La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Il patto Scamacca-Dea: due mesi al massimo per prendersi tutto
Superata la delusione azzurra, per il centravanti due settimane di “cura Gasp” per lanciare la volata
Per l’Europa e per l’Europeo. Perché in questo caso chi fa non da sé ma per sé, fa per tre. Ovvero Gianluca Scamacca: per sé, per l’Atalanta e spera - per l’Italia. Sono stati giorni tormentati ma anche importanti, per il centravanti nerazzurro. La mancata convocazione per la tournée americana della Nazionale, non lo ha lasciato indifferente. Una bocciatura a suo modo fragorosa, e resa ancora più dura dalla spiegazione di Spalletti: «Quando l’ho portato non mi è sembrato che abbia espresso il meglio di se stesso». Parole solo in apparenza generiche, ma rese più chiare da altre valutazioni del c.t., su comportamenti poco apprezzati (eufemismo): dall’uso improprio della playstation in giù. Che non è stato solo di Scamacca, ma al c.t. il centravanti non dev’essere piaciuto abbastanza neanche in campo. E neppure per come l’aveva visto con l’Atalanta, prima della svolta (da confermare) dell’ultimo periodo. Era stato così anche per Gasperini. E anche lui non aveva usato parole morbidissime.
La frustata
Quella del c.t. ha voluto essere anche una frustata. Un incentivo a “ribellarsi” a questa decisione, per fargliela cambiare. Se Spalletti non fa sconti a nessuno, tantomeno ne fa a Scamacca: perché su di lui, definito ai tempi il prototipo di centravanti ideale per l’Italia, aveva puntato molto. E punterebbe tuttora, a patto di raccogliere segnali diversi, da qui a fine maggio. Come l’Atalanta: i 25 milioni spesi in estate meritano un bilancio di risultati più sostanzioso. Scamacca ora ha solo una strada, e almeno 14 partite (ma Gasperini spera ovviamente siano anche di più) con la Dea, per accontentare tutti. E anzitutto le sue ambizioni: anche quella di avvicinare, o superare, quota 16 gol, che toccò nel 2022 con il Sassuolo. E per sperare ancora nell’Europeo, che poi
era stato il forte incentivo che lo aveva spinto a preferire l’Atalanta all’Inter, sperando di avere più continuità di impiego e una stagione di alto livello.
La ricarica
Missione al momento a metà anche con la Dea. Ma sembra esserci luce all’orizzonte: non solo i due gol negli ottavi di Europa League contro lo Sporting, ma tutti gli ultimi segnali positivi. Destinati a fargli meritare, domani a Napoli, la quarta maglia da titolare consecutiva, che avrebbe già indossato contro la Fiorentina se la gara non fosse stata rinviata. In stagione ha avuto solo una striscia di impiego più lunga: cinque gare dal 1’ di fila, fra ottobre e inizio
novembre. La Dea super impegnata fra campionato, EL e Coppa Italia, e a caccia della prossima Europa, sarà la sua chance per rimontare posizioni. E magari anche per rovesciare le attuali gerarchie di Spalletti. Una cosa positiva il taglio azzurro se l’è portata dietro: due settimane di “cura Gasperini” a Zingonia. Una ricarica dal punto di vista tecnico, tattico, ma soprattutto mentale. Una spinta a insistere: perché piano piano il ragazzo sembra aver trovato
un impatto con il suo mestiere più positivo, spensierato; una partecipazione anche al gioco della squadra più attiva, consapevole; una maggiore continuità nell’intensità, quella che entrambi i suoi allenatori più di una volta gli hanno rimproverato di non riuscire a garantire. Ma è ancora in
tempo, per tutto.
2’36”
Poker in vista Contro il Napoli è candidato a giocare la quarta gara di fila da titolare: cercando continuità