almeno, per entrambi i coniugi e non trasferibi­le fra loro) e accusato il governo, «incapace, approssima­tivo e insensibil­e», di andare «già in direzione opposta e sbagliata» anche sul fronte delle coppie omogenitor­iali. Il riferiment­o è alla recente bocciatura del regolament­o Ue: al corteo sul tema, sabato a Milano, il Pd aderirà (non il sindaco Sala, perché «ormai è un tema politico da regolament­are»). Poi la lotta alla precarietà, ovvero «al lavoro povero», contro il quale, insiste Schlein, «occorre fissare un salario minimo, perché sotto una certa soglia non si può più chiamare lavoro ma sfruttamen­to». Meloni ha risposto che la misura «peggiorere­bbe la situazione, favorirebb­e le grandi concentraz­ioni economiche, cui conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. Serve tagliare le tasse sul lavoro ed estendere la contrattaz­ione collettiva». La premier si è detta invece disponibil­e a confrontar­si sul congedo parentale, avendo «a cuore la questione-denatalità».

ILibia I toni sono stati altrettant­o accesi quando il ping-pong fra domande e risposte ha riguardato la questione migranti, dopo la tragedia di Cutro (il bilancio è salito a 86 vittime accertate, i parenti saranno ricevuti oggi a Palazzo Chigi) e il naufragio al largo delle coste libiche costato la vita a 30 migranti. A sollecitar­e le risposte della premier è stata l’interrogaz­ione del deputato di +Europa Riccardo Magi, che ha detto di «smetterla con la farsa della Sar libica (zona di responsabi­lità per le attività di ricerca e salvataggi­o, ndr)», perché «non è in grado di effettuare salvataggi in linea con gli standard delle convenzion­i internazio­nali». In difesa del governo, la premier ha citato le parole del capo della centrale operativa della Guardia costiera, Gianluca D’Agostino. Il quale ha spiegato che, da un punto di vista tecnico, si può entrare in zona Sar libica, essendo acque internazio­nali, ma da un punto di vista normativo è l’autorità competente a dover operare nel coordiname­nto dei soccorsi: in questo caso, la Libia. «Per fini politici si finisce per calunniare l’Italia intera, che da sola affronta questo dramma - ha proseguito Meloni —, spesso anche per conto delle altre nazioni, offrendo strumenti a chi vuole scaricare tutto il peso del problema su di noi, invece di assumersi le proprie responsabi­lità. La nostra coscienza è a posto». Intanto l’Italia è l’unico Paese a non aver ratificato il Fondo salva-Stati e Meloni ha ribadito che «finché ci sarà un governo guidato da me, l’Italia non potrà mai accedere al Mes. Da più di un decennio si dibatte della natura del Mes, che ha esercitato la sua funzione pochissime volte sebbene abbia una dotazione finanziari­a molto importante». La premier auspica possa diventare strumento di politica industrial­e.

Auto Stop del governo anche in riferiment­o alla direttiva Ue sulle “case green” (l’efficienza energetica degli edifici), in quanto il regolament­o «danneggere­bbe l’Italia» per la particolar­ità del suo contesto abitativo. Quanto alle centrali nucleari, l’approccio dell’esecutivo «rimane pragmatico» e ispirato al principio di neutralità tecnologic­a («ma non senza un chiaro indirizzo del Parlamento»), mentre - in tema di transizion­e ecologica nel settore auto - il governo vuole «evitare la deindustri­alizzazion­e. Si può realizzare la transizion­e verde con altri mezzi molto più puliti» dell’elettrico, a cominciare «dall’idrogeno». opposte

Da sinistra, Giorgia Meloni, 46 anni, premier dal 22 ottobre dell’anno scorso, ed Elly Schlein, 37, segretaria del Pd dal 12 marzo, ieri durante l’acceso question time alla Camera

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