La Gazzetta dello Sport - Cagliari
I dieci terroristi da estradare La Francia conferma il no I familiari: «Una vergogna»
HA DETTO
Era un’illusione aspettarsi qualcosa di diverso e vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso
I giudici d’Oltralpe hanno deciso; «Diritto ad avere un processo equo» La rabbia dei parenti delle vittime
Mario Calabresi
Europa non esiste. Quando un Paese si rifiuta di estradare persone giudicate da un altro Paese, vuol dire che non siamo un territorio unificato veramente». Lorenzo Conti è il figlio di Lando Conti, ex sindaco di Firenze, che le Br uccisero nel 1986 e la sua rabbia sgorga dalla decisione della Corte di Cassazione francese: no definitivo alla estradizione di dieci ex terroristi rifugiatisi Oltralpe. Chi sono? Figure come Giorgio Pietrostefani, per il tribunale italiano mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, nel 1972 o Marina Petrella, brigatista condannata per la morte del generale Enrico Galvaligi, nel 1980. La Corte francese ha quindi respinto il ricorso presentato dal procuratore generale Rémy Heitz, che si era opposto al “no” all’estradizione già pronunciato nel giugno 2022 dalla Chambre de l’Instruction della Corte di Appello. Un “no” motivato, all’epoca, dal fatto che molti degli arrestati erano stati giudicati in Italia in loro assenza, e non avrebbero potuto difendersi in un nuovo processo poiché la legge italiana non offre questa possibilità.
«L’Tesi Garanzia prevista però dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come l’altra: secondo i giudici francesi, «la quasi totalità» dei rifugiati «ha vissuto in Francia per circa 25-40 anni, ha una situazione familiare stabile, è inserito professionalmente e socialmente». Quindi «l’estradizione causerebbe un danno sproporzionato al diritto al rispetto
Fuggiti della vita privata e familiare». Come nel caso di Petrella, 68 anni, due figlie, occupata nell’assistenza agli anziani o di Pietrostefani, in condizioni di salute precarie. Ma anche in quelli di Roberta Cappelli, ex Br, un ergastolo da scontare, oggi 67enne insegnante di sostegno: o di Narciso Manenti, che in Francia è diventato nonno però dovrebbe scontare il carcere a vita per l’omicidio di un carabiniere, Giuseppe Gurrieri. Che nega di aver commesso. «Fra i venti e i sessant’anni si cambia e cambiano anche le proprie opinioni», disse nel 2019. Sono tuttavia storie che riaprono ferite mai rimarginate: come l’omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra nel 1977, per cui è stato condannato a 20 anni - per concorso morale - Raffaele Ventura, oggi 72enne, cittadino francese dal 1986. «Dall’origine questa procedura è stata condotta per ragioni politiche», è la tesi del suo legale, Jean-Pierre Mignard. Sullo sfondo la “dottrina Mitterrand”, prassi che, negli Anni 80, garantì ospitalità in Francia ad italiani responsabili di violenza politica. Opponendosi ad alcuni aspetti della nostra legge antiterrorismo, il presidente Mitterrand promise di non estradare i condannati per atti, appunto, “di natura violenta, ma di ispirazione politica” che avessero rinunciato alla lotta armata. Nel 2021 il ministro della Giustizia francese Éric Dupond-Moretti, si domandò invece: «Avremmo accettato che uno dei terroristi del Bataclan se ne fosse andato 40 anni in Italia?». Nello stesso 2021, quando la Francia arrestò 7 dei 10 terroristi in questione, il governo Macron appoggiò le richieste di estradizione avanzate dall’Italia.
LA VICENDA
Decenni Da noi la politica parla di «decisione sconcertante», anche se Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, pur «non facendo sconti morali e politici alle persone coinvolte » considera la sentenza «una lezione di civiltà». I parenti delle vittime si appellano, invece, al governo. «Abbiamo fatto il possibile», allarga le braccia il ministro della Giustizia Nordio. Mentre Mario Calabresi osserva: «Vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma la Cassazione francese parla di “danno sproporzionato”. Pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia».
Le “Ombre rosse”
La vicenda dei terroristi fuggiti in Francia è cominciata ad aprile 2021, quando sono scattati gli arresti nell’ambito dell’operazione “Ombre rosse”, che ha dato il via alla procedura di estradizione di 10 terroristi rossi
Il ricorso respinto
La Cassazione francese ha respinto ieri il ricorso con cui Parigi si era opposta al no all’estradizione, già pronunciato il 29 giugno 2022 dalla Corte di Appello