La Gazzetta dello Sport - Cagliari

«Il Real è la più forte Ma pure City e Bayern sono da evitare...»

- Di Andrea Elefante TEMPO DI LETTURA

escluso in polemica con allenatore e presidente federale (che poi sarebbe Eto’o). Il portiere è Onana, uno dei leader dello spogliatoi­o Anguissa. Mettiamola così: non migliori amici. Se le palline dicono Inter-Napoli, occhio alla stretta di mano.

E poi... Altre sottotrame? Disponibil­i a decine. Giroud, al Chelsea, è un ex e un ex rivale in maglia Arsenal. Lautaro contro il City sfiderebbe Julian Alvarez e le opinioni di chi pensa che il miglior centravant­i d’Argentina sia l’altro. Osimhen, contro il Bayern, giocherebb­e anche per il Pallone d’oro africano vinto da Sadio Mané mentre Brahim Diaz, contro il Real, proverebbe a eliminare il club proprietar­io del suo cartellino. Se volete esagerare con gli strattoni al cuore però immaginate per un attimo il ritorno di Kalidou Koulibaly a Napoli. Spalletti ha sostituito il suo K2 con due K, Kim e Kvaratskhe­lia, ma le parole spese nel giorno del passaggio al Chelsea risuonano nei vicoli della città. Ha scritto Koulibaly: «A Napoli sono nati i miei due figli. Ho incontrato persone che saranno per sempre parte della mia vita. Grazie a te, Napoli, sono diventato l’uomo che sono. Continuerò, all’infinito, a portarti nel cuore. Sei stata, per me, tutto». E il Napoli a lui: «Sei arrivato a Napoli poco più che un ragazzo, vai via che sei un uomo. Il tuo valore lo hai mostrato non solo in campo, ma anche nelle battaglie sociali, per le quali ci siamo impegnati insieme. Le nostre strade si dividono ma ti vorremo sempre bene. Ovunque andrai, ricordati che Napoli sarà sempre casa tua». Se ripassa in città, piange anche il Vesuvio.

Daniele Adani eal Madrid, Manchester City, Bayern, e si sa. Più che quelle tre, quelle tre per distacco. «Nettamente più forti delle altre per valori, attitudini, esperienza, classe, forza, abitudine a giocare a certi livelli», dice Lele Adani. Dunque: avversarie da scansare a tutti i costi nel sorteggio di oggi a mezzogiorn­o. «E più il Real delle altre due».

R▶Perché, Adani?

«Sempliceme­nte perché è la più forte: nei vecchi, nei giovani, nei cambi, nell’allenatore, nelle sue 14 Coppe Campioni, nel miedo escenico del Bernabeu».

▶E’ l’anno di Vinicius?

«Quello che può fare è ripetersi: l’anno scorso la Champions al Real l’hanno consegnata lui, Courtois e Benzema. Ma la verità vera è che il Real ha perso Casemiro e non se n’è accorto. Che il Real gioca negli ottavi contro la squadra battuta in finale l’anno prima e sotto di due gol gliene ha fatti cinque. Con merito. E i giovani dietro Modric e Kroos, ovvero Camavinga e Tchouaméni, hanno dei modelli nella loro stessa squadra: si allenano con loro, vincono assieme a loro».

▶Ma in Liga è a - 9 dal primo posto: Barça forte o il Real privilegia sempre la Champions?

«Il Barça ha fame di rinascita e una Liga vinta può essere un primo mattone. Ma per rispondere basta rubare le parole a Kroos: “Noi iniziamo a considerar­e la Champions dagli ottavi”. Come dire: “Vince il Barcellona? Pazienza: noi andiamo a Liverpool e facciamo cinque gol”».

▶Azzardiamo: quale delle nostre tre squadre potrebbe dare Uomini simbolo 1.

Vinicius

Junior, 22 anni (Real Madrid)

Erling Haaland, 22 anni (Manchester City) Sadio Mané, 30 anni (Bayern)

3. più fastidio al Real? 2.

«Il Napoli, e non solo al Real: credo sia la più temuta delle italiane. Si è già messa al livello delle big europee - e il Liverpool lo sa - come fece l’Ajax quattro anni fa, come sta facendo il Benfica: togliendo il dominio del gioco. E ora sa anche adattarsi alla competizio­ne che deve giocare: in Italia fa un giro palla in più, aspetta di stanare l’avversaria per imbucarla, abbassa il ritmo; in Europa lo alza, sa pressare e giocare in transizion­e, fa viaggiare la palla più velocement­e. Dominando in campionato si è evoluto fino a diventare anche una forte squadra “europea”».

▶A parte Haaland: perché evitare il City?

«E’ “ingiocabil­e” nel rapporto fra dominio del gioco e esperienza dei giocatori che lo dominano, ovvero il gap che possono pagare Napoli e Benfica. Ma va fatta una premessa, è una squadra che gioca con una pressione particolar­e: se non arriva primo, ha fallito. Questo lo fa viaggiare sempre sul filo dell’errore, e qualche errore lo fa: soprattutt­o se lo attacchi è vulnerabil­e, umano, e qualcosa concede, come l’anno scorso con il Real, anche perché Guardiola non baratta le sue idee. Per questo ha preso uno come Haaland, per stare al sicuro nelle partite dagli ottavi in avanti: l’altra sera, in quattro dei cinque gol a parte il rigore, è stata la palla ad andare da lui. Sono curioso di vedere se darà questo “plus”: negli ultimi due anni il City non ha vinto per quello, se produce per dieci non può più raccoglier­e due, ma almeno cinque.

HA DETTO

▶E il Bayern?

«Ha perso Lewandowsk­i, ma lui non si è qualificat­o e il Bayern è ai quarti. Non ha i giocatori più forti, Choupo-Moting non è fra i primi dieci attaccanti al mondo, ma ha una rosa profonda, ritrova Mané, fa le cose a una velocità diversa: nel suo tipo di gioco va sempre sopra ritmo. E poi ha una grande mentalità: ha giocato contro il Psg con De Ligt e Upamecano uno contro uno a 50 metri con Messi e Mbappé, l’anno scorso fra andata e ritorno contro il Villarreal avrà creato quaranta palle gol: può uscire, ma non sbaglia mai la partita».

L’italiana che può dare più fastidio ad Ancelotti è il Napoli, che toglie a tutti il dominio del gioco

Vinicius è una stella. Haaland a Pep serve dagli ottavi. Con Mané il Bayern fa tutto a iper velocità

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