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PARI COL WEST HAM REDS IN CRISI E CHE SCINTILLE TRA KLOPP E SALAH Bufera Liverpool

- Di Davide Chinellato

Tecnico e attaccante discutono in campo. «Non penso più al titolo»

Quando Jürgen Klopp a fine gennaio ha reso pubblico che a fine stagione avrebbe lasciato, il Liverpool era primo in classifica e sognava di vincere tutto. Ha conquistat­o la Carabao Cup, il primo trofeo disponibil­e, ma si è fermato ai quarti sia in FA Cup che in Europa League. E la Premier è sempre più lontana, dopo il 2-2 col West Ham che ha messo in Reds in una situazione «molto, molto, molto difficile», per dirla come Cody Gakpo: terzi con 75 punti, dietro all’Arsenal capolista e al Manchester City in campo oggi, bisognosi che qualcuno crolli come sono crollati loro (una sola vittoria nelle ultime 5 uscite) per pensare di poter vincere. C’è una cosa successa al London Stadium che racconta però di quanto il finale di Klopp a Liverpool stia andando male: la lite con Mo Salah, l’uomo simbolo in campo della sua epopea.

Polemica Se Klopp è la mente dietro i trionfi dei Reds, Salah è il braccio, il fenomeno che ha trasformat­o in gol spesso decisivi la filosofia del tecnico tedesco. Qualcosa sembra essersi rotto tra i due, però: sarà perché Salah è clamorosam­ente fuori forma (e col contratto in scadenza nel 2025) e Klopp lo ha trasformat­o da intoccabil­e a interessat­o al turnover, facendolo partire dalla panchina in due delle ultime tre gare. A bordo campo del London Stadium la tensione tra i due è esplosa. A consumo di telecamere. È il minuto 78 quando l’egiziano è a bordo campo in attesa di entrare assieme a Darwin Nuñez (l’uruguaiano ha aggiunto un altro gol clamorosam­ente mangiato alla sua collezione degli orrori) e Joe Gomez. Aspettano da un po’, solo che nel frattempo il West Ham segna con Antonio il definitivo 2-2. Allora Klopp si avvicina a Mo, all’apparenza rimprovera­ndolo, e Salah comincia a rispondere in maniera sempre più animata, anche quando il tecnico si allontana. Così animata che per calmarlo serve l’intervento di

Nuñez: l’uruguaiano si mette davanti al compagno, proprio quando pareva pronto ad inseguire Klopp, e l’arrivo del momento della sostituzio­ne serve a spegnere momentanea­mente la tensione. Salah entra, gioca un quarto d’ora cercando di dare al Liverpool il terzo gol che serviva. Quando finisce la partita, l’attaccante esce dal campo senza salutare il tecnico, che gli passa vicino e lo ignora. «Ne abbiamo parlato in spogliatoi­o, la questione è chiusa e non c’è niente da dire - dice controvogl­ia Klopp in conferenza stampa -. Per me di sicuro, penso anche per lui». Salah di nuovo sembra avere altre idee: «Se parlo io faccio fuoco e fiamme» dice ai giornalist­i passando a passo spedito nella zona mista del London Stadium, continuand­o a camminare quando i

giornalist­i gli chiedono altri chiariment­i.

Crollo La lite con Salah è il simbolo della trasformaz­ione degli ultimi mesi di Klopp da Last Dance a momento difficile. Anche per i risultati, perché il Liverpool continua a perdere punti sempre allo stesso modo: controllan­do le partite (71,3% di possesso palla col West Ham e 28 tiri totali) ma finendo per non vincerle. La crisi di Salah, mai veramente ripresosi dall’infortunio in Coppa d’Africa (2 gol, di cui uno su rigore, nelle ultime 8 partite), racconta la crisi dell’attacco, ma c’è anche quella della difesa, che concede gol da 8 gare in Premier e ne ha subiti in 13 delle ultime 14. Il Liverpool sembra aver finito la benzina proprio sul più bello, proprio quando serviva quello sforzo extra per regalare a Klopp quell’addio da leggenda che si sarebbe meritato. «Non penso al titolo in questo momento, davvero - ha detto lui -. Dovremmo vincere le nostre partite e non lo stiamo facendo. E Arsenal e Manchester City non mi sembrano squadre che da qui alla fine perderanno almeno un paio di volte. Non sono arrabbiato però, voglio concentrar­ci sul vincere le tre partite che ci restano. Se lo facciamo arriviamo ad 84 punti: è da un po’ che non si vince la Premier facendone così pochi». Anche nella rassegnazi­one con cui parla c’è la conferma di quanto il suo addio non sia epico come sperava.

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Jarrod Bowen, 27 anni, esulta dopo aver realizzato la rete del provvisori­o 1 a 0 del West Ham contro il Liverpool. La sfida è poi terminata con il pareggio per 2 a 2. Per l’attaccante inglese è il sedicesimo gol messo a segno in questa
Premier
EPA Scatto a sorpresa Jarrod Bowen, 27 anni, esulta dopo aver realizzato la rete del provvisori­o 1 a 0 del West Ham contro il Liverpool. La sfida è poi terminata con il pareggio per 2 a 2. Per l’attaccante inglese è il sedicesimo gol messo a segno in questa Premier
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Nervi tesi Il momento dello scontro dialettico tra Jurgen Klopp e Momo Salah. L’allenatore ha poi dichiarato di aver chiuso il caso ma l’egiziano non è sembrato dello stesso avviso

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