La Gazzetta dello Sport - Cagliari
DAGLI SCONTI IN BOLLETTA AL CODICE DEGLI APPALTI VIA LIBERA DEL GOVERNO CIBI SINTETICI: C’È LO STOP
Riduzione dell’Iva sul gas e rinnovo del bonus per le famiglie Fisco: più tempo per sanare le irregolarità. Interventi per la sanità Sulla tutela della biodiversità: «Si rischiava l’ingiustizia sociale»
Il governo vara il nuovo decreto 1 bollette.
Dalla proroga degli sgravi contro l’aumento dei prezzi dell’energia, dovuto nell’ultimo anno al conflitto in corso in Ucraina, al nuovo codice degli appalti, passepartout per la concretizzazione dei progetti del Pnrr. Il Cdm approva un provvedimento di ampia portata, contenente innanzitutto le misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette, per un ammontare complessivo di risorse stanziate pari a 4,9 miliardi di euro. Il testo licenziato prevede il taglio dell’Iva al 5% sul gas, che viene prorogato per il secondo trimestre dell’anno ed esteso anche al teleriscaldamento e all’energia termica prodotta con il metano. Gli oneri generali di sistema sul gas vengono azzerati per i 3 mesi aprile-giugno, mentre si riduce il contributo introdotto a favore dei consumatori fino a 5 mila metri cubi (35% del valore applicato nel trimestre precedente). Torneranno invece gli oneri di sistema sull’elettricità, punto dolente del decreto secondo il Codacons: «A pieno regime gli oneri di sistema pesano per circa il 22% su ogni bolletta elettrica e, prima dell’adozione delle misure contro il caro-energia, sono costati 12,4 miliardi all’anno agli italiani». Ma la vera novità arriverà dal 1° ottobre: un bonus termico per le famiglie (clienti domestici residenti diversi da quelli titolari di bonus sociale), fino al 31 dicembre 2023. È stato quindi rinnovato, fino al 30 giugno, il bonus sociale in versione potenziata, esteso cioè alle famiglie con un Isee fino a 15 mila euro (in modo da coinvolgere, come è stato finora, una platea di 4,5 milioni di nuclei) e analoga misura di sostegno è stata adottata nel secondo trimestre a favore delle persone economicamente svantaggiate e in gravi condizioni di salute. Un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, inoltre, viene riservato alle imprese — per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale fino al 30 giugno —, i cui costi per kWh hanno subito un incremento superiore al 30% «rispetto allo stesso periodo del 2019».
Nel decreto c’è più tempo 2 per sanare gli errori fiscali.
Il decreto si occupa anche di tasse. A cominciare dalla possibilità di “adesione agevolata” e “definizione agevolata” degli atti del procedimento di accertamento. Gli avvisi, di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili al primo gennaio, divenuti definitivi per mancata impugnazione tra il 2 gennaio ed il 15 febbraio, sono definibili entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Definibili anche le controversie pendenti al 31 gennaio 2023 davanti alle corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado con oggetto atti impositivi, in cui è parte l’Agenzia delle Entrate. Il provvedimento del governo modifica pure il calendario della tregua fiscale introdotta dalla legge di bilancio 2023, facendo slittare di 7 mesi (dal 31 marzo al 31 ottobre 2023) la data per la prima rata per sanare le irregolarità, le infrazioni e l’inosservanza di obblighi o adempimenti, di natura formale, commesse fino al 31 ottobre 2022. Il decreto amplia, infine, i termini per il ravvedimento speciale sulle dichiarazioni validamente presentate per il periodo d’imposta al 31 dicembre 2021 e precedenti. La prima rata slitta dal 31 marzo al 30 settembre.
Varato poi il Codice appalti. 3
Si è trattato del secondo e definitivo passaggio dopo il parere delle Camere e le osservazioni raccolte dalle parti sociali. Un codice pensato in nome della semplificazione, nell’ottica dell’assegnazione degli appalti per i lavori e le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (per colmarne pure i ritardi). Per fare una gara, secondo il Ministero delle Infrastrutture, si risparmieranno dai 6 mesi ad un anno, grazie innanzitutto alla digitalizzazione delle procedure (in vigore dal primo gennaio 2024). «Con la liberalizzazione degli appalti sottosoglia e cioè fino a 5,3 milioni di euro le stazioni appaltanti potranno decidere di attivare procedure negoziate o affidamenti diretti, rispettando il principio della rotazione. Per gli appalti fino a 500 mila euro, allo stesso modo, le piccole stazioni appaltanti potranno procedere direttamente senza passare per le stazioni appaltanti qualificate. Taglio dei tempi notevole, soprattutto per i piccoli comuni», ha spiegato il Mit. Le polemiche si sono però accese attorno al nodo controlli sull’assegnazione degli appalti: «I cantieri diventeranno una giungla — accusano i sindacati — Il governo rende più difficile il rispetto dei contratti collettivi e l’applicazione e verifica delle tutele per salute e sicu
rezza». Mentre la Confartigianato si augura che le micro e piccole imprese possano partecipare agli appalti pubblici, «principio cardine della legge delega», ha osservato il presidente Marco Granelli.
Stabilito anche il divieto di 4 cibi sintetici.
Il governo ha approvato pure il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici, altro passaggio di cui l’esecutivo ha fatto una questione identitaria. Previste sanzioni da 10 mila fino a 60 mila euro e la confisca. «Un atto di responsabilità», secondo Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: «Una legge prima al mondo, che vieterà la possibilità di commercializzare e produrre in laboratorio gli alimenti di cui ci nutriamo». Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha rilevato un rischio di ingiustizia sociale con il cibo sintetico, «in una società in cui i ricchi mangiano bene ed i poveri no». E la premier Giorgia Meloni si è fermata in serata al flash mob di Coldiretti davanti a Palazzo Chigi: «Non potevamo che festeggiare con i nostri agricoltori un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia».
È saltato, invece, il sì al ddl 5 Concorrenza.
Nel ddl è prevista una regolamentazione sui medici gettonisti negli ospedali, per la quale le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici «solo in caso di necessità e urgenza» per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario. Dei 4,9 miliardi complessivi del provvedimento, intanto, 1,1 miliardi sono stati stanziati in favore di Regioni e Province autonome per limitare l’impatto del payback dei dispositivi medici sulle aziende del settore. Non c’è stato, invece, il via libera dell’esecutivo al disegno di legge sulla concorrenza. Da una parte è emersa la necessità di compiere degli approfondimenti sulla copertura economica della parte relativa alle misure in materia di energia, dall’altra ha richiesto un supplemento di analisi il tema degli ambulanti. E resta nel cassetto anche l’ipotesi di liberalizzazione dei periodi e della durata dei saldi.