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EMERGENZA SBARCHI È SCONTRO SUI SOCCORSI LA NAVE DI BANKSY FERMATA A LAMPEDUSA

Sigilli alla Louise Michel, finanziata dall’artista: violate le norme La Guardia costiera contro le Ong: «Ostacolano le operazioni» Piano Italia-Ue-Francia per bloccare le partenze dalla Tunisia

- Di Alessio D’Urso

Continuano gli arrivi e l’attenzione si sposta sulla Tunisia, ormai sull’orlo del collasso, economico. L’Italia lavora al tavolo diplomatic­o mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani (nella foto), avverte: «Se cade il governo di Tunisi, nel Paese c’è il rischio di islamizzaz­ione». Oggi debutta il decreto flussi: attesi 82.705 ingressi. Ma fa discutere l’intervento della Guardia costiera libica contro la Ocean Viking

1 L’immigrazio­ne attraverso il mare Mediterran­eo continua a interrogar­e l’Europa.

Acutizzato dalla crisi economica che attanaglia la Tunisia, il fenomeno migratorio si ripropone come un’emergenza: in 48 ore sono state soccorse oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazio­ni dirette a Lampedusa. Nel cui hotspot, all’alba di ieri, si contavano 2.494 ospiti a fronte di 400 posti disponibil­i, nonostante i trasferime­nti ordinati dalla Prefettura di Agrigento. In un contesto drammatico, con due naufragi avvenuti sabato in area Sar maltese (8 vittime e 97 superstiti), ieri la Guardia Costiera di Lampedusa ha provveduto pure al fermo della Louise Michel, nave finanziata dal writer britannico Banksy, perché accusata di aver violato il decreto Ong del governo. L’imbarcazio­ne era arrivata sull’isola con 180 migranti salvati nel Mediterran­eo: si tratta di un’ex unità della marina francese acquistata con i proventi della vendita delle opere dell’artista (la cui vera identità resta sconosciut­a). «Come molte persone di successo nel mondo dell’arte, ho comprato uno yacht», ironizzava Banksy tre anni fa. La conversion­e in nave di salvataggi­o, aggiungeva, è stata fatta perché le autorità Ue «ignorano deliberata­mente le richieste di soccorso dei “non europei”».

2 Ma l’Italia accusa: «Atto di disobbedie­nza».

Secondo l’autorità portuale, la Louise Michel, dopo aver effettuato il primo soccorso in acque libiche, «contravven­iva all’impartita disposizio­ne di raggiunger­e il porto di Trapani», dirigendos­i invece su altre tre unità di migranti «sulle quali, peraltro, stavano già convergend­o i mezzi della Guardia Costiera». Indicazion­i che erano state fornite per «evitare che la nave prendesse a bordo un numero di persone tale da pregiudica­re sia la sua sicurezza che quella delle imbarcazio­ni di migranti». La non osservanza delle disposizio­ni «ha inoltre rallentato il raggiungim­ento di un porto di sbarco per i migranti salvati nel primo intervento, inizialmen­te individuat­o in quello di Trapani dal ministero dell’Interno, inducendo così a ridisegnar­e la decisione in modo da far convergere l’arrivo della ong nel porto di Lampedusa, già peraltro sollecitat­o dai numerosi arrivi di migranti». All’unità è stato poi rimprovera­to di aver sovraccari­cato i sistemi di comunicazi­one del centro di coordiname­nto dei soccorsi. Forti le proteste della capitana attivista Pia Klemp e delle altre Ong. «Trattenere una nave di soccorso in porto mentre donne, uomini e bambini rischiano di morire, è una cosa assurda. E sono le nostre segnalazio­ni a fare trovare le barche a rischio», ribatte Mediterran­ea Saving Humans.

3 La vicenda è stata preceduta dall’altro episodio denunciato dalla Ocean Viking.

Sabato la nave della Ong Sos Méditerran­ée - che intendeva raggiunger­e un gommone in difficoltà - era stata minacciata da una motovedett­a libica con spari in aria. Anche in questo caso la Guardia Costiera ha accusato la Ong di aver sovraccari­cato il Centro di coordiname­nto «in momenti particolar­mente intensi di soccorsi in atto». Secondo l’autorità portuale, l’equipaggio si trovava in area

Sar libica e avrebbe dovuto segnalare l’episodio «al Paese di bandiera» della motovedett­a 656, che è una di quelle donate dall’Italia alla Libia. La motovedett­a era poi riuscita ad agganciare il gommone ed a riportare in Libia (Paese che l’Onu ha denunciato per le violazioni dei diritti umani) gli 80 migranti a bordo. Il “respingime­nto” della nave Ong è stato documentat­o dall’aereo Seabird della ong Sea

Watch, che ha diffuso il video: sul caso è polemica.

4 La Tunisia è un fronte sempre più caldo: ieri almeno 29 vittime in tre naufragi.

Il presidente, Kais Saied, ha invocato «misure urgenti» contro l’immigrazio­ne clandestin­a di subsaharia­ni nel suo Paese. Secondo il Forum per i diritti economici e sociali, la Tunisia conta più di 21 mila africani subsaharia­ni: molti di loro tentano di immigrare illegalmen­te in Europa. A questi si aggiungono i tunisini che fuggono da uno Stato sull’orlo del collasso finanziari­o (disoccupaz­ione oltre il 15% nel 2022). L’Italia è in allarme. E ad aprile il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà a Tunisi insieme alla commissari­a Ue agli Interni Ylva Johansson e al ministro francese Gerald Darmanin. Una missione con lo scopo di bloccare le partenze in forza di un piano centrato su addestrame­nto di uomini, fornitura di mezzi e aiuti finanziari. Il titolare degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato l’urgenza del momento: «Non possiamo abbandonar­e la Tunisia, se cade questo governo rischiamo di avere i Fratelli musulmani, che sono fonte di grande instabilit­à». Sul tavolo ci sono 1,9 miliardi di euro che il Fondo Monetario Internazio­nale potrebbe prestare a Tunisi, somma su cui peserebbe il veto degli Usa, critici con Saied.

5 Oggi è un giorno chiave per i flussi d’ingresso.

Il debutto delle semplifica­zioni previste per l’assunzione di lavoratori extracomun­itari avverrà con le domande che saranno presentate al “click day” di oggi. Attesi 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 del 2022: la metà rappresent­ano le quote per il lavoro stagionale, attese principalm­ente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico-alberghier­o. Per l’accoglienz­a dei migranti via mare, frattanto, i sindaci d’Italia chiedono un’organizzaz­ione diffusa («Servono 600 milioni in più»), con un focus sui minori soli. E intanto il primo cittadino di Lampedusa, Filippo Mannino, ricorda: «Il mondo intero dovrebbe essere grato per quello che fa questo piccolo “quartiere” di Bruxelles perso in mezzo al Mediterran­eo».

La mia isola è stata dimenticat­a: serve una Mare Nostrum europea con tutti i porti disponibil­i

Filippo Mannino

Sindaco di Lampedusa

Piantedosi dice che gli sbarchi avvengono solo perché l’opinione pubblica li accetta: una presa in giro

Angelo Bonelli

Alleanza Verdi e Sinistra

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La Louise Michel nel porto di Lampedusa: l’ex motonave francese di 31 metri omaggia, con il suo nome, una scrittrice anarchica francese, morta nel 1905
ANSA Sequestrat­a nell’isola La Louise Michel nel porto di Lampedusa: l’ex motonave francese di 31 metri omaggia, con il suo nome, una scrittrice anarchica francese, morta nel 1905
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