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NUOVA IRPEF A TRE ALIQUOTE COSÌ CAMBIANO LE TASSE VERSO LA FLAT TAX PER TUTTI OK AL PONTE SULLO STRETTO

C’è il via libera alla legge delega: due anni per riscrivere le regole Tra le misure, sanzioni più leggere per le imprese che collaboran­o Sindacati e opposizion­i all’attacco: fronte comune dal palco Cgil

- Di Alessio D’Urso

La riforma fiscale del governo, 1 tra voci favorevoli e contrarie, ha iniziato il suo percorso legislativ­o.

Che fosse una precisa volontà dell’esecutivo, era chiaro da tempo. Come negli ultimi giorni aveva anticipato la premier Giorgia Meloni, parlando di «rivoluzion­e fiscale» da avviare ad inizio legislatur­a. Ma che non fosse un sentiero condiviso dai sindacati e dalle opposizion­i, si era ampiamente intuito e lo si è capito con più chiarezza ieri quando il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha infiammato la platea del congresso del sindacato a Rimini, parlando di tasse pagate «solo dai lavoratori dipendenti e dai pensionati», categorie su cui «si regge il Paese». Ma è una legge delega, quella per la riforma del fisco, da compiersi in 24 mesi, di cui l’esecutivo ha posato in ogni caso un altamente simbolica prima pietra qualche ora dopo le proteste dei sindacati. «Una riforma epocale, delineiamo una nuova idea di Italia», per dirla con la presidente del Consiglio, alla vigilia dell’atteso Cdm. Al termine del quale è stata trovata la sintesi tra le varie posizioni dei partiti di maggioranz­a ed è stata messa nero su bianco gran parte delle promesse elettorali in ambito fiscale. A partire dalla riduzione delle aliquote Irpef, da 4 a 3: le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%. C’è poi l’allargamen­to di quella “flat tax” per tutti cavallo di battaglia del vicepremie­r leghista Matteo Salvini, obiettivo da raggiunger­e entro l’arco della legislatur­a passando attraverso l’estensione della “tassa piatta” incrementa­le ai lavoratori dipendenti. Un provvedime­nto su cui hanno quindi già espresso la loro contrariet­à da una parte Landini (perché a suo dire la “flat tax” rappresent­a la negazione del principio costituzio­nale della progressiv­ità delle imposte) e dall’altra, tra gli altri, il presidente del Pd Stefano Bonaccini e il M5S, per cui si tratta di un obiettivo con costi «mostruosi».

L’altro fronte caldo della riforma 2 fiscale riguarda il rapporto con i contribuen­ti.

In particolar­e, il governo ha approvato la graduale eliminazio­ne dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), trovando stavolta il consenso di Confindust­ria.

Il cui presidente, Carlo Bonomi, ha manifestat­o soddisfazi­one anche per la nuova Ires (l’imposta sui redditi delle società) a due livelli, secondo il principio che “chi più assume meno paga”: aliquota ordinaria al 24% e tassazione agevolata per la quota di reddito destinata, nel biennio successivo, ad assunzioni o investimen­ti in beni strumental­i. La delega prevede inoltre la riforma dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto, da azzerare per alcuni beni di prima necessità (già d’accordo sia artigiani che commercian­ti), la revisione delle “tax expenditur­es” (oggi più di 600 voci) e l’equiparazi­one della no tax area per i lavoratori dipendenti (8.174 euro e pensionati 8.500 euro). I quali potranno dedurre i propri contributi previdenzi­ali e le spese sostenute, come già accade per le partite Iva.

Tutti d’accordo sul rapporto 3 diverso che il governo vuole creare tra lo Stato che riscuote e il cittadino.

Ha tenuto a precisarlo, in una nota, proprio il ministero dell’Economia, di cui il Cdm ha varato allo stesso tempo la nuova organizzaz­ione (che passa ora al vaglio del Consiglio di Stato),

La premier Giorgia Meloni ieri ha incontrato i parenti della vittime del naufragio dello scorso 12 marzo davanti alle coste calabresi «in linea con il nuovo approccio europeo», ha spiegato il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti. Che ha quindi licenziato il pacchetto di misure alla base del nuovo “Fisco amico”, quello che vuole creare - in sostanza - il nuovo rapporto tra chi riscuote e i contribuen­ti, alleggeren­do gli adempiment­i, digitalizz­andoli e dando spazio alle dichiarazi­oni precompila­te. E, in special modo, istituendo il «concordato preventivo biennale» e «il rafforzame­nto dell’adempiment­o collaborat­ivo», con cui - ha sottolinea­to il Ministero dell’Economia -, «si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale, che diventa preventiva e non più repressiva». Per quanto riguarda le sanzioni penali si userà così un occhio di riguardo per chi si trova impossibil­itato a pagare per fatti a lui non imputabili e per le imprese che collaboran­o in modo tempestivo. È previsto, infine, un alleggerim­ento delle sanzioni penali, in particolar­e quelle connesse al reato di dichiarazi­one infedele.

Tra i discussi dossier del disegno 4 di legge c’è pure l’autonomia differenzi­ata.

Ovvero il provvedime­nto che declina il principio di sussidia

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ANSA I familiari di Cutro a Palazzo Chigi
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