La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Cuore Marsiglia, decide Henrique Col Benfica la spunta ai rigori
Il club francese aspetta l’Atalanta dopo la rimonta con i portoghesi Dal dischetto sbaglia Di Maria
Il cliente per l’Atalanta sarà il Marsiglia. E non si può dire che la squadra di Gasset non ci abbia creduto e provato e insistito fino all’ultimo, fino all’ultimo rigore utile, facendo anche i conti con i primi limiti. Quelli che hanno minato magari anche gran parte della stagione. Ma adesso conta l’essenziale, il presente e una qualificazione quasi insperata per una semifinale europea, dopo quella del 2022 in Conference, rispolverando anche quella del 2018 che poi portò la finale di Europa League, persa con l’Atletico. A mettere in carreggiata i francesi ci ha pensato Moumbagna, pareggiando il 2-1 del Benfica tradito poi dagli
di Di Maria e di Antonio Silva dal dischetto.
Coerenza Di sicuro, il Marsiglia nel primo tempo ci ha messo subito gli ingredienti che erano mancati a Lisbona. Ossia una giusta dose di aggressività, ma anche un minimo di coerenza, non solo tattica al di là dell’innovativa difesa a tre, e partendo con il bomber Aubameyang in punta e non
marginalizzato sulla fascia, ma anche tecnica. Evitando così quei banali errori di gioco, nel passaggio e in costruzione visti all’andata. Insomma, è stata subito gara vera e possibilmente alla pari di fronte a un Benfica magari più a suo agio collettivamente, ma aggredito, sebbene mai in vera difficoltà. A parte su una conclusione inquadrata di Ndiaye in avvio (8’) e una alta in volée di Aubameerrori yang (24’). I portoghesi, però, non si sono resi neppure veramente pericolosi dalle parti di Lopez, con zero tiri in porta dopo i primi 45’, accontentandosi fondamentalmente di contenere gli avversari, con padronanza e serenità.
Spiragli A caccia del gol del pareggio, dopo il 2-1 in Portogallo, il Marsiglia ci si è messo subito anche nella ripresa, collezionando due corner nei primi cinque minuti e riversandosi con rabbia nella metà campo ospite su ogni possibile apertura. Ma perdendo in lucidità e sfilacciando il blocco di squadra, faticando a trovare le punte. Il tutto a causa anche di un Benfica sempre ordinato e mai in panico. E anzi, velenoso sui primi spiragli, costringendo Lopez a una doppia parata miracolosa su Rafa Silva e Di Maria (29’), rispondendo a quella di Trubin a terra su Kondogbia (24’). Insomma, indizi di un equilibrio molto instabile che salta quando Aubameyang scende sulla sinistra e centra dentro per Moumbagna che di testa fa esplodere il Velodrome (34’). Ed è il gol che annulla la sconfitta dell’andata e allunga il duello portandolo nel guado dei tempi supplementari dove Di Maria non inquadra di testa (7’), come Aubameyang con un pallonetto, dopo un controllo volante (13’). Per decidere tutto dal dischetto.
OM, che bomber Aubameyang in punta e non ai margini sulla fascia, funziona meglio