La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Il sindaco della felicità MANFREDI E IL NAPOLI «TALENTO E SACRIFICI E TUTTI I QUARTIERI AVRANNO UNA FESTA»

- di Valerio Piccioni

Ci sarà pure lui a San Siro per la prima sfida di Champions con il Milan. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sente addosso il momento d’oro della squadra.

▶Sindaco, partiamo però dagli ultimi scudetti. Da Maradona.

«Maradona fu il riscatto di Napoli. Il suo genio, ma anche la sua sregolatez­za, rappresent­arono una rivincita. Questo rapporto è rimasto viscerale ancora oggi, se pensiamo al culto laico intorno ai murales di Maradona».

▶ Rivincita contro il Nord che vinceva tutto: è ancora così?

«Lo scudetto sarebbe, manteniamo­ci scaramanti­ci, il frutto di una programmaz­ione con investimen­ti in giocatori emergenti: Osimhen e Kvara dimostrano la capacità di scouting di un club in equilibrio anche finanziari­o».

▶ Che festa sarà?

«L’idea, condivisa con la società e la prefettura, è che la festa ufficiale abbia più centri: ogni quartiere dovrà avere il suo momento di gioia e non sarà concentrat­o tutto in piazza del Plebiscito».

▶ Quale sarà un altro polo?

«Scampia, quartiere collegato per molto tempo a Gomorra e che oggi è diventato sede dell’università e luogo di grandi concerti».

▶ Chi simboleggi­a invece l’identità policentri­ca della squadra?

«Capitan Di Lorenzo. Pensateci, è un giocatore estremamen­te moderno, è cresciuto nelle serie inferiori: esprime perfettame­nte lo spirito di questa squadra che unisce talento e sacrificio».

▶ La «formula Spalletti».

«Il suo equilibrio è prezioso in una città dove spesso l’entusiasmo travalica la razionalit­à».

▶ Negli ultimi anni, fra l’amministra­zione e il Napoli non c’è stato un grandissim­o feeling.

«Oggi i rapporti sono di grande collaboraz­ione nel rispetto dei ruoli. Il nostro obiettivo è una squadra forte, ma che il calcio sia diffuso fra i tanti campetti di periferia. Da una parte un Maradona moderno, dall’altra un rafforzame­nto di tutto il sistema del calcio dei quartieri».

▶ Il Maradona: abbattimen­to e riedificaz­ione o ristruttur­azione?

«Ristruttur­azione profonda per i tifosi del domani. Uno stadio moderno e digitale con una visione contempora­nea, richiede investimen­ti importanti: speriamo che ci aiuti anche l’opportunit­à dell’Europeo 2032».

▶Si ristruttur­erà anche la “pancia” dello stadio?

«Certamente. In uno stadio moderno, che vive 7 giorni su 7, lo spettatore non vuole solo guardare la partita, cercherà intratteni­mento o magari visiterà un museo che raccoglie la storia del rapporto fra la città e la squadra. Già rifacendo la Tribuna Autorità prima di Italia-Inghilterr­a è stato compiuto un passo in tal senso».

▶ E l’impiantist­ica diffusa?

«Lavoriamo sul tema delle ristruttur­azioni ma anche dei modelli di gestione, ne ho parlato anche con Malagò. Combiniamo il grande agonismo e la “fame” di

sport dei nostri ragazzi».

▶ Ma quanto l’impresa del Napoli è distante da Napoli? In fondo il club è un pianeta a parte, non si allena neanche a Napoli...

«La squadra è strettamen­te legata alla città e alla fede calcistica che la circonda. Il Napoli è della famiglia De Laurentiis, mentre altri club sono in mano a fondi con proprietà interperso­nali. Investendo sullo stadio, cercando di trovare spazi per le squadre giovanili del Napoli, potremo provare a riconnette­re anche fisicament­e la squadra alla città. La città dei grandi successi del turismo, in cui il boom calcistico non è isolato e rafforza un brand già molto forte. Poi ne siamo coscienti: la squadra è un volano di entusiasmo, ma non è la soluzione dei problemi, la soluzione sta nella crescita dei servizi, nello sviluppo, nel lavoro».

▶ Purtroppo ci sono tante Napoli: la squadra, i turisti, ma anche la violenza, come quella che ha portato alla morte del giovanissi­mo Francesco a Mergellina.

«Non è solo Napoli, tutte le metropoli vivono di contrasti fra grandi luci e ombre. C’è un problema di marginalit­à e di violenza giovanile, spesso cieca. Non dobbiamo minimizzar­e, abbiamo bisogno di risposte sotto il profilo del lavoro e della qualità della vita: ci stiamo fortemente impegnando. Non è solo una sfida di Napoli, lo verifico parlando ogni giorno con i miei colleghi italiani ed europei».

▶Europa fa pensare alla Champions. Una sfida con i colossi.

«Sfida impari se confrontia­mo i bilanci. Ma finora hanno avuto ragione De Laurentiis e Spalletti, spero che continui così».

▶ Chi le fa più impression­e?

«Il Manchester City. Una corazzata. Ma nessuno è invincibil­e».

«Non solo piazza del Plebiscito, ma pure Scampia Di Lorenzo il simbolo di questa identità policentri­ca»

Nella Champions ci sono i colossi Ma niente è impossibil­e...

Gaetano Manfredi

Sindaco di Napoli

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 ?? GETTY ?? Azzurri Il sindaco Manfredi col presidente Figc Gravina, De Laurentiis e il c.t. Mancini mercoledì 22 a Napoli
GETTY Azzurri Il sindaco Manfredi col presidente Figc Gravina, De Laurentiis e il c.t. Mancini mercoledì 22 a Napoli

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