La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Il sindaco della felicità MANFREDI E IL NAPOLI «TALENTO E SACRIFICI E TUTTI I QUARTIERI AVRANNO UNA FESTA»
Ci sarà pure lui a San Siro per la prima sfida di Champions con il Milan. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, sente addosso il momento d’oro della squadra.
▶Sindaco, partiamo però dagli ultimi scudetti. Da Maradona.
«Maradona fu il riscatto di Napoli. Il suo genio, ma anche la sua sregolatezza, rappresentarono una rivincita. Questo rapporto è rimasto viscerale ancora oggi, se pensiamo al culto laico intorno ai murales di Maradona».
▶ Rivincita contro il Nord che vinceva tutto: è ancora così?
«Lo scudetto sarebbe, manteniamoci scaramantici, il frutto di una programmazione con investimenti in giocatori emergenti: Osimhen e Kvara dimostrano la capacità di scouting di un club in equilibrio anche finanziario».
▶ Che festa sarà?
«L’idea, condivisa con la società e la prefettura, è che la festa ufficiale abbia più centri: ogni quartiere dovrà avere il suo momento di gioia e non sarà concentrato tutto in piazza del Plebiscito».
▶ Quale sarà un altro polo?
«Scampia, quartiere collegato per molto tempo a Gomorra e che oggi è diventato sede dell’università e luogo di grandi concerti».
▶ Chi simboleggia invece l’identità policentrica della squadra?
«Capitan Di Lorenzo. Pensateci, è un giocatore estremamente moderno, è cresciuto nelle serie inferiori: esprime perfettamente lo spirito di questa squadra che unisce talento e sacrificio».
▶ La «formula Spalletti».
«Il suo equilibrio è prezioso in una città dove spesso l’entusiasmo travalica la razionalità».
▶ Negli ultimi anni, fra l’amministrazione e il Napoli non c’è stato un grandissimo feeling.
«Oggi i rapporti sono di grande collaborazione nel rispetto dei ruoli. Il nostro obiettivo è una squadra forte, ma che il calcio sia diffuso fra i tanti campetti di periferia. Da una parte un Maradona moderno, dall’altra un rafforzamento di tutto il sistema del calcio dei quartieri».
▶ Il Maradona: abbattimento e riedificazione o ristrutturazione?
«Ristrutturazione profonda per i tifosi del domani. Uno stadio moderno e digitale con una visione contemporanea, richiede investimenti importanti: speriamo che ci aiuti anche l’opportunità dell’Europeo 2032».
▶Si ristrutturerà anche la “pancia” dello stadio?
«Certamente. In uno stadio moderno, che vive 7 giorni su 7, lo spettatore non vuole solo guardare la partita, cercherà intrattenimento o magari visiterà un museo che raccoglie la storia del rapporto fra la città e la squadra. Già rifacendo la Tribuna Autorità prima di Italia-Inghilterra è stato compiuto un passo in tal senso».
▶ E l’impiantistica diffusa?
«Lavoriamo sul tema delle ristrutturazioni ma anche dei modelli di gestione, ne ho parlato anche con Malagò. Combiniamo il grande agonismo e la “fame” di
sport dei nostri ragazzi».
▶ Ma quanto l’impresa del Napoli è distante da Napoli? In fondo il club è un pianeta a parte, non si allena neanche a Napoli...
«La squadra è strettamente legata alla città e alla fede calcistica che la circonda. Il Napoli è della famiglia De Laurentiis, mentre altri club sono in mano a fondi con proprietà interpersonali. Investendo sullo stadio, cercando di trovare spazi per le squadre giovanili del Napoli, potremo provare a riconnettere anche fisicamente la squadra alla città. La città dei grandi successi del turismo, in cui il boom calcistico non è isolato e rafforza un brand già molto forte. Poi ne siamo coscienti: la squadra è un volano di entusiasmo, ma non è la soluzione dei problemi, la soluzione sta nella crescita dei servizi, nello sviluppo, nel lavoro».
▶ Purtroppo ci sono tante Napoli: la squadra, i turisti, ma anche la violenza, come quella che ha portato alla morte del giovanissimo Francesco a Mergellina.
«Non è solo Napoli, tutte le metropoli vivono di contrasti fra grandi luci e ombre. C’è un problema di marginalità e di violenza giovanile, spesso cieca. Non dobbiamo minimizzare, abbiamo bisogno di risposte sotto il profilo del lavoro e della qualità della vita: ci stiamo fortemente impegnando. Non è solo una sfida di Napoli, lo verifico parlando ogni giorno con i miei colleghi italiani ed europei».
▶Europa fa pensare alla Champions. Una sfida con i colossi.
«Sfida impari se confrontiamo i bilanci. Ma finora hanno avuto ragione De Laurentiis e Spalletti, spero che continui così».
▶ Chi le fa più impressione?
«Il Manchester City. Una corazzata. Ma nessuno è invincibile».
«Non solo piazza del Plebiscito, ma pure Scampia Di Lorenzo il simbolo di questa identità policentrica»
Nella Champions ci sono i colossi Ma niente è impossibile...
Gaetano Manfredi
Sindaco di Napoli