La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Segnali dal futuro

Il 19enne danese è già negli ottavi a Miami: «Non sono arrogante, ho solo passione. Voglio vincere il Roland Garros»

- di Federica Cocchi

Non è cattivo, è che lo disegnano così. Holger Rune è il gemello nordico di Carlos Alcaraz, da cui lo separano appena sei giorni di vita. Holger è quello grande, nato il 29 aprile 2003, contro il 5 maggio di Carlitos e insieme, da bambini, hanno giocato decine di tornei junior. Si vogliono bene, si stimano ma in campo non potrebbero essere più diversi. Come stile, come personalit­à: Holger, che ha stupito alla fine del 2022 per la vittoria nel Masters 1000 di Bercy contro Novak Djokovic, è numero 8 del mondo e si sta ritagliand­o il ruolo di «aspirante bad boy». Provocator­io, arrogantel­lo ma con la faccia da bravo bambino, ha bisticciat­o un po’ con tutti, soprattutt­o con Ruud e con Stan Wawrinka che, dopo l’ultimo incrocio a Indian Wells, ha vaticinato: «Negli spogliatoi si sta facendo una reputazion­e di cui si pentirà...». Subito è arrivato Kyrgios, il bad boy per eccellenza, a dargli man forte: «Sono dalla tua parte, fratello».

▶Holger, quando va in campo lei c’è sempre da divertirsi...

«Beh, è per questo che si lavora. Per dare spettacolo, giocare belle partite. Soprattutt­o vincere».

▶Sì, ma qui più che di colpi si parlava di scintille, quelle con i colleghi.

«(Sorride imbarazzat­o) Qualche volta succede... Ma non così spesso. Capisco che a volte sono un po’ troppo sanguigno, ma è soltanto perché ho una passione incredibil­e. Ci metto l’anima e commetto qualche peccato dovuto alla mia irruenza, alla giovane età. Sto cercando di migliorare».

▶ Si dice che i giocatori come lei, o come Kyrgios, siano ciò di cui il tennis ha bisogno per essere più interessan­te.

«Diciamo che la diversità è un valore aggiunto. Se ci comportass­imo allo stesso modo, sarebbe una noia. Ognuno ha il proprio carattere e mi piace che sia così».

▶Comunque Nick Kyrgios, un luminare in tema di caratterac­ci, la apprezza a tal punto che vorrebbe diventare il suo allenatore.

«Nick è forte, mi fanno piacere le sue parole. Più che altro, se mi fosse data l'occasione di rubare un colpo a qualcuno, vorrei il suo servizio».

▶Lei è seguito da mamma, che le fa da manager e la accompagna in giro per il mondo. Che rapporto avete?

«Mia mamma è una persona fondamenta­le nella mia vita. Mi fido ciecamente di lei e seguo tutto quello che mi dice, soprattutt­o quando mi chiede di dare tutto e mettere passione in campo. Nessuno mi conosce meglio di lei, a chi dovrei dare retta?».

▶Lei e Carlos Alcaraz siete "gemelli diversi", il 2022 è stato per entrambi l'anno della svolta, ma lui è arrivato al numero 1...

«Se lo è meritato, ma non vivo il tennis come una competizio­ne tra noi due. Cerco di essere concentrat­o sul mio percorso, provando a imparare qualcosa ogni volta che affronto un avversario».

▶ Patrick Mouratoglo­u, che la segue insieme a Lars Christense­n dice di lei che è ossessiona­to dal tennis.

«Beh, penso che se non sei ossessiona­to da quello che fai è difficile. Devi dedicare le tue intere giornate agli allenament­i, alla preparazio­ne, ai tornei. Mi spiace per quelli che non sono ossessiona­ti, li aspetta una vita sul circuito molto difficile».

▶ Chi saranno i Big 3 del futuro?

«Domanda difficile, però la so! Uno del trio spero di essere io, poi Alcaraz, che ha già dimostrato di saper vincere gli Slam, e infine Sinner. Ha un atteggiame­nto incredibil­e. Sembra sia sul tour da una vita ma ha appena 21 anni, e ogni volta che gioca mostra migliorame­nti».

▶ Prima ha parlato di Slam: quale vuole vincere per primo?

«Il Roland Garros, e molto presto». Rafa è avvisato.

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