La Gazzetta dello Sport - Cagliari

L’ultimo samurai

- Di Davide Romani TEMPO DI LETTURA

«Vincere lo scudetto con Milano e centrare il podio olimpico con il Giappone. Questi due traguardi per diventare uno dei più forti pallavolis­ti del mondo». Estroso e concreto in campo, deciso e diretto con le parole. Yuki Ishikawa è il samurai di Milano che da domenica sfiderà Perugia nella semifinale tricolore. Il 28enne capitano della nazionale del Sol Levante, nelle cinque gare dei quarti di finale contro Piacenza (serie vinta 3-2) è stato il trascinato­re: 93 punti, il migliore tra i giocatori rimasti in corsa. Dopo le esperienze a Modena, Latina, Siena e Padova, nell’estate 2020 è approdato a Milano e per il secondo anno consecutiv­o l’ha condotta fino alle semifinali. L’anno scorso l’Allianz venne poi sconfitta in cinque partite da Civitanova, quest’anno l’avversario è Perugia, la prossima squadra dello schiacciat­ore giapponese. Il samurai è all’ultima recita milanese.

Ishikawa, anche quest’anno Milano ha superato lo scoglio dei quarti di finale ribaltando i favori del pronostico. Come avete festeggiat­o il successo con Piacenza?

«Non c’è tempo. La testa è già a domenica, a gara-1 della semifinale contro Perugia».

▶ ▶Che serie sarà?

«Lunga. Lo dicono i numeri stagionali contro di loro. Due partite di regular season finite al quinto set con un successo per parte, la semifinale di Coppa Italia è finita al tie break con la vittoria della Sir. Siamo pronti».

▶▶i◻petto alla semifinale dell’anno scorso persa con Civitanova, quali errori non dovrete ripetere ora con Perugia?

«Nel 2023 arrivammo molto stanchi alle ultime partite della serie. Ed eravamo avanti 2-1. Ora le scelte a disposizio­ne dell’allenatore sono più ampie. Come schiacciat­ori non ci siamo solo io e Mergarejo, ma c’è un campione come Kaziyski. E nel ruolo di opposto abbiamo due ottime alternativ­e: Reggers e Dirlic. Ci sono tutti i presuppost­i per arrivare in finale».

▶ Coach Piazza e il presidente Fusaro: due pilastri di Milano. Ce li descrive?

«Roberto in palestra è un perfezioni­sta e riesce sempre ad accenderci, fuori dal campo rispetta molto la nostra libertà. Lucio è un presidente atipico. Non mette pressione, è sempre sorridente sia che si vinca sia che si perda».

Dall’estate 2014, tranne una breve parentesi nel 2015-2016, ha sempre giocato nel campionato italiano. Cosa le piace del nostro Paese?

▶ «Sono qui perché è il posto ideale per diventare il numero 1. E poi il cibo. Non riesco a rinunciare alla pasta col pomodoro, un piatto classico ma squisito. Però quando cucino a casa non rischio: mi preparo del riso».

▶Meglio del sushi? «Beh, questo no. Non rinnego le mie origini. Ma la pasta viene subito dopo il sushi».

▶ Da quattro anni vive a Milano. Quali sono i suoi posti del cuore?

«Appena posso amo andare in Piazza del Duomo. Fantastico. E poi mi piace la zona dei Navigli. Sono stato anche a San Siro. Ma gli anni scorsi. In questa stagione non ce l’ho fatta ad andare a vedere l’Inter, la squadra che seguo».

▶ Dove ha giocato il suo idolo Nagatomo...

«Già, ma non sono ancora riuscito a conoscerlo. Magari, se salgo sul podio o addirittur­a se arriva

l’oro ai Giochi, ci riuscirò».

▶ Talenti giapponesi che con sempre più frequenza approdano in Superlega. Nel prossimo campionato a Milano arriverà Otsuka…

«Il nostro movimento è in grande crescita e per compiere il definitivo salto di qualità serve che sempre più giocatori si convincano ad approdare in Europa. È il segreto per far diventare il Giappone una potenza internazio­nale. Il terzo posto alla Nations League 2023 deve essere un punto di partenza».

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