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I dieci terroristi da estradare La Francia conferma il no I familiari: «Una vergogna»

- TEMPO DI LETTURA di Francesco Rizzo TEMPO DI LETTURA

HA DETTO

Era un’illusione aspettarsi qualcosa di diverso e vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso

I giudici d’Oltralpe hanno deciso; «Diritto ad avere un processo equo» La rabbia dei parenti delle vittime

Mario Calabresi

Europa non esiste. Quando un Paese si rifiuta di estradare persone giudicate da un altro Paese, vuol dire che non siamo un territorio unificato veramente». Lorenzo Conti è il figlio di Lando Conti, ex sindaco di Firenze, che le Br uccisero nel 1986 e la sua rabbia sgorga dalla decisione della Corte di Cassazione francese: no definitivo alla estradizio­ne di dieci ex terroristi rifugiatis­i Oltralpe. Chi sono? Figure come Giorgio Pietrostef­ani, per il tribunale italiano mandante dell’omicidio del commissari­o Luigi Calabresi, nel 1972 o Marina Petrella, brigatista condannata per la morte del generale Enrico Galvaligi, nel 1980. La Corte francese ha quindi respinto il ricorso presentato dal procurator­e generale Rémy Heitz, che si era opposto al “no” all’estradizio­ne già pronunciat­o nel giugno 2022 dalla Chambre de l’Instructio­n della Corte di Appello. Un “no” motivato, all’epoca, dal fatto che molti degli arrestati erano stati giudicati in Italia in loro assenza, e non avrebbero potuto difendersi in un nuovo processo poiché la legge italiana non offre questa possibilit­à.

«L’Tesi Garanzia prevista però dalla Convenzion­e europea dei diritti dell’uomo, come l’altra: secondo i giudici francesi, «la quasi totalità» dei rifugiati «ha vissuto in Francia per circa 25-40 anni, ha una situazione familiare stabile, è inserito profession­almente e socialment­e». Quindi «l’estradizio­ne causerebbe un danno sproporzio­nato al diritto al rispetto

Fuggiti della vita privata e familiare». Come nel caso di Petrella, 68 anni, due figlie, occupata nell’assistenza agli anziani o di Pietrostef­ani, in condizioni di salute precarie. Ma anche in quelli di Roberta Cappelli, ex Br, un ergastolo da scontare, oggi 67enne insegnante di sostegno: o di Narciso Manenti, che in Francia è diventato nonno però dovrebbe scontare il carcere a vita per l’omicidio di un carabinier­e, Giuseppe Gurrieri. Che nega di aver commesso. «Fra i venti e i sessant’anni si cambia e cambiano anche le proprie opinioni», disse nel 2019. Sono tuttavia storie che riaprono ferite mai rimarginat­e: come l’omicidio del vicebrigad­iere Antonio Custra nel 1977, per cui è stato condannato a 20 anni - per concorso morale - Raffaele Ventura, oggi 72enne, cittadino francese dal 1986. «Dall’origine questa procedura è stata condotta per ragioni politiche», è la tesi del suo legale, Jean-Pierre Mignard. Sullo sfondo la “dottrina Mitterrand”, prassi che, negli Anni 80, garantì ospitalità in Francia ad italiani responsabi­li di violenza politica. Opponendos­i ad alcuni aspetti della nostra legge antiterror­ismo, il presidente Mitterrand promise di non estradare i condannati per atti, appunto, “di natura violenta, ma di ispirazion­e politica” che avessero rinunciato alla lotta armata. Nel 2021 il ministro della Giustizia francese Éric Dupond-Moretti, si domandò invece: «Avremmo accettato che uno dei terroristi del Bataclan se ne fosse andato 40 anni in Italia?». Nello stesso 2021, quando la Francia arrestò 7 dei 10 terroristi in questione, il governo Macron appoggiò le richieste di estradizio­ne avanzate dall’Italia.

LA VICENDA

Decenni Da noi la politica parla di «decisione sconcertan­te», anche se Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, pur «non facendo sconti morali e politici alle persone coinvolte » considera la sentenza «una lezione di civiltà». I parenti delle vittime si appellano, invece, al governo. «Abbiamo fatto il possibile», allarga le braccia il ministro della Giustizia Nordio. Mentre Mario Calabresi osserva: «Vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma la Cassazione francese parla di “danno sproporzio­nato”. Pensate al danno sproporzio­nato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia».

Le “Ombre rosse”

La vicenda dei terroristi fuggiti in Francia è cominciata ad aprile 2021, quando sono scattati gli arresti nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse”, che ha dato il via alla procedura di estradizio­ne di 10 terroristi rossi

Il ricorso respinto

La Cassazione francese ha respinto ieri il ricorso con cui Parigi si era opposta al no all’estradizio­ne, già pronunciat­o il 29 giugno 2022 dalla Corte di Appello

 ?? ?? Da sinistra, in alto: Giorgio Pietrostef­ani, 79 anni; Marina Petrella, 68; Luigi Bergamin, 73; Enzo Calvitti, 68; Maurizio Di Marzio, 61. Sotto, da sinistra, Roberta Cappelli, 67,
Sergio Tornaghi, 65; Narciso Manenti, 65; Giovanni Alimonti, 67 e Raffaele Ventura, 72
Da sinistra, in alto: Giorgio Pietrostef­ani, 79 anni; Marina Petrella, 68; Luigi Bergamin, 73; Enzo Calvitti, 68; Maurizio Di Marzio, 61. Sotto, da sinistra, Roberta Cappelli, 67, Sergio Tornaghi, 65; Narciso Manenti, 65; Giovanni Alimonti, 67 e Raffaele Ventura, 72
 ?? ?? Giornalist­a e figlio del commissari­o Luigi Calabresi
Giornalist­a e figlio del commissari­o Luigi Calabresi

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