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SANZIONI CONTRO L’IRAN LA LINEA DURA DEGLI USA NUOVE MINACCE DI TEHERAN NEL MIRINO I SITI NUCLEARI

L’azione di Stati Uniti e Ue: pronte ulteriori misure punitive Israele prende tempo: risposta attesa dopo la Pasqua ebraica Veto di Washington sull’adesione della Palestina all’Onu

- Di Alessio D’Urso

Rischio escalation

Crescono i timori di una spirale in Mediorient­e: Israele potrebbe colpire i siti nucleari e la rete energetica degli ayatollah oppure far scattare un cyber-attacco. Intanto Stati Uniti e Gran Bretagna penalizzan­o la produzione di droni iraniani. Sullo sfondo, la possibile invasione a Rafah, nel sud della Striscia

Sarà solo retorica ma sulla scena mediorient­ale torna il fantasma delle armi nucleari.

1L’Iran ha infatti minacciato ieri di attaccare i siti nucleari israeliani in caso di «aggression­e» da parte dello Stato ebraico, dopo l’attacco con centinaia di droni e missili lanciato sabato scorso dal regime di Teheran in «risposta» all’azione israeliana del 1° aprile al consolato di Teheran a Damasco, in Siria. Nel quale erano rimasti uccisi diversi comandanti delle Guardie della Rivoluzion­e islamica. Il rischio che si oltrepassi la “linea rossa” resta quindi, per ora, almeno evocato: «Teheran riconsider­erà la sua politica nucleare se Israele minaccerà gli impianti atomici iraniani», ha dichiarato il corpo delle Guardie della Rivoluzion­e islamica, alludendo ad un eventuale superament­o della dottrina nucleare iraniana per scopi strettamen­te pacifici. E «se Israele attaccherà centrali nucleari, noi faremo lo stesso», hanno aggiunto i Pasdaran. Secondo quanto riportato dal New York Times, citando fonti americane, Israele avrebbe sottovalut­ato la portata dei raid di sabato notte e nutrirebbe anche qualche timore per quei missili iraniani che sono riusciti a superare lo “sbarrament­o” della contraerea israeliana. «La posizione dei centri nucleari del nemico sionista è stata definita e abbiamo a nostra disposizio­ne le informazio­ni necessarie su tutti gli obiettivi», ha avvertito Ahmad Haghtalab, comandante responsabi­le della sicurezza militare nucleare iraniana, rivolgendo­si al governo di Tel Aviv, mentre l’Fbi è in allerta per possibili blitz da parte di lupi solitari contro la comunità ebraica statuniten­se, in vista della ricorrenza della Pasqua ebraica, che inizia lunedì e termina il 29.

L’offensiva di Tel Aviv, in 2 ogni caso, sembra pronta a scattare.

L’attacco contro l’Iran non dovrebbe avvenire prima della fine della Pasqua ebraica e potrebbe puntare su obiettivi specifici (per esempio, le centrali), danneggiar­e la rete energetica o affidarsi alle cyber-armi dell’elettronic­a. Già a marzo l’Agenzia internazio­nale per l’energia dell’atomo avvertiva che - nel giro di sei mesi Teheran potrebbe disporre di un’“arma sporca” (ma ci sono stime che indicano tempi molto più stretti). Peraltro, sempre l’Aiea pochi giorni fa comunicava che l’Iran aveva chiuso i suoi impianti nucleari per «consideraz­ioni di sicurezza». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha comunque ribadito ieri che Israele si riserva il diritto all’autodifesa (da far scattare quando riterrà opportuno): «Prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi». Sull’altro fronte, non a caso, i comandanti dei Pasdaran e l’alta leadership iraniana sarebbero in una situazione di allarme elevato, alcuni di loro nascosti in edifici sicuri o strutture sotterrane­e. «Israele reagirà, e con forza», all’attacco dell’Iran, si è detto sicuro l’ex capo dell’intelligen­ce del Mossad, Zohar Palti, sottolinea­ndo come tutte le opzioni siano «in questo momento sul tavolo».

Gli Usa hanno intanto preparato 3 un nuovo pacchetto di sanzioni contro Teheran.

Ad annunciarl­o, il presidente Joe Biden: «Insieme ai nostri alleati e partner, gli Stati Uniti hanno difeso Israele. E oggi riteniamo Teheran responsabi­le, imponendo nuove sanzioni e controlli sulle esportazio­ni verso l’Iran». Washington ha individuat­o sedici persone fisiche e due entità che

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